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Vado alle conferenze. Di fatto, la net.art è questo: una pratica artistica che<br />
ha molto a che fare con la rete. Vieni alla conferenza. Incontri cento e più<br />
persone straniere. Ecco una rete. L’arte non è solo la costruzione di un prodotto,<br />
che poi può essere venduto sul mercato <strong>del</strong>l’arte e osannato da cr<strong>it</strong>ici<br />
e curatori. È anche una performance. Quando ti stai divertendo è come<br />
se fossi creativo, e stai producendo qualcosa. Quando fai una bella discussione,<br />
quando sei stimolato a cercare nuove argomentazioni, nuove idee,<br />
per me questa è creativ<strong>it</strong>à, e quindi è arte. 22<br />
Il concatenamento tra diversi m<strong>il</strong>ieux culturali si realizza concretamente<br />
attraverso festival e meeting, dove i net.artisti incontrano e condividono<br />
le proprie conoscenze con hacker, attivisti pol<strong>it</strong>ici, cultural worker e altri<br />
soggetti riconducib<strong>il</strong>i a quello che Bifo definisce “circu<strong>it</strong>o tecno-mediatico”.<br />
Sparsi ai quattro angoli <strong>del</strong> mondo, sono questi i luoghi in cui l’incessante<br />
life-sharing <strong>del</strong>le reti si materializza infine in “carne e ossa”.<br />
Ora che le varie comun<strong>it</strong>à virtuali stanno crescendo, lim<strong>it</strong>arsi ad annunciarne<br />
la presenza non basta più. Le persone vogliono sostanza – non solo gli<br />
esterni, ma soprattutto i membri stessi dei gruppi. Il miglior modo per accelerare<br />
<strong>il</strong> processo di produzione è incontrarsi nello spazio reale, confrontare<br />
le libere associazioni virtuali, attivarsi nei contesti complessi e disordinati<br />
<strong>del</strong>lo spazio-tempo reale, dare risposte reali al pubblico (e ai futuri possib<strong>il</strong>i<br />
partecipanti). E poi r<strong>it</strong>irarsi di nuovo nei luoghi dispersi online. 23<br />
Next Five Minutes, Cyberconf, MetaForum, Beauty and the East,<br />
Hacking in Progress, Net Cond<strong>it</strong>ion, Transmediale, ZeligConf, Hackmeeting,<br />
Read_Me Festival, Media Circus, Dig<strong>it</strong>al Is Not Analog... una<br />
molt<strong>it</strong>udine di eventi di varia portata e partecipazione, dove l’arte <strong>del</strong>la<br />
connessione raggiunge forse la sua manifestazione più evidente e immediata.<br />
Tuttavia, altrettanto fondamentali erano gli spazi in cui questi eventi<br />
erano osp<strong>it</strong>ati, una magmatica galassia di new media center e media lab<br />
polivalenti, che offrivano un supporto logistico ai tatticisti mediatici, assolvendo<br />
in parte alla funzione rivest<strong>it</strong>a dai laboratori sulla comunicazione<br />
e, in Italia, dagli hack lab dei centri sociali autogest<strong>it</strong>i.<br />
Uno dei primi centri propulsivi è l’Olanda, forse la punta più avanzata<br />
<strong>del</strong>la sperimentazione sociale e pol<strong>it</strong>ica sulle reti telematiche. A partire<br />
dalla metà degli anni Ottanta, infatti, i Paesi Bassi, e Amsterdam in particolare<br />
erano stati terreno fert<strong>il</strong>e per iniziative di libera comunicazione,<br />
incentivate spesso da pol<strong>it</strong>iche culturali pubbliche di ampio respiro. La<br />
culla di molti di questi progetti era stata la Dig<strong>it</strong>al C<strong>it</strong>y di Amsterdam,<br />
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