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Progetto e valutazione <strong>di</strong> algoritmi per la raccolta<br />

dati affidabili su reti <strong>di</strong> sensori senza cavo<br />

possa essere rieletto solo quando tutti i restanti can<strong>di</strong>dati sono già stati eletti<br />

almeno una volta. I risultati a cui Heinzelman et al giungono mostrano che il<br />

protocollo LEACH riduce l’energia associata alla comunicazione <strong>di</strong> circa<br />

otto volte rispetto alla trasmissione <strong>di</strong>retta (<strong>di</strong>rect-transmission) e inoltre che<br />

la durata energetica del primo nodo ad esaurirsi aumenta <strong>di</strong> circa 8 volte<br />

rispetto al caso in cui è usato <strong>di</strong>rect-transmission, mentre l’ultimo nodo si<br />

esaurisce circa 3 volte dopo l’esaurimento dell’ultimo nodo negli altri<br />

protocolli.<br />

Lindsey et al. [44] proseguendo dai risultati ottenuti con il protocollo<br />

LEACH proposero PEGASIS (Power-Efficient GAthering in Sensor<br />

Information Systems), un protocollo in cui i no<strong>di</strong> trasmettono le<br />

informazioni al loro vicino più vicino e i messaggi sono trasmessi alla base<br />

station basandosi su uno schema a catena. Il protocollo PEGASIS si è<br />

<strong>di</strong>mostrato più robusto rispetto al LEACH nei riguar<strong>di</strong> dei fallimenti dei<br />

no<strong>di</strong>.<br />

Subramanian e Katz [45] propongono invece delle linee guida per la<br />

progettazione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> sensori auto-organizzanti in cluster. Viene posta<br />

enfasi sull’importanza <strong>di</strong> implementare una struttura gerarchica al fine <strong>di</strong><br />

ridurre la complessità del routing per ogni nodo, in particolare viene<br />

suggerito un approccio per il clustering nei quali i no<strong>di</strong> “beginner”<br />

(iniziatori) inviano un “solicitation message” a tutti i no<strong>di</strong> che possono<br />

ascoltarli. In ogni round dell’algoritmo gli iniziatori incrementano la loro<br />

potenza trasmissiva e il processo <strong>di</strong> clustering continua fin quando il numero<br />

dei no<strong>di</strong> che rispondono sono compresi tra limite min e max <strong>di</strong> no<strong>di</strong> per<br />

cluster.<br />

L’approccio utilizzato da Subramanian e Katz è molto simile all’<br />

“Expan<strong>di</strong>ng Ring” <strong>di</strong> Ramamoorthy et al [46], fatta eccezione per il fatto<br />

che i no<strong>di</strong> “beginner”ora non incrementano la loro potenza trasmissivo ma il<br />

numero <strong>di</strong> hop. Facciamo notare però che questo tipo <strong>di</strong> approccio può avere<br />

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