MONASTERI, CONVENTI - Provincia Tridentina
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nel convento di Pergine per lucrare l'indulgenza della Porziuncola 206 .<br />
Anche la Compagnia del Perdono scomparve nel ciclone provocato da<br />
Napoleone e non risorse più.<br />
Confraternita della Scola Segreta e poi Confraternita della Santissima<br />
Annunziata<br />
Prendo a piene mani dalla pubblicazione di Giuseppe Perempruner in<br />
cui narra gli annali di detta Confraternita. Da tempo immemorabile, egli<br />
scrive, esisteva una congregazione denominata Scola Segreta con sede<br />
presso l'ospedale detto la Cà di Dio. Il termine scola era usato in passato al<br />
posto di quello di confraternita, compagnia, sodalizio.<br />
La Scola segreta faceva le sue funzioni religiose nei locali messi a<br />
disposizione dai rettori di quell'ospedale.<br />
Un confratello mise in subbuglio la vita della Compagnia seminando<br />
discordia e pretendendo di esserne il rettore. Il Priore Carlo Salvetti, ricco<br />
commerciante di Trento, tentò nel gennaio del 1675 di riportare la pace,<br />
convocando una congregazione generale per decidere come comportarsi col<br />
ribelle. Ma costui si appellò ai consoli della città e ai soprintendenti della<br />
cella Ca di Dio, i quali per dimostrare la loro superiorità sulla Compagnia<br />
della Scola segreta, presero le difese del ribelle. Non fu possibile un accordo<br />
e allora i rettori della Ca di Dio ai primi del mese di luglio del 1675<br />
chiamarono i responsabili della Scola segreta e li estromisero dai locali che<br />
avevano loro messo a disposizione fino allora.<br />
42 confratelli fra i più zelanti della Scola segreta però non si persero di<br />
coraggio e con alla testa il loro cappellano don Francesco Parisi si portarono<br />
il 21 luglio alla chiesa di s. Apollinare per stabilire il da farsi. Confermarono<br />
in primo luogo come Ministro Carlo Salvotti e completato il numero dei<br />
componenti il consiglio, risolsero di mettersi sotto la protezione della Beata<br />
Vergine Annunziata e di procurare l'aggregazione all'arciconfraternita<br />
romana dello stesso titolo, mediante l'aiuto di Giuseppe Vittorio Alberti<br />
decano del Capitolo della cattedrale. Stilarono un proprio statuto, steso dal<br />
notaio Pietro Antonio Brentonico e approvato dalla Curia vescovile207 .<br />
Non sapendo dove poggiarsi per compiere le loro funzioni e tenere le<br />
loro aseemblee, si rivolsero al Preposito della cattedrale Antonio<br />
Piccolomini, tramite il cancelliere di curia Carlo Eccher, per poter usare la<br />
chiesetta di s. Margherita che apparteneva alla Prepositura, attendendo di<br />
poter avere una chiesa propria.<br />
206 Morizzo Marco OFM, I Francescani a Trento, vol. I, pp. 228, 230, 234.<br />
207 Vedi Perempruner, Annali, p. 33.