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MONASTERI, CONVENTI - Provincia Tridentina

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quell'area, ai frati Predicatori perché risiedessero ivi per la salvezza delle<br />

anime di questa città e del vescovado, essendo anche che ciò piaceva al<br />

sommo pontefice che concesse loro quel monastero; dopo che i canonici,<br />

consultandosi tra loro, così lo stesso maestro Odorico rispose per loro, che<br />

cioè erano perfettamente consenzienti sulla cosa, senza alcun voto contrario.<br />

Poi il giorno di Mercoledì 8 agosto nel caminetto del palazzo vescovile<br />

di Trento, in presenza del signor Bonifacio di Castelbarco, del maestro<br />

Odorico scolastico, del signor Massimiano canonici, dei signori Giacomo,<br />

Giordano, Ezzelino, Giovanni giudici, dei signori notai Odorico, Pellegrino<br />

dei Rambaldi, Enrico, Goffredo dalla Porta, Zaccheo del Dosso, Ottone di<br />

Gando, Archebono, Gubardo, Saurino, Stefano, Giovanni, Salvaterra,<br />

Oluradino, Paganino e di molti altri. Nel Consiglio della città congregato e<br />

radunato alla solita maniera, lo stesso signor vescovo disse e propose che<br />

per la consolazione e la salvezza delle anime degli uomini della città e del<br />

vescovado di Trento, se a loro piacerà, si era adoperato ed aveva aiutato per<br />

avere qui a Trento un convento di Frati Predicatori e che con consenso del<br />

signor abate e dei monaci di s. Lorenzo voleva dare e assegnare loro quella<br />

chiesa con le case e con quel tratto di broilo. Il quale Consiglio disse che ciò<br />

gli piaceva e per acclamazione dissero: sia, sia.<br />

Ivi il signor conte Egnone canonico trentino per sé e per il signor conte<br />

Odorico di Ultimo disse che a lui piaceva e che era d'accordo su ciò e che se<br />

ivi avessero avuto qualche diritto, lo rinunziavano, salvo ogni loro diritto in<br />

un altro monastero che sarebbe stato edificato. Il vescovo disse che il diritto<br />

che avevano su quella chiesa l'avrebbero mantenuto nell'altra.<br />

Immediatamente don Clerico e don Giovanni e don Valentino monaci<br />

di quel monastero di s. Lorenzo refutarono e resignarono ad Aldrighetto per<br />

grazia di Dio vescovo di Trento, la chiesa di s. Lorenzo con le case ivi poste<br />

attorno e la terra recintata e tutto il circondario con ogni diritto, azione e<br />

ragione che essi ivi avessero.<br />

Fatte queste cose nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo<br />

ad onore di Dio e della beata Vergine Maria e del gloriosissimo martire s.<br />

Vigilio, lo stesso signor Aldrighetto vescovo trentino, con un libro che<br />

teneva nelle mani, diede l'investitura a frate Giordano Maestro dell'Ordine<br />

dei Frati Predicatori e a frate Stefano Priore provinciale che ricevevano in<br />

nome e per l'Ordine dei Frati Predicatori, la chiesa di s. Lorenzo e le case<br />

che erano situate attorno alla stessa e con il circondario della terra recintata<br />

e del brolo secondo quanto designato dal canonico Bonifacio di Castelbarco,<br />

e dai signori giudici Giordano e Giovanni, e da Pellegrino di Rambaldo, i<br />

quali diano anche loro il possesso e li mettano nel possesso corporale della<br />

stessa chiesa e dei luoghi.

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