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Cantiere 8
Il bosco di faggio (Fagus sylvatica L.) era localizzato in provincia di Avellino ed era di
proprietà pubblica, situato ad una quota altimetrica di 900-1000 m s.l.m. L'intervento è
stato un II° diradamento in una faggeta con una età media 90 anni, su una superficie al
taglio di 14 ha.
La particella tagliata aveva una scarsa accidentalità e una pendenza media appartenente
alla I° classe, inoltre, era facilmente raggiungibile da una viabilità principale a fondo
naturale, e senza nessuna opera permanente per lo scorrimento delle acque piovane.
All'interno della particella c’erano vecchie piste forestali in disuso, ripristinate per
l’occasione, dalla ditta 34 appaltatrice del taglio. Questa viabilità ha agevolato notevolmente
le operazioni di esbosco.
Anche in questo cantiere il sistema di lavoro adottato è stato quello del legno lungo.
Le operazioni di abbattimento e allestimento venivano svolte da 4 operai, di cui uno era il
titolare e un suo familiare, gli altri due di nazionalità albanese assunti a giornata.
Nelle varie fasi di lavoro non vi erano possibilità di interscambio, perché dei due
extracomunitari solo uno parlava poco l'italiano.
Anche per questo il titolare era sempre presente sul cantiere, ed era lui che insieme al
familiare, compieva tutte le operazioni di taglio.
Il taglio veniva effettuato con due motoseghe medio-pesanti di proprietà del titolare
dell'impresa forestale.
L'abbattimento veniva eseguito senza alcuna tacca di direzione, ma solo effettuando un
piccolo taglio nella direzione di caduta delle piante, per poi effettuare il taglio di
abbattimento dalla parte opposta. Questa tecnica molto pericolosa e non corretta, ha
causato molto spesso, il blocco della catena della motosega.
Altre volte sempre per questa tecnica errata, si è verificata la perdita di controllo della
pianta in caduta, che in qualche circostanza si appollaiava su altre piante in piedi, rendendo
le fasi di allestimento più complicate. In altri abbattimenti la caduta incontrollata delle
piante ha rischiato di causare seri incidenti a agli operatori forestali, perché durante le fasi
di taglio i 2 operai extracomunitari, iniziavano con attrezzi manuali di loro proprietà, a
sramare le piante già abbattute, nelle vicinanze.
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Dopo un colloquio con il titolare dell'impresa, il quale era di un'altra provincia campana, si è potuto
assistere ad alcune operazioni ma senza poter fare nessuna foto, in quanto, da altre fonti ho appreso che aveva
avuto diversi problemi giuridici, prima di intraprendere questo lavoro, per questo è stato molto diffidente e
poco disponibile.
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