università degli studi della tuscia di viterbo daf dipartimento di ...

Le tecniche di lavoro eseguite erano basate principalmente sull’esperienza degli operatori
forestali, acquisita solo nel tempo, ma senza nessun tipo di fondamento scientifico, teso a
razionalizzare sia la forza fisica che la produttività. Le motoseghe impiegate tutte di media
e grande potenza, venivano usate con “esperienza”, ma non con professionalità, mentre
altre senza nessun accorgimento o su materiale a volte anche in movimento.
Nei cantieri analizzati non sono state osservate tecniche di abbattimento con l’ausilio di
accessori (quali cunei, carrucole di rinvio, paranchi ecc.) necessari per facilitare la caduta
delle piante tagliate e diminuire i relativi danni al bosco, sia al suolo che al soprassuolo
restante. In alcuni di essi è stata osservata l’assenza anche della stessa tacca di direzione,
indispensabile per direzionare in modo più razionale la caduta delle piante tagliate, onde
evitare di danneggiare le piante matricine rilasciate in bosco, come invece, è stato
osservato in qualche operazione di abbattimento (foto6).
Foto 6: la mancata applicazione della tacca di direzione ha provocato
la rottura di una matricina
In molti casi le piante tagliate, non venivano neanche orientate nella caduta verso la
pendenza naturale del lotto tagliato, rendendo i tempi di concentramento e di esbosco
molto più lunghi e faticosi per gli addetti, con produttività più basse, oltre a danni per le
piante in piedi.
La sramatura delle piante tagliate, solitamente veniva eseguita sul letto di caduta, dalla
squadra che eseguiva anche il taglio, in molte osservazioni era eseguita in modo
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