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università degli studi della tuscia di viterbo daf dipartimento di ...

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Ne conseguono valori piuttosto abbondanti sia nell’entroterra campano che lungo le coste<br />

(me<strong>di</strong>amente introno ai 1.000 mm/anno). Valori più bassi si registrano nel più lontano<br />

entroterra ad est, al <strong>di</strong> là dello spartiacque <strong>della</strong> catena appenninica. In alcune zone<br />

dell’Irpinia del versante ad ovest <strong>degli</strong> Appennini campani, infatti, si possono registrare<br />

valori fino a 2.000 mm/anno, mentre, oltre lo spartiacque, ad est dell’Appennino, si può<br />

scendere bruscamente fino a 600-700 mm/annui.<br />

3.1.3 La produzione forestale e la filiera bosco-legno regionale<br />

Nella Campania la produzione totale me<strong>di</strong>a per anno <strong>di</strong> legno è <strong>di</strong> 507.339 m 3 pari al 6 %<br />

dell’intera produzione nazionale. Il numero <strong>di</strong> interventi annuali <strong>di</strong> taglio sono <strong>di</strong> 34.337<br />

con una superficie tagliata <strong>di</strong> 49.184 ha (ISTAT), pari a 1,43 ha ad intervento.<br />

In tutta la Regione l’assortimento prevalente risulta essere la legna da ardere, ma in molte<br />

realtà soprattutto dove il castagno rappresenta la specie predominante, vi è una <strong>di</strong>screta<br />

produzione <strong>di</strong> paleria (<strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni) e altri assortimenti tra cui legname da opera.<br />

La produzione <strong>di</strong> paleria dai cedui castanili risulta molto <strong>di</strong>ffusa, in quanto i cedui castanili<br />

sono la formazione arborea campana più estesa, insieme ai cedui quercini. Tale particolare<br />

e ampia <strong>di</strong>ffusione su tutto il territorio regionale è il risultato <strong>della</strong> costante azione<br />

dell’uomo, tesa a in<strong>di</strong>rizzare le produzioni legnose verso sistemi che fornissero prodotti<br />

utili, a sod<strong>di</strong>sfare le esigenze sia delle attività agricole che quelle delle costruzioni in<br />

genere. Questo particolare areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, oltre che dalle esigenze proprie delle<br />

specie in relazione ai suoli ed al clima, è stato anche determinato dalle necessità che<br />

avevano le aziende agricole <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre in grande quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sostegno, per le<br />

coltivazioni sia ortive che frutticole (Grassi G., 2006).<br />

Nell’Italia insulare e meri<strong>di</strong>onale la Campania risulta la Regione con la maggiore presenza<br />

<strong>di</strong> imprese <strong>di</strong> utilizzazioni, in cui predomina la conduzione familiare e il ricorso ad operai a<br />

tempo determinato. La maggior parte delle <strong>di</strong>tte boschive campane risulta dotata <strong>di</strong><br />

macchinari e attrezzature non sempre adeguate, alle particolari esigenze delle utilizzazioni<br />

forestali, e soprattutto alle norme <strong>di</strong> sicurezza.<br />

L’attività è svolta generalmente nei perio<strong>di</strong> più favorevoli dell’anno, perché gli addetti nei<br />

rimanenti perio<strong>di</strong>, vengono generalmente impiegati in altri settori o lavorano in terreni<br />

agricoli <strong>di</strong> loro proprietà. La loro formazione professionale è frutto generalmente <strong>di</strong><br />

esperienza acquisita in bosco o tramandata fra le generazioni, in rarissimi casi gli operatori<br />

forestali hanno seguito corsi <strong>di</strong> formazione professionale.<br />

Questa situazione si ritiene, che sia frutto non solo <strong>di</strong> poca informazione specializzata, ma<br />

anche dovuta al fatto che la Campania, ha istituito solo l’Albo delle <strong>di</strong>tte boschive e non<br />

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