università degli studi della tuscia di viterbo daf dipartimento di ...

nazionalità rumena. La tecnica di lavoro adottata, per chi non è del settore potrebbe
sembrare la più ergonomica, ma invece risulta la meno produttiva e soprattutto molto
dannosa sia al suolo che al soprassuolo. Il tipo di utilizzazione è stato quello del legno
lungo, con due squadre da 3 operai, che hanno eseguito prima l’abbattimento di tutta la
superficie con 4 motoseghe (due per squadra) tutte di media potenza. In questa fase non è
stato impiegato nessun tipo di accessorio o attrezzi manuali per aiutare la caduta delle
piante. Queste due squadre, però non essendo formate al lavoro di abbattimento delle
piante lungo le linee di concentramento, eseguivano il lavoro in maniera irrazionale
(foto9), rendendo così più faticoso il successivo esbosco entrando con i mezzi all'interno
della tagliata.
Foto 9: abbattimento delle piante irrazionale con piante sovrapposte far loro
che andranno ad incidere negativamente sul tempo di sramatura
I tagliatori, inoltre, in nessuna osservazione hanno usato nel taglio delle piante la tacca di
direzione, causando molte troncature delle matricine lasciate in piedi. Sul letto di caduta
delle piante veniva eseguita solo la sramatura e quello che si rendeva necessario per
l’esbosco. Tutto ciò a reso lunga e complicata la fase di esbosco della tagliata, con molti
danni sia alle piante rimaste in piedi che al suolo. Per le operazioni di esbosco, infatti
venivano impiegati due cingolati con apripista e un trattore agricolo a ruote munito di
verricello forestale (foto10), per avvicinare le piante più lontane e preparare i carichi di
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