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università degli studi della tuscia di viterbo daf dipartimento di ...

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3.1.2 Caratteristiche generali del paesaggio forestale e del clima<br />

La forma <strong>di</strong> governo predominante è quella del ceduo matricinato <strong>di</strong> castagno, ma non<br />

vanno però trascurate le fustaie <strong>di</strong> latifoglie, soprattutto <strong>di</strong> faggio, oltre a quelle <strong>di</strong> conifere<br />

esotiche <strong>di</strong> origine artificiale. Particolare interesse assumono anche in determinate<br />

con<strong>di</strong>zioni le superfici <strong>di</strong> boschi misti <strong>di</strong> latifoglie quercine cerro (Quercus cerris L.) e<br />

roverella e specie come l’ontano napoletano, gli aceri e i carpini anch’essi gestiti come<br />

cedui matricinati, in qualche raro caso a ceduo composto. In particolare in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione in Regione abbiamo: castagno (Castanea sativa Miller), cerro (Quercus cerris<br />

L.), roverella (Quercus pubescens Willd.), e faggio (Fagus sylvatica L.), a cui seguono<br />

altre specie o formazioni miste comprendenti le precedenti specie consociati a carpini,<br />

aceri, orniello e ontani soprattutto napoletano (Verani S., Speran<strong>di</strong>o G., 2005). Se si<br />

considera l’inquadramento <strong>della</strong> vegetazione forestale secondo la classificazione per zone<br />

altitu<strong>di</strong>nali MAYR-PAVARI, in Campania si trovano rappresentate tutte le zone dal<br />

Lauretum al Fagetum.<br />

La prima è presente in modestissima entità e le superfici risultano fortemente pregiu<strong>di</strong>cate<br />

dalle colture agrarie, dal pascolo e dagli incen<strong>di</strong>.<br />

Il Castanetum invece ha una rilevante importanza sia con le fustaie da frutto che con gli<br />

estesi cedui.<br />

In questa zona non è presente solo il castagno che risulta la specie predominante, ma<br />

vegetano anche formazioni miste <strong>di</strong> latifoglie per lo più governate a ceduo.<br />

In queste cenosi vivono consociati gli aceri (Acer ssp), il cerro (Quercus cerris L.), la<br />

roverella (Quercus pubescens Willd.), l'orniello (Fraxinus ornus L.), l'ontano napoletano<br />

(Alnus cordata Loisel-Desf), i carpini (Carpinus betulis L. e Ostrya carpinifolia Scopoli) e<br />

in qualche stazione ricca <strong>di</strong> substrati calcaree e particolari microclimi il leccio (Quercus<br />

ilex L.). Tutti questi popolamenti forestali sono molto soggetti a forte azione antropica e<br />

risultano molto frazionati.<br />

I cedui <strong>di</strong> castagno sono tra i più rigogliosi in quanto da questi popolamenti gestiti con<br />

turni variabili dai 9 ai 14 anni, in rare occasioni si superano i 20 anni, si riscontrano<br />

incrementi variabili da 4 a 12 m 3 /ha/anno, con una me<strong>di</strong>a in genere <strong>di</strong> 8 m 3 . Questi boschi<br />

producono soprattutto prodotti <strong>di</strong> paleria minuta e grossa, oltre alla legna da ardere;<br />

prodotti che trovano ancora un larghissimo uso non solo nel settore agricolo regionale ma<br />

anche nelle limitrofe Regioni confinanti.<br />

Gli altri cedui presenti <strong>di</strong> specie quercine puri o misti, tanto nel Castanetum che nel<br />

Lauretum, sono in con<strong>di</strong>zioni molto più scadenti rispetto a quelli <strong>di</strong> castagno.<br />

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