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Progetto Co.Al.Ta. II Sintesi dei risultati - Cra

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Giorgetti.qxp 25/02/2008 10.10 Pagina 133<br />

Introduzione<br />

L'allevamento caprino, soprattutto per la produzione<br />

aziendale di formaggio, può rappresentare, in<br />

particolari situazioni, un' alternativa o una fonte<br />

integrativa importante alla coltivazione del tabacco.<br />

Dopo un significativo incremento del numero<br />

di capi nei primi anni '90, la consistenza del patrimonio<br />

caprino in Italia è attualmente in diminuzione.<br />

Oggigiorno le capre sono allevate di preferenza<br />

in greggi di 60-200 capi. La produzione principale<br />

è quella di latte che viene lavorato direttamente in<br />

azienda. Esso infatti, pur essendo un alimento particolarmente<br />

pregiato e con elevate caratteristiche<br />

organolettiche, non sempre è raccolto nei caseifici,<br />

almeno in Toscana, dove non esiste una produzione<br />

tradizionale di formaggio come avviene nel<br />

Nord Italia. Un'attenzione crescente sembra<br />

comunque interessare prodotti con marchi IGP o<br />

ottenuti secondo il disciplinare biologico. I dati<br />

ISTAT del V° Censimento Generale dell'Agricoltura<br />

mostrano come il patrimonio caprino toscano<br />

dal 1990 al 2000 abbia subito una preoccupante<br />

contrazione sia nel numero <strong>dei</strong> capi allevati (-<br />

48,5% ) che nel numero delle aziende (- 55,2%).<br />

Questa diminuzione è imputabile principalmente<br />

alla crisi strutturale cui è andata incontro la zootecnia,<br />

che ha determinato la rarefazione degli allevamenti<br />

familiari e di quelli di dimensioni ridotte non<br />

specializzati. Gli allevamenti ovi-caprini hanno<br />

potuto attingere meno di altri alle risorse disponibili<br />

per far fronte ai cambiamenti imposti dalla globalizzazione<br />

<strong>dei</strong> mercati ed all'adeguamento alle<br />

nuove norme di produzione, come quella ad esempio<br />

sulla qualità igienico-sanitaria. A quelli strutturali<br />

si sono aggiunti poi, nel comparto, altri fattori<br />

congiunturali quali le emergenze sanitarie (Blue<br />

Tongue, Scrapie, ecc.), i cambiamenti socio-culturali,<br />

ed i consumi fortemente legati alla tradizione.<br />

Per valutare le potenzialità dell'allevamento biolo-<br />

<strong>Progetto</strong> <strong>Co</strong>.<strong>Al</strong>.<strong>Ta</strong>. <strong>II</strong> 133<br />

L’allevamento della capra da latte: struttura dell’allevamento<br />

biologico<br />

Lorenzini G 1 , Martini A 1 , Sargentini C 1 , Giorgetti A 1<br />

1 CIRSeMAF - Dipartimento di Scienze zootecniche<br />

dell'Università di Firenze, via delle Cascine, 5. 50144 Firenze.<br />

Tel. 055 3288357. Fax 055 321216.<br />

e-mail g.lorenzini@unifi.it<br />

gico per la produzione di latte caprino caseificato<br />

in azienda vengono di seguito esposte le caratteristiche<br />

di questo indirizzo produttivo.<br />

<strong>Al</strong>levamento<br />

In allevamento biologico le capre vengono allevate<br />

esclusivamente a stabulazione libera. La superficie<br />

coperta a disposizione è di almeno 1,5 m² per<br />

ogni animale adulto e 0,35 m² per i capretti. Il fronte<br />

di mangiatoia è di almeno 35-40 cm/capo. Il<br />

pascolo dovrebbe essere garantito quotidianamente<br />

con un carico massimo di 13,3 capre/ha, corrispondenti<br />

alla distribuzione di 170 kg N/ha/anno, valore<br />

massimo stabilito dalla Dir. 91/676/CEE. Il<br />

pascolamento si dimostra necessario sia per rispondere<br />

ai naturali fabbisogni alimentari in modo soddisfacente<br />

ed economico sia per garantire il benessere<br />

degli animali scongiurando disordini o turbe di<br />

tipo comportamentale (aggressività), talvolta<br />

riscontrabili in allevamento intensivo. In mancanza<br />

di pascoli, o se questi sono troppo lontani dall'azienda,<br />

devono essere assicurati comunque paddock<br />

esterni dove gli animali possano muoversi<br />

liberamente. Queste aree di esercizio dovrebbero<br />

essere dotate di tronchi, pietre e scarpatine per permettere<br />

agli animali di saltare e arrampicarsi e<br />

manifestare così i comportamenti specie-specifici.<br />

Dal punto di vista riproduttivo la capra viene<br />

definita poliestrale stagionale: essa concentra cioè<br />

in un periodo dell'anno (nei nostri climi da agosto<br />

a gennaio) la propria attività ovarica che si ripete,<br />

in assenza di gravidanza, a cicli regolari di 21 giorni<br />

circa, per tutto il periodo con fotoperiodo decrescente<br />

o negativo. Il becco segue l'attività sessuale<br />

della capra con una maggior libido nello stesso<br />

periodo. Il primo calore si manifesta a 6-7 mesi e la<br />

carriera riproduttiva è di 7-10 anni. Il calore può<br />

durare dalle 12 alle 48 h; il momento più fertile<br />

sembra essere quello che precede di poche ore il<br />

calore stesso, questo interessa nel caso si proceda<br />

alla fecondazione artificiale. Nel caso in cui i<br />

maschi vengano lasciati liberi nel gregge si autoregolano<br />

senza la necessità di alcun intervento. In<br />

genere calori sono sincroni e non è raro che nel giro<br />

di pochi giorni tutti i capi adulti manifestino l'estro;

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