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Progetto Co.Al.Ta. II Sintesi dei risultati - Cra

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GiorgettiSecondo.qxp 25/02/2008 10.11 Pagina 149<br />

Introduzione<br />

Le prime reazioni, in Toscana, alla riforma<br />

dell'OCM tabacco, in attuazione del Regolamento<br />

(CE) n. 864/2004, evidenziano un grande disorientamento<br />

<strong>dei</strong> produttori. Nelle aziende di piccola e<br />

media dimensione appare già in atto l'abbandono<br />

della coltura. <strong>Co</strong>ntinuare a produrre sembra conveniente<br />

solo per le aziende con superfici ben accorpate,<br />

di facile meccanizzazione e destinate per la maggior<br />

parte alla produzione di Kentucky (Fire Cured),<br />

tabacco scuro di particolare pregio impiegato nella<br />

manifattura <strong>dei</strong> sigari toscani e capace di spuntare i<br />

migliori prezzi di mercato (INEA, 2007). Anche in<br />

queste realtà più grandi la consapevolezza di un<br />

errato investimento è comunque molto forte. <strong>Co</strong>n il<br />

presente contributo si è intesa valutare la produzione<br />

di carne di qualità con bovini di razza Chianina<br />

quale alternativa o integrazione alla coltura del<br />

tabacco. Ciò in considerazione del fatto che le aree<br />

toscane a maggiore vocazione tabacchicola coincidono<br />

con quelle di allevamento di bovini di razza<br />

Chianina e che abbastanza frequentemente nelle<br />

aziende in cui si coltiva tabacco si pratica anche l'allevamento<br />

di questa razza. Secondo il Piano<br />

Zootecnico Regionale (Supplemento B.U.R.T. n.26<br />

del 30.06.2004) inoltre, la razza Chianina, la più<br />

allevata nella regione, dal 2000 incrementa costantemente<br />

la sua numerosità "…contraddicendo in parte<br />

l'andamento generale delle consistenze <strong>dei</strong> bovini da<br />

carne che invece hanno mostrato una flessione diffusa.<br />

Il dato può essere spiegato da una sostanziale<br />

"tenuta" degli allevamenti di qualità meglio organizzati<br />

rispetto agli altri…... per Chianina, Marchigiana<br />

e Romagnola è attivo inoltre il riconoscimento<br />

comunitario IGP Vitellone Bianco dell'Appennino<br />

Centrale".<br />

Materiale e Metodi<br />

Sono state analizzate le criticità ed i punti di forza<br />

delle tipologie produttive della razza Chianina al<br />

fine di valutare se l'allevamento bovino per la produzione<br />

di carni di qualità possa costituire un'alternati-<br />

<strong>Progetto</strong> <strong>Co</strong>.<strong>Al</strong>.<strong>Ta</strong>. <strong>II</strong> 149<br />

La produzione di carne di qualità con la razza bovina Chianina<br />

Sargentini C 1 , Fabeni P 1<br />

1 Dipartimento di Scienze Zootecniche, Via delle Cascine, n. 5,<br />

50144 Firenze. Tel. 055 3288333, fax 055 321216,<br />

e-mail clara.sargentini@unifi.it<br />

va o, comunque, una valida integrazione alla coltura<br />

del tabacco, come può essere ipotizzato da un'indagine<br />

effettuata nell'ambito del <strong>Progetto</strong> COALTA 2<br />

presso le aziende tabacchicole delle province di<br />

Arezzo e Siena.<br />

Risultati e discussione<br />

La razza Chianina è allevata prevalentemente in<br />

aziende di piccole e medie dimensioni, con una consistenza<br />

di stalla inferiore a 15 vacche nel 60 % degli<br />

allevamenti ed inferiore a 40 nel 90 %, (Ismea-<br />

CRPA, 2006; Sargentini e Acciaioli, 2006). L'87,7<br />

% degli allevamenti è situato in zone collinari e di<br />

montagna; il rimanente 12,3% si trova in aziende di<br />

pianura, situate prevalentemente in Val di Chiana. Si<br />

pratica prevalentemente il ciclo chiuso con allevamento<br />

<strong>dei</strong> riproduttori ed ingrasso <strong>dei</strong> vitelli da<br />

macello, mentre poco diffuso è il ciclo aperto, con la<br />

sola fase di ingrasso <strong>dei</strong> vitelli da ristallo in centri<br />

che provvedono al finissaggio, alla macellazione,<br />

alla vendita ed alla commercializzazione della carne.<br />

Nelle aziende collinari e montane di piccole (n. vacche<br />

< 15) e medie (n. vacche < 40) dimensioni, dove<br />

comunque siano presenti superfici adeguate per il<br />

pascolo stagionale, l'allevamento <strong>dei</strong> riproduttori<br />

prevede generalmente il sistema semibrado, con una<br />

stagione di pascolamento della durata di circa 6 mesi<br />

(da maggio ad ottobre) (Sargentini e Acciaioli,<br />

2006). Ciò consente lo sfruttamento diretto della<br />

produzione foraggera e investimenti contenuti; favorisce<br />

inoltre il mantenimento di buone condizioni di<br />

salute del bestiame, con favorevoli ripercussioni sui<br />

parametri riproduttivi. I ricoveri invernali sono di<br />

varie tipologie, riconducibili sia alla stabulazione<br />

fissa che a quella libera. In Val di Chiana, dove i terreni<br />

sono più fertili, irrigui e destinati a colture<br />

diverse (cereali, foraggere, tabacco ecc.) è più diffusa,<br />

anche per i riproduttori, la stabulazione permanente,<br />

non sempre secondo gli schemi classici della<br />

stabulazione libera e talvolta addirittura in stalle<br />

chiuse a posta fissa tipiche delle tradizionali aziende<br />

mezzadrili. Per l'ingrasso <strong>dei</strong> vitelli vengono generalmente<br />

utilizzate strutture più moderne e razionali<br />

con box multipli dotati di lettiera permanente o<br />

semipermanente e preferibilmente con paddock<br />

esterni. L'alimentazione, basata in gran parte sull'uti-

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