Progetto Co.Al.Ta. II Sintesi dei risultati - Cra
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ucola.qxp 25/02/2008 10.29 Pagina 40<br />
40 Nicoletti et al Avversità biotiche della rucola<br />
modo essere raggiunta una soglia di danno economico,<br />
è consigliabile attuare misure di controllo.<br />
Piuttosto comune sulle Crucifere invernali in Italia<br />
(Pollini, 1991) è anche la ruggine bianca causata da<br />
<strong>Al</strong>bugo candida. Si tratta di un patogeno piuttosto<br />
eterogeneo (Choi et al., 2006) responsabile di infezioni<br />
locali sulle foglie che si manifestano sotto<br />
forma di pustole bianche distribuite per lo più sulla<br />
pagina inferiore. I tessuti circostanti possono<br />
necrotizzare portando le foglie a senescenza.<br />
<strong>Al</strong>tre malattie fungine occasionalmente osservate<br />
in Campania sono l'oidio o mal bianco causato<br />
da Erisyphe cichoracaearum e le macchie<br />
fogliari da <strong>Al</strong>ternaria (Anonimo, 2005).<br />
Quest'ultima fitopatia è causata principalmente da<br />
<strong>Al</strong>ternaria brassicicola, essendo riportato in D.<br />
tenuifolia un certo grado di resistenza nei confronti<br />
delle altre specie segnalate su Crucifere, A. brassicae<br />
e A. raphani (Klewer et al., 2002; Sharma et<br />
al., 2002). La rucola selvatica è resistente anche<br />
all'agente della gamba nera, Leptosphaeria maculans<br />
(anamorfo Phoma lingam) (Delourme et al.,<br />
2006). Invece qualche preoccupazione desta il<br />
mixomicete Plasmodiophora brassicae, agente<br />
dalla ben nota ernia delle Crucifere, malattia diffusa<br />
particolarmente nei Paesi dell'Europa centrale<br />
(Voorips, 1995), meno frequente nei nostri ambienti.<br />
Segnalata per la prima volta su D. tenuifolia in<br />
Nuova Zelanda (Pennycock, 1989), tale fitopatia è<br />
stata osservata recentemente sulla coltura in<br />
Svizzera (Buser e Heller, 2006).<br />
Tra le batteriosi, particolare considerazione<br />
merita il marciume nero causato da Xanthomonas<br />
campestris pv campestris, malattia che colpisce la<br />
maggior parte delle Brassicacee spontanee<br />
(Westman et al., 1999), segnalata recentemente su<br />
rucola selvatica in Campania (Raio e Giorgini,<br />
2005). Le foglie infette tipicamente spiccano per il<br />
colore giallo della pagina superiore, mentre la pagina<br />
inferiore diventa scura, quasi nera, da cui la<br />
denominazione della malattia. I sintomi necrotici si<br />
propagano lungo la nervatura principale, fino a raggiungere<br />
lo stelo; in tale circostanza la sopravvivenza<br />
della pianta è compromessa. <strong>Co</strong>me altre batteriosi<br />
parenchimatiche e sistemiche, il patogeno si<br />
diffonde attraverso il seme e l'irrigazione.<br />
<strong>Co</strong>me in altre colture ortive a breve ciclo praticate<br />
essenzialmente in apprestamenti protetti, le<br />
malattie virali non rappresentano un problema di<br />
primaria importanza per la rucola selvatica. In let-<br />
teratura segnalazioni su D. tenuifolia derivano<br />
essenzialmente da osservazioni quale ospite e serbatoio<br />
naturale di virus che rappresentano invece<br />
un problema rilevante su altre colture. È il caso ad<br />
esempio del virus del mosaico del cetriolo (CMV)<br />
(Cariddi et al., 2001). <strong>Al</strong>tri virus segnalati sono<br />
comuni sulle Brassicacee in genere, come il virus<br />
del mosaico giallo della rapa (TYMV) (Brunt et<br />
al., 1997), il virus del mosaico della rapa (TuMV)<br />
(Stavolone et al., 1998) e il virus del mosaico del<br />
cavolfiore (CaMV) (Moreno et al., 2004). <strong>Al</strong>tre<br />
specie del genere Diplotaxis (es. D. erucoides, D.<br />
muralis), considerate più che altro come infestanti,<br />
sono state altresì segnalate quali ospiti latenti <strong>dei</strong><br />
virus "rattle" del tabacco (TRV), dell'avvizzimento<br />
maculato del pomodoro (TSWV), della maculatura<br />
zonata del geranio (PZSV) (Lupo et al., 1991;<br />
Parrella et al., 2003; Gallitelli et al., 2004).<br />
Dopo la recente messa al bando del bromuro di<br />
metile, il cui uso nel caso della rucola era peraltro<br />
già sconsigliato nei disciplinari predisposti dalle<br />
ditte trasformatrici, il controllo delle malattie crittogamiche<br />
è divenuto piuttosto problematico su<br />
diverse colture orticole. I prodotti attualmente<br />
disponibili per la disinfestazione del suolo, come il<br />
metham sodio o il dazomet, non risultano altrettanto<br />
efficaci. Il dicloran è attivo contro la S. sclerotiorum<br />
ma, dato il lungo periodo di carenza del prodotto<br />
(20 giorni), i trattamenti devono essere operati<br />
nelle prime fasi del ciclo colturale. Oltre a considerare<br />
gli effetti di alcune pratiche colturali, quali<br />
le rotazioni e l'irrigazione, i coltivatori dovrebbero<br />
adottare ogni possibile accorgimento per evitare<br />
l'incremento del potenziale di inoculo <strong>dei</strong> diversi<br />
agenti patogeni nel terreno. Uno di questi è sicuramente<br />
la solarizzazione, che però può essere praticata<br />
solo in caso l'ordinamento aziendale lo consenta.<br />
Il potere biofumigante riportato nelle<br />
Brassicacee in relazione al loro contenuto in glucosinolati<br />
(Kirkegaard e Sarwar, 1998), il cui uso è<br />
stato proposto come alternativo alla geo-sterilizzazione<br />
contro i patogeni terricoli, non appare significativo<br />
nel caso della rucola; dati sperimentali<br />
hanno infatti dimostrato che il potenziale antifungino<br />
di questa coltura si esprime solo in caso si proceda<br />
all'interramento di quantità estremamente elevate<br />
di residui colturali (Yulianti et al., 2006).<br />
L'impiego di agenti di controllo biologico, come<br />
Trichoderma spp. e <strong>Co</strong>niothyrium minitans, comincia<br />
ad essere proposto anche su questa coltura