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Progetto Co.Al.Ta. II Sintesi dei risultati - Cra

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ucola.qxp 25/02/2008 10.29 Pagina 39<br />

Introduzione<br />

Lo sviluppo della domanda <strong>dei</strong> prodotti di 'IV<br />

gamma' ha determinato una crescita rapida del settore,<br />

con l'affermazione di nuove specie e tecniche<br />

di produzione. Tra le colture di questo comparto, la<br />

rucola selvatica (Diplotaxis tenuifolia L.) è una di<br />

quelle in fase di maggiore sviluppo in diverse aree<br />

del Paese, cosa che comporta crescenti problemi<br />

fitosanitari. Attualmente non esistono cultivar selezionate<br />

per la resistenza o la tolleranza verso alcuna<br />

avversità biotica; pertanto l'impatto di patogeni<br />

e parassiti sui <strong>risultati</strong> produttivi può essere alquanto<br />

rilevante, ed una conoscenza adeguata <strong>dei</strong> fattori<br />

che influenzano la loro insorgenza e le possibilità<br />

di controllo è indispensabile per una corretta<br />

conduzione della coltivazione.<br />

Malattie crittogamiche e virosi<br />

Numerosi sono i patogeni fungini della rucola.<br />

Particolarmente quelli terricoli rappresentano un<br />

problema in rapporto sia alla loro attitudine polifaga,<br />

sia al fatto che la loro incidenza aumenta progressivamente<br />

con il succedersi <strong>dei</strong> cicli colturali,<br />

determinando danni ingenti in assenza di idonei<br />

schemi di rotazione.<br />

La coltivazione ripetuta sugli stessi appezzamenti<br />

ha rappresentato il fattore principale delle<br />

epidemie di marciume del colletto e delle radici<br />

osservate recentemente nella Piana del Sele, causate<br />

da Rhizoctonia solani AG-4 (Nicoletti et al.,<br />

2004). Le piante infette vanno incontro ad un<br />

decorso acuto (damping-off) o cronico; in quest'ultimo<br />

caso lesioni necrotiche si sviluppano su un<br />

lato del colletto e/o della parte superiore del fittone,<br />

e le piante presentano sviluppo stentato e<br />

ingiallimenti fogliari. <strong>Al</strong>tro agente di necrosi del<br />

colletto e dello stelo segnalato in varie zone del<br />

nostro Paese è Sclerotinia sclerotiorum (Garibaldi<br />

et al., 2005; Minuto et al., 2005). È facile risalire<br />

all'agente eziologico in quanto nel secondo caso i<br />

<strong>Progetto</strong> <strong>Co</strong>.<strong>Al</strong>.<strong>Ta</strong>. <strong>II</strong> 39<br />

Avversità biotiche della rucola selvatica (Diplotaxis tenuifolia)<br />

Nicoletti R , Raimo F, Miccio G, Carella A<br />

1 CRA - Unità di Ricerca per le <strong>Co</strong>lture <strong>Al</strong>ternative al <strong>Ta</strong>bacco,<br />

Via Vitiello 108, 84018 Scafati (SA).<br />

Tel 0818563631 - Fax 0818506206 -<br />

Email: rosario.nicoletti@entecra.it<br />

tessuti infetti divengono molli e acquosi, e vengono<br />

ricoperti da micelio bianco e dai tipici sclerozi<br />

neri. L'incidenza di S. sclerotiorum è maggiore in<br />

condizioni di umidità elevata e temperature relativamente<br />

più basse (15°C), che si realizzano in<br />

Campania in inverno o all'inizio della primavera.<br />

Dopo le epidemie recentemente segnalate in<br />

Lombardia (Garibaldi et al., 2003), la tracheofusariosi<br />

è stata riscontrata anche in coltivazioni del<br />

casertano nel 2006 (Spigno, comunicazione personale).<br />

In questo caso i sintomi della malattia consistono<br />

in una riduzione dello sviluppo delle piante<br />

colpite, con clorosi fogliare, epinastia e avvizzimento.<br />

In uno stadio avanzato si evidenzia altresì<br />

necrosi a carico <strong>dei</strong> tessuti vascolari del fittone. Si<br />

ritiene che il patogeno possa propagarsi per seme<br />

dato che uno sviluppo simile della malattia è stato<br />

registrato in aziende ubicate in località distanti<br />

dello stesso areale (Garibaldi et al., 2002). L'agente<br />

eziologico, Fusarium oxysporum, è tuttavia<br />

alquanto eterogeneo; infatti gli isolati ottenuti da<br />

piante infette sono <strong>risultati</strong> appartenenti a due<br />

diverse forme speciali, conglutinans e raphani<br />

(Catti et al., 2007).<br />

Un'altra malattia fungina trasmissibile mediante<br />

il seme, che può risultare un fattore limitante<br />

nelle coltivazione della rucola, è la peronospora.<br />

L'agente causale (Hyaloperonospora parasitica) è<br />

comune sulle Crucifere invernali in Italia senza<br />

peraltro causare danni rilevanti, ma l'ambiente protetto<br />

<strong>dei</strong> tunnel in plastica che caratterizza di solito<br />

le coltivazioni di rucola costituisce un microambiente<br />

favorevole che spesso ne determina una<br />

veloce diffusione (Minuto et al., 2004). I sintomi<br />

consistono in una picchiettatura scura ed irregolare<br />

sulla superficie superiore delle foglie; le aree<br />

necrotiche confluiscono originando aree disseccate<br />

più estese sulle quali si differenziano i segni del<br />

patogeno sotto forma di una muffa bianco-grigiastra.<br />

Le foglie colpite vanno incontro ad ingiallimento<br />

e, in casi estremi, marciscono. La malattia<br />

può avere un decorso subdolo manifestandosi dopo<br />

la raccolta sul prodotto già immesso in commercio;<br />

infatti il patogeno continua a svilupparsi alle temperature<br />

di conservazione, che semplicemente<br />

determinano un prolungamento del periodo di<br />

incubazione (Garibaldi et al., 2004). Potendo in tal

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