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Progetto Co.Al.Ta. II Sintesi dei risultati - Cra

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ucola.qxp 25/02/2008 10.29 Pagina 41<br />

(Anonimo, 2005), e può risultare particolarmente<br />

conveniente quando la coltura viene trapiantata.<br />

Infatti l'incorporazione <strong>dei</strong> micoparassiti nel substrato<br />

di coltivazione in pre-trapianto dà loro il<br />

tempo di colonizzare la rizosfera e di esercitare<br />

un'azione preventiva. Pertanto è utile usare questi<br />

prodotti anche in caso di bassa incidenza <strong>dei</strong> patogeni<br />

terricoli in quanto in pieno campo essi sono in<br />

grado di proliferare a spese delle loro strutture di<br />

conservazione (ad esempio gli sclerozi di S. sclerotiorum)<br />

o del micelio eventualmente in fase di sviluppo<br />

saprofitico a carico <strong>dei</strong> residui colturali. Un<br />

altro criterio "ecologico" da considerare per le sue<br />

possibili ripercussioni sul controllo delle fitopatie è<br />

l'uso <strong>dei</strong> fosfiti per la concimazione fogliare che<br />

notoriamente produce un effetto di stimolo della<br />

produzione di fitoalessine (Guest e Grant, 1991).<br />

Nonostante il recente sviluppo della coltura,<br />

numerosi sono i prodotti registrati in Italia utilizzabili<br />

nel controllo chimico delle fitopatie. In particolare<br />

il ricorso all'uso di fungicidi può essere necessario<br />

contro la peronospora, nei cui confronti è efficace<br />

la miscela metalaxil M + ossicloruro di rame.<br />

Tuttavia l'uso di tale prodotto non è consentito in<br />

coltura protetta; inoltre il breve ciclo della coltura<br />

rende spesso necessario l'uso di prodotti a bassa<br />

persistenza come l'iprovalicarb (anch'esso in<br />

miscela con ossicloruro di rame), la tolylfluanid e<br />

l'azoxystrobin, presentanti un periodo di carenza di<br />

7 giorni, o leggermente superiore a basse temperature.<br />

I prodotti a base di rame, in particolare il solfato<br />

tetraramico presentano il periodo di carenza<br />

più breve e risultano efficaci contro il marciume<br />

batterico, ma il loro uso in genere è sconsigliato in<br />

quanto procurano imbrattamento del prodotto. Un<br />

altro prodotto impiegato occasionalmente è il<br />

tiram, che è pure efficace contro l'alternariosi e può<br />

essere eventualmente impiegato per il trattamento<br />

<strong>dei</strong> semi. La concia <strong>dei</strong> semi non è attualmente una<br />

pratica corrente, ma la definizione di un protocollo<br />

di sterilizzazione sarebbe particolarmente indicata<br />

per questa coltura, considerato il numero di patogeni<br />

in grado di diffondersi con questo veicolo. Una<br />

procedura di disinfezione basata sull'immersione in<br />

aceto per 15 minuti seguita da asciugatura a 25-<br />

30°C è raccomandata in Svizzera contro la peronospora<br />

(Buser e Heller, 2006).<br />

Fitofagi<br />

Le segnalazioni di insetti su D. tenuifolia riguarda-<br />

<strong>Progetto</strong> <strong>Co</strong>.<strong>Al</strong>.<strong>Ta</strong>. <strong>II</strong> 41<br />

no in genere specie comuni su altre Brassicacee.<br />

Citati al riguardo sono gli afidi (Brevicoryne brassicae,<br />

Myzus persicae, Lipaphis erysimi), le altiche<br />

(Phyllotreta spp.), i ferretti (Agriotes spp.), le cavolaie<br />

(Pieris spp.) e i nottuidi (Autographa gamma,<br />

Mamestra brassicae, ma particolarmente<br />

Spodoptera littoralis) (Bianco, 1995; Anonimo,<br />

2005). <strong>Al</strong>tri Lepidotteri che hanno recentemente<br />

causato danno economico sulla coltura sono la<br />

tignola (Plutella xylostella) (Ciampolini et al.,<br />

1998) e il piralide Hellula undalis (Ciampolini et<br />

al., 2001a). Nei nostri ambienti possono essere particolarmente<br />

dannose le altiche, anche in via indiretta<br />

in quanto vettori del TYMV. Le infestazioni<br />

cominciano ad osservarsi all'inizio della primavera<br />

quando gli adulti, reduci dallo svernamento, riprendono<br />

ad alimentarsi sulle foglie producendo vistose<br />

erosioni e sforacchiature; viceversa le larve, che<br />

compaiono a stagione avanzata, non sono dannose<br />

in quanto si alimentano a spese delle radici (Pollini,<br />

1991; Ciampolini et al., 2001b). Le condizioni climatiche<br />

particolarmente miti verificatesi in inverno<br />

negli ultimi anni hanno rappresentato un fattore stimolante<br />

insolite pullulazioni del collembolo<br />

Sminthurus viridis riscontrate in numerose aziende<br />

della Piana del Sele (Raimo et al., 2005). I danni<br />

sono simili a quelli prodotti dalle altiche, anche se<br />

generalmente le erosioni fogliari risparmiano l'epidermide<br />

di un lato della pagina fogliare. Le foglie<br />

danneggiate non sono commerciabili e, a parte una<br />

perdita diretta di prodotto, gli attacchi di questi<br />

fitofagi rendono necessaria un'operazione di cernita<br />

che incide sui <strong>risultati</strong> economici. Le pratiche di<br />

lotta devono prevedere un accurato controllo delle<br />

piante infestanti, specialmente nei canali di scolo<br />

circostanti i tunnel che costituiscono il microambiente<br />

ideale per l'inizio delle pullulazioni. <strong>Co</strong>me<br />

già anticipato per le malattie crittogamiche, l'uso<br />

<strong>dei</strong> pesticidi sulla rucola selvatica è reso problematico<br />

a causa del breve ciclo colturale e del tempo<br />

ridotto intercorrente tra le successive raccolte; pertanto<br />

non possono essere utilizzati insetticidi a tossicità<br />

elevata o altamente persistenti. Tra i prodotti<br />

registrati in Italia i più diffusi sono probabilmente i<br />

piretroidi, efficaci in varia misura contro tutti i fitofagi<br />

citati. Bisogna però considerare che il loro uso<br />

indiscriminato può avere ripercussioni deleterie in<br />

quanto in grado di stimolare la proliferazione di<br />

acari (Bryobia spp.), già segnalati per la loro dannosità<br />

in diverse aree italiane (Giorgini, 2001;

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