Progetto Co.Al.Ta. II Sintesi dei risultati - Cra
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GiorgettiSecondo.qxp 25/02/2008 10.11 Pagina 155<br />
Marketing dell'offerta di capi di razza Chianina<br />
Malevolti I 1<br />
Introduzione<br />
Le valutazioni tecnico-economiche della validità<br />
dell'allevamento di bovini di razza chianina non<br />
possono limitarsi a considerare come dati esogeni e<br />
neutralmente prefissati da un anonimo mercato il<br />
prezzo all'azienda agricola e i volumi e gli sbocchi<br />
commerciali. <strong>Al</strong> mercato, infatti, si deve guardare<br />
come ad un insieme di relazioni, norme ed istituzioni,<br />
meccanismi attivi di valorizzazione del prodotto.<br />
Quest'ultimo aspetto (valorizzazione dell'offerta)<br />
vale, da una parte, ai differenti livelli della<br />
filiera alimentare autonomamente per i diversi operatori,<br />
e vale per l'attività promozionale coordinata<br />
tra operatori, ma ancor più - e in maniera speciale<br />
per produttori di materie prime agricole e per l'offerta<br />
zootecnica in particolare - deve essere una<br />
funzione costantemente espressa dagli allevatori<br />
non solo al momento della contrattazione con i propri<br />
clienti (grossisti, macellai, buyers della grande<br />
distribuzione) ma attraverso il mantenimento di un<br />
"controllo" <strong>dei</strong> vari passaggi tra operatori fino<br />
all'atto di acquisto del consumatore finale.<br />
Materiali e Metodi<br />
Il metodo seguito per la rilevazione delle informazioni<br />
si è basato su un questionario di intervista<br />
semistrutturato adattato ai diversi operatori che<br />
sono stati i seguenti: allevatori, buyers della GD,<br />
grossisti, macellerie, ristoranti, responsabili di<br />
associazioni professionali o consortili, tabacchicoltori<br />
senza allevamento o con un integrazione in tal<br />
senso. In tutto si sono effettuate 34 interviste<br />
approfondite sufficienti a definire una cornice di<br />
insieme abbastanza completa degli aspetti mercantili<br />
del settore.<br />
Risultati<br />
Esiste un intreccio virtuoso tra consumo e conoscenze<br />
locali del prodotto (Toscana e Umbria e<br />
poco più) derivante da ragioni storiche e culturali,<br />
ed esteso all'esterno grazie al veicolo del turismo,<br />
che trova riscontro in una immagine forte e in un<br />
Professore Ordinario, Dipartimento di Economia Agraria e delle<br />
Risorse Territoriali dell'Università degli Studi di Firenze, Piazzale<br />
delle Cascine, 18, 50144 Firenze; tel. 0553288226;<br />
ivan.malevolti@unifi.it<br />
<strong>Progetto</strong> <strong>Co</strong>.<strong>Al</strong>.<strong>Ta</strong>. <strong>II</strong> 155<br />
prezzo relativamente elevato per un segmento di<br />
mercato regionale e una nicchia di elite anche se in<br />
direzione di una sola referenza merceologica: la<br />
"bistecca alla fiorentina" (mentre nessuno riconosce<br />
il "bollito di chianina"); una questione di debolezza<br />
della gamma d'offerta in quanto solo uno specifico<br />
taglio sembra godere di un apprezzamento<br />
mercantile degno dell'offerta di qualità e o di origine.<br />
La differenza si fa ancora più evidente a livello<br />
della ristorazione.<br />
L'immagine forte del prodotto è comunque assicurata<br />
(la conoscenza della "fiorentina" travalica<br />
l'area del suo consumo) e proprio per questo esistono<br />
azioni concorrenziali ingannevoli anche se formalmente<br />
legali (l'offerta di "tipo genetico chianino",<br />
frutto di incroci). Un'azione attenta di salvaguardia<br />
è portata avanti dalle organizzazioni ANA-<br />
BIC, CCBI, IGP ma sembrano tutte molto orientate<br />
alla fase della produzione, a parte ma parzialmente<br />
il consorzio di tutela IGP, secondo una tipica logica<br />
interna al settore agricolo (product oriented).<br />
La domanda che sorge spontanea è se sia possibile<br />
allargare l'area della conoscenza e del consumo<br />
relativamente all'offerta attuale e soprattutto a<br />
quella potenziale in rapporto alle esigenze di trovare<br />
alternative produttive per gli agricoltori già specializzati<br />
nella tabacchicoltura. Finora si può parlare<br />
di una strategia (implicita) delle aziende che ha<br />
privilegiato la "penetrazione del mercato" (mercati<br />
acquisiti/vecchi prodotti) senza considerare lo "sviluppo<br />
del mercato" (nuovi mercati/vecchi prodotti)<br />
o meglio ancora la "via della diversificazione"<br />
(nuovi mercati/nuovi prodotti, ossia prodotti rinnovati<br />
o rilanciati: bollito, spezzatino e ricette ad essi<br />
collegate). Per ora esistono solo alcune esperienze<br />
di esportazione per alcune imprese un poco più<br />
organizzate che hanno saputo sfruttare alcune<br />
occasioni spontanee e i <strong>risultati</strong> del passaparola<br />
innescato dai turisti.<br />
L'ottica con la quale si può guardare agli aspetti<br />
commerciali e distributivi, quali elementi di una<br />
allocazione sicura, è assai articolata partendo dall'esistente:<br />
grossisti del resto più interessati alle<br />
importazioni, rapporti diretti con la GD specie<br />
della cooperazione di consumo, macellai tradizionali<br />
quasi sempre di aree rurali, ristoranti di quali-