10.06.2013 Views

Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

questa volta non costituito da un volume, qua<strong>le</strong> la torre, ma da una corte che<br />

diventa l’e<strong>le</strong>mento connettivo tra i corpi di fabbrica che la delimitano.<br />

Spesso vicino al castello o al palazzo del signore, era costruita la cattedra<strong>le</strong>,<br />

ad esempio a Lavello, in modo da far diventare anche questo edificio<br />

il simbolo di un altro potere con il qua<strong>le</strong> il cittadino si doveva confrontare.<br />

La cattedra<strong>le</strong> rappresenta l’e<strong>le</strong>mento cardine del tessuto urbano, il fulcro<br />

dal qua<strong>le</strong> si diparte ogni e<strong>le</strong>mento della città. La centralità dell’edificio<br />

sacro nell’ambiente urbano corrispondeva alla centralità che la teologia e la<br />

spiritualità avevano nell’ambiente socia<strong>le</strong>. La cattedra<strong>le</strong> diventa il simbolo<br />

della città che la ospita e dona ad essa prestigio e ricchezza. La cattedra<strong>le</strong> dunque<br />

diventa anche simbolo di difesa ubicata in posizione strategica quanto<br />

un edificio difensivo.<br />

Nell’area del Vulture-melfese, <strong>le</strong> cattedrali sono state oggetto, da parte<br />

dei vari signori feudali o del<strong>le</strong> comunità religiose in esso insediate, di continui<br />

restauri o ampliamenti, in alcuni casi ristrutturate sia nell’impianto planimetrico<br />

che nel disegno architettonico, sconvolgendo irreversibilmente la<br />

facies originaria.<br />

Ma la facies territoria<strong>le</strong> della Basilicata era caratterizzata non solo dal<strong>le</strong><br />

grandi città ma anche da piccoli villaggi, detti casali. Essi erano nati per<br />

lo più nel corso dell’XI secolo, erano insediamenti demici di picco<strong>le</strong> dimensioni,<br />

provvisti, ad esempio Monticchio dei Normanni, o sprovvisti, ad esempio<br />

Maschito, di una cinta muraria, di solito ubicati vicino ai paesi più popolati<br />

dai quali dipendevano. Avevano una struttura abitativa con una tipologia<br />

costruttiva molto semplice. 18 La loro maggiore possibilità di sopravvivenza<br />

durante un assedio nemico, era data dalla presenza e resistenza passiva<br />

di una fortezza, presente all’interno dell’abitato magari in posizione decentrata,<br />

e sulla preparazione all’arte militare del<strong>le</strong> guarnigioni ivi alloggiate.<br />

18 A. Pel<strong>le</strong>ttieri, Castelli e nuc<strong>le</strong>i demici della regione del Vulture tra Normanni, Svevi e Angioini, in<br />

Castra ipsa possunt et debent reparari, Atti del Convegno Internaziona<strong>le</strong> di studio promosso<br />

dall’Istituto Internaziona<strong>le</strong> di Studi Federiciani Consiglio Naziona<strong>le</strong> del<strong>le</strong> Ricerche, Castello<br />

di Lagopeso<strong>le</strong>, 16-19 Ottobre, pp. 41-57.<br />

132

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!