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Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

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dato dal S. Guglielmo presso S. Angelo dei Lombardi160. La comunità monastica<br />

di Pierno era invece costituita da un certo numero di oblati che risiedevano<br />

nel<strong>le</strong> strutture annesse all’edificio ecc<strong>le</strong>sia<strong>le</strong>.<br />

La chiesa medieva<strong>le</strong> è costituita da quattro campate suddivisa in tre navate<br />

con colonne che hanno alla sommità capitelli a stampella. Sul<strong>le</strong> parti alte<br />

del<strong>le</strong> pareti della navata centra<strong>le</strong>, in corrispondenza del<strong>le</strong> colonne, sono<br />

poste sei menso<strong>le</strong> lapidee, sul<strong>le</strong> quali erano in origine impostate tre arcate.<br />

Le menso<strong>le</strong> presentano decorazioni scultoree rappresentanti figure umane<br />

alternate a quel<strong>le</strong> di animali.161<br />

Sul grande spiazzo esterno al lato della chiesa può essere individuata<br />

la struttura abbazia<strong>le</strong>.<br />

L’abbazia si sviluppava su due livelli, sfruttando al meglio la morfologia<br />

del sito. Il piano seminterrato costituito da volte, arcate interne e impalcati<br />

lignei, veniva usato come deposito. Il piano superiore, in piano alla chiesa,<br />

costituiva il vero e proprio convento. Questo era col<strong>le</strong>gato alla chiesa mediante<br />

un corridoio porticato che portava al protiro, ambiente di congiunzione<br />

con volta a crociera per gli ingressi fra essi ortogonali, della chiesa e<br />

del convento. Antistante il protiro vi era la torre campanaria a pianta quadrangolare.<br />

Come tutti i monasteri era dotato di un corti<strong>le</strong> o giardino che veniva<br />

usato anche come luogo di sepoltura di monaci, visto che, durante <strong>le</strong><br />

ultime campagne di scavi, si sono ritrovate due tombe, una del<strong>le</strong> quali<br />

può essere datata alla fine del XIII secolo.162<br />

A capo vi era un priore nominato dal<strong>le</strong> badesse del Go<strong>le</strong>to e da queste<br />

scelto nell’ambito della comunità maschi<strong>le</strong> adiacente il loro monastero.<br />

Non è noto il numero di questi oblati o di serventi che risiedevano a Pierno<br />

ma è certo che esso aumentò in modo considerevo<strong>le</strong> con la progressiva crescita<br />

della ri<strong>le</strong>vanza economico-religiosa man mano assunta dalla primiti-<br />

160 G. GIORDANO, Croniche di Monrevergine, Napoli, 1669.<br />

161 L. Cappiello e S. Pagliuca, Santa Maria di Pierno: il santuario e i resti della badia, in Itinerari…op.<br />

cit. p. 142.<br />

162 Idem, p. 143.<br />

163

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