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Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

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io Galvano Lancia, sotto cui subisce un’altra distruzione. 120 Sulla fine del XIII<br />

secolo, Rapolla contava 2500 abitanti. 121 Essa era circondata da mura bastionate<br />

con quindici torri e fornita di un castello con fossato anche prima della arrivo<br />

dei normanni. Il castello di Rapolla è attestato sia nel 1059, perchè<br />

Roberto il Guiscardo fece tenere prigioniero il nipote Ermanno catturato a<br />

Cisterna, sia nel 1203, quando papa Innocenzo III invitava suo cugino<br />

Iacopo a sorvegliare i castelli di Bari, Melfi e Rapolla se non vo<strong>le</strong>va andare<br />

in Sicilia. 122<br />

Grazie alla platea redatta nel 1835, posta in appendice, riusciamo a collocare<br />

questo castello, posto nel piano detto il Castello. Di esso abbiamo una<br />

piccola descrizione: composto certamente da due piani, di cui il piano superiore<br />

era diviso in dodici stanze. Fornito di un atrio, su cui si affacciano<br />

due stanze, di una cisterna, e di un forno malandato. Alcune del<strong>le</strong> stanze erano<br />

affittate, ciò ci fa capire che nel 1835, questo castello era ancora in piedi<br />

e che certamente rivestiva un ruolo centra<strong>le</strong> nell’assetto urbanistico della città.<br />

“Sito nel piano detto il Castello. Composto d’un piano superiore di 12 stanze,<br />

d’un atrio con due stanze sottane, una cisterna ad olio, ed un forno diruto; ma è diruto,<br />

tal che viene riportato nel catasto all’articolo 680 coll’imponibi<strong>le</strong> di ducati 20<br />

sotto la denominazione di casa.” 123<br />

<strong>Gli</strong> Angioini portarono nuovi feudatari, nuove tasse e revisione dei reditti,<br />

così Erveo di Chevreuse nel 1271 ne diventa nuovo feudatario, nel 1276<br />

inquisisce e rivendica alcuni beni feudali da alcuni cittadini da cui si apprende<br />

che la città era divisa in sei parrocchie, cioè l’Episcopio, Santa Lucia,<br />

San Nicola, San Giovanni, Sant’Angelo e San Biagio. Sotto la cinta muraria,<br />

lungo il fossato, si aprivano grotte e cantine dotate di botti, il territo-<br />

120 N. Jamsilla, De rebus gestis Friderici II. Imperatoris eiusque filiorum Conradi et Manfredi, Apuliae<br />

et Siciliae regum, in G. Del Re, Cronisti e scrittori sincroni napo<strong>le</strong>tani, II, rist. Bologna 1975.<br />

pp. 156-157.<br />

121 G. Racioppi, Geog. e dem. della provincia di Basilicata ne’ sec. XIII e XIV (Arc. Stor. per <strong>le</strong> prov.<br />

Nap., an. XI, fasc. III).<br />

122 G. Fortunato, Rionero..., op. cit., Trani, 1899, p. 28.<br />

123 ASN, ACT, Platea Genera<strong>le</strong> dell’Amministrazione del Principe di Torella in Provincia di Basilicata<br />

del 1835 (appendice).<br />

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