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Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

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l’economia agricola.<br />

Nel contado venosino si incontrano comunità che si raccolgono intorno<br />

agli insediamenti religiosi più antichi, <strong>le</strong> quali danno vita alla formazione<br />

dei casali. Tra questi vi sono Maschito, Boreano, S. Maria in Pasca<strong>le</strong>,<br />

Acquavella, S. Chirico, S. Leonzio e Musanna. 208<br />

Lungo la direttrice extraurbana che col<strong>le</strong>gava Venosa con <strong>le</strong> aree interne<br />

della Basilicata e che insisteva sull’antico tracciato della romana Via Hercu<strong>le</strong>a,<br />

si incontrano <strong>le</strong> comunità monastiche di S. Giorgio, non distante dalla<br />

Chiesa di S. Maria di Montalbo, e di S. Nicola di Morbano. Dalla chiesa di<br />

S. Maria di Montalbo abbiamo una descrizione del 1696 “…Fuori di detta Città<br />

distante un miglio verso Ponente, si trova un’altra Chiesa grande, sotto titolo di Santa<br />

Maria Montalbo, qua<strong>le</strong> è coperta a tetti con una campana piccola, in testa vi è l’altare<br />

maggiore coll’ossatura di rilievo di Nostra Signora, vi si fà la festa il dì di Pasca<br />

di Resurrettione e tiene poche entrade.” 209<br />

Lungo la strada che conduceva a Melfi, sul piano del<strong>le</strong> Zoccolanti, vi<br />

era l’antica chiesa di S. Maria della Pace che nel XV secolo Pirro farà ampliare<br />

ed abbellire per ospitare la tomba di sua moglie Maria Donata Orsini.<br />

Questa chiesa “…consiste in una nave grande coperta a tetti a due penne, con tempiatura<br />

piana di tavo<strong>le</strong>, in testa vi è l’altare maggiore con custodia, ed a destra, et<br />

a sinistra di detta nave, vi sono molte Cappel<strong>le</strong> con cone di <strong>le</strong>gname dorate, e con<br />

quadri ad oglio, vi è la sagrestia con coro, ed apparati bastanti, vi sono tre calici, e<br />

croce d’argento, e vi sono due campane con picciolo campani<strong>le</strong>,” 210<br />

Non va dimenticata la presenza lungo i corsi d’acqua principali, di numerosi<br />

mulini ad acqua che trasformano in farina <strong>le</strong> messi di frumento prodotte<br />

in gran quantità dalla campagna. 211<br />

208 G. Cenna, op. cit., pp. 220-224.<br />

209 ASN, ACT, Apprezzo di Venosa del 1696 (documento n. 8)<br />

210 Idem.<br />

211 G. Cenna, Cronaca…., op. cit.<br />

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