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Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

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de<strong>le</strong>gatione, oltre altre spese, in maniera che nè esso Illustre Principe, nè li<br />

suoi creditori nè ricevono uti<strong>le</strong> veruno, anzi avanza ogni anno il debito per<br />

non soddisfarsi l’annualità, né suol finirsi di reparare il Castello di Venosa<br />

di gran’ magnificenza; per loche hà stimato esso Principe uti<strong>le</strong>, ed espediente<br />

per provedere a tanti danni d’assignare la tenuta di dette due Città; Onde<br />

hà trattato con esso Duca di Lavello per detta causa, con pagare docati quarantaduemila,<br />

vincolati per pagarnosi cioè docati 34 mila al Sacro Monte della<br />

Misericordia di questa Città creditore anteriore, e posteriore con Regij Assensi,<br />

in summa considerabi<strong>le</strong> di capita<strong>le</strong> e tempo o a suoi Cessionarij, e con li restanti<br />

docati 8000, sodisfare l’attrasso, che si deve delli suddetti pesi, et altro,<br />

e finire di reparare detto Castello di Venosa, e con quello che avanzarà<br />

possa esso Principe in qualche parte sovvenirsi nelli suoi gran bisogni e di<br />

più si convenerà di concedere al detto Duca facoltà di potersi convenire per<br />

quella summa potrà con Stefano di Vietri per ripigliarsi la giurisdittione ceduta,<br />

ed assegnata da esso Principe al detto de Vietri per conto del suo credito,<br />

acciò possa detto Duca unitamente colla tenuta havere l’esercitio di detta<br />

giurisdittione, promettendo esso Principe di non pretendere alimenti, o<br />

altro, sopra li frutti di dette due Città, che si daranno in tenuta, o per titolo<br />

del Grandato, che vi è, o per altra qualsiasi causa, atteso per li suoi alimenti,<br />

né tiene l’assignamento bastante sopra il suo stato di Piombino, et all’incontro<br />

possa esso Principe ripigliarsi dette tenuta, ma non prima d’anni dieci, pagando<br />

però prima al detto Duca, non solamente li suoi docati 42 mila, con<br />

tutto quello, che pagasse al detto Stefano di Vietri per rihavere la detta giurisdittione,<br />

ma tutto quello, che detto Duca medio tempore acquistasse di<br />

beni, e crediti sopra dette due Città per gli acquisti abbia sempre la specia<strong>le</strong><br />

hipoteca con il privi<strong>le</strong>ggio di prelatione ad ogn’altro, con chi havesse poi<br />

contratto il detto Principe, e supplicarno Sua Maestà, che sopra ciò si degnasse<br />

concedere il suo Rega<strong>le</strong> assenso sopra l’istrumento stipulando.<br />

Sopra al qua<strong>le</strong> assenso fù da Sua Maestà il Supremo Consiglio d’Italia<br />

interposto decreto, che si stipuli il contratto con istromento del Giudice de<strong>le</strong>gato<br />

del Stato di Venosa, intesi li creditori, e presenti l’istrumento.<br />

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