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Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

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Con la scoperta di nuove fonti tratte dai documenti privati, la conoscenza<br />

della storia d’Italia consegue sostanziali progressi, i quali si convertono in<br />

un effettivo riconoscimento del fondamenta<strong>le</strong> apporto che proprio e particolarmente<br />

in Italia <strong>le</strong> famiglie e <strong>le</strong> singo<strong>le</strong> individualità hanno dato dall’affinamento<br />

della civiltà e all’evoluzione del<strong>le</strong> istituzioni.<br />

Per questo motivo gli archivi privati hanno specifico valore in un territorio<br />

come l’Italia meridiona<strong>le</strong> in cui il feuda<strong>le</strong>simo, pur sotto aspetti del<br />

tutto precipui, sopravvive fino al XIX secolo, e assai di frequente la storia dello<br />

Stato finiva col confondersi con la storia di questa o quella famiglia, in questo<br />

o quel momento, in questa o quella regione, assurgendo a posizione dominante<br />

fino a contendere, talora con successo, <strong>le</strong> prerogative della sovranità<br />

al potere centra<strong>le</strong>. Ma anche al di fuori del<strong>le</strong> scritture di precipua natura<br />

feuda<strong>le</strong>, grande è il contributo che <strong>le</strong> carte di famiglia e di particolari personaggi<br />

o imprese e aziende possono dare agli studi del periodo rinascimenta<strong>le</strong><br />

o ancor meglio sul prob<strong>le</strong>ma del Seicento, sulla rinascita spiritua<strong>le</strong> settecentesca,<br />

sul prob<strong>le</strong>ma della formazione del nuovo ceto dirigente.<br />

Questo è anche il caso dell’ACT, che solo da una quarantina di anni e<br />

stato acquisito dall’ASN secondo la forma prevista per il deposito volontario<br />

dall’art. 71 del Regolamento degli Archivi di Stato del 1911.<br />

Il 3 maggio 1960 l’archivio di famiglia venne depositato nell’ASN per<br />

volontà del marchese Giacomo <strong>Caracciolo</strong>, grazie all’opera di Riccardo<br />

Cisternino, funzionario dell’ASN.<br />

Il Cisternino era stato sol<strong>le</strong>citato da una studiosa francese Françoise Mal<strong>le</strong>t,<br />

che, trovandosi a studiare la figura di Cristoforo Saliceti dovette consultare<br />

l’archivio privato dei <strong>Caracciolo</strong>. Saliceti, ministro di polizia e di guerra<br />

dal 1806 prima con Giuseppe Bonaparte e poi ministro del<strong>le</strong> finanze con<br />

Giocchino Murat, era il padre di una certa Carolina che sposò Giuseppe<br />

<strong>Caracciolo</strong> Principe di Torella e Duca di Lavello. Furono proprio <strong>le</strong> ricerche<br />

della Mal<strong>le</strong>t sul ramo dei <strong>Caracciolo</strong> a metterla in contatto col funzionario<br />

Cisternino, e da un loro colloquio nacque l’idea di proporre al marchese<br />

<strong>Caracciolo</strong> di procedere alla donazione dell’archivio di famiglia.<br />

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