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Gli apprezzi e le platee dell'archivio Caracciolo - Precedente ...

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va grancia verginiana.<br />

Fondamenta<strong>le</strong> per lo sviluppo della comunità fu lo stretto <strong>le</strong>game che<br />

la chiesa ebbe fin dall’inizio con la potente famiglia dei Balvano, feudatari<br />

del<strong>le</strong> terre di Armaterra e di Vitalba nel cui tenimento la badia ricadeva. I<br />

suoi esponenti non solo fornirono <strong>le</strong> risorse necessarie alla sussistenza della<br />

comunità religiosa, ma la dotarono di estesi possedimenti terrieri che già<br />

prima della fine del XIII secolo raggiunsero <strong>le</strong> dimensioni di un vero e<br />

proprio feudo.163<br />

Le prime più consistenti donazioni patrimoniali attestate risalgono al<br />

1174 e al 1187 e furono fatte da Riccardo di Balvano, giustiziere e contestabi<strong>le</strong><br />

del regno, nel<strong>le</strong> mani del priore Angelo e del sacerdote Bartolomeo i quali<br />

a quel tempo erano a capo della comunità religiosa.164 Il figlio di Riccardo,<br />

Gilberto II, fu invece il promotore ed il finanziatore dei lavori di ristrutturazione<br />

della chiesa effettuati tra il 1189 e il 1197 dai va<strong>le</strong>nti maestri lapicidi<br />

di Muro Lucano facenti capo ai famosi fratelli Sarolo. A questi bisogna far<br />

risalire il porta<strong>le</strong> di accesso alla chiesa. Inserito tra <strong>le</strong> due <strong>le</strong>sene del protiro,<br />

il porta<strong>le</strong> contrasta con la sobria composizione architettonica della chiesa,<br />

in quanto esso è ricco di decorazioni artistiche, costituite da picco<strong>le</strong> figure<br />

in rilievo raffiguranti rosette, foglie, fiori vasi, mani, animali antropomorfi<br />

e alcune teste umane raffiguranti il volto di Gilberto di Balvano o dello stesso<br />

Sarolo. A questo interesse artistico va aggiunto l’interesse storico derivante<br />

dal<strong>le</strong> copiose iscrizioni latine che sono scolpite su di esso. Sia l’archivolto esterno<br />

che la lunetta sottostante e l’architrave presentano infatti iscrizioni attinenti<br />

la chiesa nonché preziose notizie per la ricostruzione del sito. Infatti<br />

tra <strong>le</strong> iscrizioni si <strong>le</strong>gge la data di inizio e della fine dei lavori: il 1189 e il 1197;<br />

il nome del signore che sostenne la spesa: Gilberto di Balvano; e il nome del<br />

maestro che attese alla lavorazione della chiesa: Sarolo. Questa ultima no-<br />

163 G. Fortunato, Santa Maria di Perno, Trani 1899, p. 12.<br />

164 G. Fortunato, Santa Maria di Vitalba, Trani 1898, p. 45.<br />

165 G. Fortunato, Santa Maria di Perno, op. cit., p. 12.<br />

164

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