Le Giornate del Cinema Muto 2005 Sommario / Contents
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isqué, as The Romance of a Queen). The Hungarian version is<br />
particularly interesting for its authentic European settings, and also because<br />
Mrs. Glyn had a notable liking for Hungarians, especially males.The major<br />
change in the adaptation is to dissipate the mystery of The Lady, with a fairly<br />
lengthy account of her life at court before she takes off on her Swiss<br />
vacation. In other respects the chronicle of passion follows Mrs. Glyn, even<br />
to the tiger skin. Paul Verdayne becomes the scion of a family named Terényi,<br />
or von Tedeschi in the German titles.<br />
The film is particularly interesting as the only surviving silent film featuring<br />
Sári Fedák, the most famous prima donna of Hungarian operetta in the first<br />
two decades of the 20th century, whom Mrs. Glyn would no doubt have<br />
found appropriate casting for the role of The Lady. A very contradictory<br />
personality, Fedák was admired not only by the audience but by a number<br />
of famous writers, among them Sándor Bródy, Ferenc Molnár (whom she<br />
later married), and the poet Endre Ady, who celebrated her in a poem. She<br />
also attracted many enemies.Though her dramatic abilities were disputed<br />
by some critics, her talent as a dancer was universally acknowledged. In<br />
1901 she had appeared in the first Hungarian film, A táncz (The Dance),<br />
and later she worked in two films of 1913 (Márta, directed by Ödön Uher<br />
Jr., and Rablélek [The Captive Soul], directed by Mihály Kertész [later<br />
Michael Curtiz]). Márton Garas, who cast her in Three Weeks, preferred<br />
to work with the most famous female theatre actresses of the period, such<br />
as Irén Varsányi, <strong>Le</strong>opoldine Konstantine, and Margit Makay.<br />
The original 35mm nitrate print is preserved in the collection of<br />
Filmmuseum Berlin. – GYONGYI BALOGH, DAVID ROBINSON<br />
BEYOND THE ROCKS (L'età di amare) (Paramount/Famous<br />
Players-Lasky, US 1922)<br />
Re./dir: Sam Wood; prod: Jesse Lasky; scen: Jack Cunningham, dal<br />
romanzo di/from the novel by Elinor Glyn; f./ph: Alfred Gilks; mus:<br />
Henny Vrienten; cast: Gloria Swanson (Theodora Fitzgerald), Rudolph<br />
Valentino (Lord Hector Bracondale), Edythe Chapman (Lady<br />
Bracondale, sua madre/Hector’s mother), Alec B. Francis (Captain<br />
Fitzgerald), Robert Bolder (Josiah Brown), Gertrude Astor (Morella<br />
Winmarleigh), Helen Dunbar (Lady Ada Fitzgerald), Raymond<br />
Blathwayt (Sir Patrick Fitzgerald), F.R. Butler (Lord Wensleydon), June<br />
Elvidge (Lady Anna Anningford, la sorella di Hector/Hector’s sister),<br />
Mabel van Buren (Jane McBride); lg. or./orig. l: 6740 ft.; 35mm, 7290 ft.,<br />
81’ (24 fps), versione streteched/stretched version, imbibizione/tinted,<br />
Nederlands Filmmuseum.<br />
Didascalie in inglese / English intertitles.<br />
Theodora Fitzgerald (Gloria Swanson), la classica rosa inglese, sposa<br />
un anziano milionario per aiutare la famiglia caduta in disgrazia, pur<br />
amando in realtà il bel Lord Bracondale (Valentino). Non ci si stupisca<br />
di tale sentimento, dato che Bracondale le salva la vita due volte,<br />
dapprima quando cade in acqua e poi quando precipita da un dirupo<br />
in montagna. Essi si sforzano peraltro di soffocare quest’illecita anche<br />
se travolgente passione. Quando il marito di Theodora scopre la verità<br />
117<br />
decide di sacrificarsi in una pericolosa spedizione in Nordafrica, dove<br />
viene provvidenzialmente assassinato dai banditi: morendo, unisce<br />
teneramente le mani di Theodora e di Bracondale.<br />
Alcune elaborazioni <strong>del</strong> copione furono troppo persino per Madame<br />
Glyn, che nel 1929 ebbe a dire ai giornalisti, “Fui così disgustata dai<br />
cambiamenti apportati al film che me ne tornai in Europa … Non farò<br />
mai più un altro film se le idee altrui devono distruggere la chiarezza<br />
dei miei personaggi. Non mi sta bene che si faccia <strong>del</strong>la commedia<br />
dove non è il caso di farla. Spetta al regista comunicare la psicologia<br />
dei personaggi senza darne un’interpretazione totalmente falsa.”<br />
La Paramount pubblicizzò il film come “un’affascinante sequela di<br />
avvenimenti coinvolgenti, splendidi abiti e sfondi mozzafiato”.All’epoca<br />
la critica non fu tenera; Photoplay liquidò il film come “pacchiano …<br />
una storia glynesca d’amore vero, magioni avite e le infide Alpi”. Si disse<br />
che il pubblico si metteva a ridere quando Valentino salvava la vita a<br />
Gloria una volta di troppo, su quelle Alpi di cartone. Il New York Times<br />
fu severo:“Se i protagonisti non fanno molto di più che che indossare<br />
abiti, e se gran parte <strong>del</strong>l’azione ha luogo su montagne chiaramente<br />
fasulle, davanti a quelli che sembrano fondali dipinti, il risultato può<br />
essere interessante? Non per coloro che da uno spettacolo si<br />
aspettano un po’ di carattere e di verità.”<br />
Nonostante tutto questo, il film riscoperto si dimostra decisamente<br />
guardabile. Ciò che soprattutto colpisce lo spettatore moderno è il<br />
fatto che, per quanto possa essere una sciocchezza, Beyond the Rocks<br />
è interpretato con un’abilità ed una sincerità tali da meritare rispetto.<br />
Valentino è una grande scoperta, con uno stile recitativo sensibile,<br />
sobrio e molto moderno. La Swanson si lascia a volte trascinare in<br />
eccessi da diva <strong>del</strong> muto (“Noi allora avevamo il volto”, dirà Norma<br />
Desmond), ma al suo meglio è un’attrice meravigliosamente<br />
espressiva, oltre che di un’eleganza incomparabile.<br />
L’attrazione tra queste affascinanti, carismatiche giovani bellezze è<br />
ancora autentica. E la copia riscoperta ha un bonus speciale. Come<br />
ricordava Gloria Swanson, le scene d’amore furono tutte girate due<br />
volte: adeguatamente castigate per la versione americana, ben più<br />
sensuali per la distribuzione in Europa. La copia restaurata proviene<br />
dal negativo europeo, così nel <strong>2005</strong> potremo finalmente apprezzare la<br />
versione meno castigata <strong>del</strong> convegno amoroso tra le due superstar.<br />
L’interesse per la riscoperta <strong>del</strong> film ha indubbiamente a che fare con<br />
il fascino che hanno i tesori nascosti. Nel 2000 il Nederlands<br />
Filmmuseum entrò in possesso <strong>del</strong>la collezione <strong>del</strong>l’ottantasettenne<br />
Joop Van Loiempd: si trattava di duemila scatole arrugginite di film,<br />
poche <strong>del</strong>le quali etichettate, ed in genere con l’identificazione<br />
sbagliata. Il processo di identificazione e catalogazione dei contenitori<br />
è stato lento, ma sin dalle prime fasi i ricercatori hanno scoperto un<br />
paio di rulli di Beyond the Rocks, da tempo ritenuto perduto. Ci sono<br />
voluti peraltro quasi tre anni prima che il resto – compresa la versione<br />
quasi completa <strong>del</strong> film – venisse finalmente alla luce e potesse avere<br />
inizio il laborioso e costoso processo di restauro, generosamente<br />
sponsorizzato dalla ING di Amsterdam.<br />
Il Nederlands Filmmuseum ha realizzato un lavoro di restauro<br />
ELINOR GLYN