Tesi di laurea - Ambiente - Regione Emilia-Romagna

Froebel, veniva considerata la sua valenza educativa in quanto complessa e
variegata realtà naturale e culturale, che rimanendo fuori dall’aula scolastica,
era una preziosa fonte di esperienze, di risorse, di scoperte educative che
permeavano tutte le fasi di sviluppo dell’individuo (Beccastrini, 2005).
Volendo anche uscire dal contesto pedagogico, emerge comunque che tutta la
storia dell’umanità è costellata di uomini che si sono interrogati circa il senso
delle relazioni uomo-natura come ad esempio San Francesco, Leonardo da
Vinci, che hanno praticato e diffuso l’educazione ambientale prima ancora che
questa nascesse. La coscienza ambientale è dunque sempre esistita. Oggi,
questa non servirebbe se l’umanità avesse seguito la saggezza ecologica e
avesse, quindi, vissuto come parte del sistema naturale rispettandolo senza
invece arrivare a un rapporto di sfruttamento (Angelini e Pizzuto, 2007).
Nonostante l’importanza della natura nel processo formativo ed educativo, con
l’affermarsi della modernità l’asse culturale portante si è andato
progressivamente spostando verso l’uomo e la tecnologia a tutto sfavore
dell’ambiente.
La fiducia nella tecnologia e nella scienza e il loro sviluppo hanno fatto quasi
completamente dimenticare che l’uomo è parte di sistemi più ampi da cui
dipende.
Quando si è compreso che il rapporto uomo-natura era basato sullo
sfruttamento delle risorse globali per l’aumento costante della produzione ai
fini del consumo, dovuto inoltre solamente ad una parte della popolazione
mondiale e cioè quella ricca, ci si rese conto che occorreva più che mai un
cambiamento culturale che portasse a pratiche più eco-compatibili.
L’Educazione Ambientale è dunque nata come rimedio per contrastare un
danno.
Un danno non solo ambientale, ma anche sociale rivelato anche dai dati sulla
disparità economica più recenti. «A fronte di una crescita economica globale
enorme (dal 1950 al 1996 il Pil mondiale è passato da 4.000 a 23.000 miliardi
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