Tesi di laurea - Ambiente - Regione Emilia-Romagna

Il modello dialogico guida la riflessione dell’Educazione Ambientale a livello
nazionale e internazionale, infatti è proprio questo che si è affermato nel corso
degli anni ’90 e che attualmente è considerato un punto di riferimento per la
maggior parte degli attori di questo settore educativo. L’ottica sistemica
acquista un’importanza centrale e l’approccio metodologico è di ricerca ed
ecologico. Il soggetto ha ruolo centrale e la riflessione educativa si intreccia
con quella ambientale. L’approccio contenutistico, con la predominanza di tale
modello, è oggi ormai completamente sorpassato. L’accento è sulle modalità
di svolgimento dei processi educativi, cioè sulla qualità del processo di
apprendimento e non più sulla quantità di informazioni trasmesse. Assume una
forte rilevanza l’integrazione e il dialogo continuo tra gli attori coinvolti e il
lavoro in rete.
Questo modello ha rappresentato un punto di riferimento comune per
l’Accordo di programma in materia In.F.E.A. tra Stato, Regioni e Province
autonome (Conferenza Stato-Regioni, 2000), di cui approfondirò il discorso in
seguito.
Secondo il nuovo modello interpretativo dell’Educazione Ambientale è
fondamentale la promozione di «un approccio conoscitivo (il pensiero
ecologico) che metta in evidenza le relazioni di profonda e complessa
interdipendenza esistenti tra i fenomeni su scala globale e le relazioni di
interdipendenza tra i vari soggetti (persone, istituzioni, associazioni . . .) che
su scala locale concorrono nel generarli (intreccio locale – globale )»
(Angelini A. e Pizzuto P., 2007: p.229).
È cambiato quindi il modo di intenderla.
Sono cambiati i soggetti: non sono più soltanto bambini e ragazzi, ma anche
adulti. I semplici cittadini vanno coinvolti nei processi di Educazione
Ambientale e accanto a loro anche coloro che amministrano, coloro che
governano e come tali prendono le decisioni, e coloro che hanno le
competenze tecniche per intervenire.
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