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scuola dottorale di diritto europeo, storia e sistemi giuridici dell ...

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La programmazione assume, poi, il carattere <strong>dell</strong>a interattività 63 . Tale<br />

carattere deve essere inteso in una duplice accezione: da un lato, come<br />

relazione funzionale tra più organi, anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa tipologia, <strong>dell</strong>a stessa<br />

organizzazione (si pensi alle relazioni <strong>di</strong> tipo top-down tra organo <strong>di</strong><br />

governo, titolare del centro <strong>di</strong> responsabilità amministrativa e <strong>di</strong>rigenti<br />

afferenti al medesimo centro, al fine <strong>di</strong> stabilire gli obiettivi strategici<br />

<strong>dell</strong>’amministrazione <strong>di</strong> riferimento 64 ); dall’altro, come interazione<br />

reciproca tra l’amministrazione e l’ambiente esterno 65 .<br />

Non a caso, nelle organizzazioni più evolute, le tecniche <strong>di</strong><br />

programmazione considerano l’ambiente esterno in un’ottica <strong>sistemi</strong>ca <strong>di</strong><br />

relazioni <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza, dalle quali poter ricavare utili informazioni per<br />

il miglioramento continuo <strong>dell</strong>’azione amministrativa, con la conseguenza <strong>di</strong><br />

spostare il campo <strong>di</strong> indagine dalle esigenze meramente razionalizzatici<br />

<strong>dell</strong>’attività dei pubblici poteri all’analisi anticipatrice <strong>dell</strong>e tendenze future<br />

<strong>dell</strong>’organizzazione, anche in funzione <strong>dell</strong>e esigenze degli stakeholders 66 .<br />

La programmazione, infine, presenta la caratteristica <strong>dell</strong>’iteratività,<br />

dovendo garantire una continuità ciclica nel tempo, nella forma del processo<br />

63 J. MAGRETTA, N. STONE, Management scientifico, trad. it. C. Negri, Milano, Egea, 2004,<br />

93, riferiscono il carattere <strong>dell</strong>’interattività anche al concetto <strong>di</strong> strategia; secondo gli<br />

Autori, il pensiero strategico “prende atto che il mondo è pieno <strong>di</strong> potenziali rivali e alleati e<br />

tiene conto sia <strong>dell</strong>a competizione sia <strong>dell</strong>a cooperazione”.<br />

64 La materia è trattata, più <strong>di</strong>ffusamente, nell’ambito del capitolo secondo. In tema, si v. M.<br />

D’ORSOGNA, Programmazione strategica, cit., 134, la quale in<strong>di</strong>vidua tre livelli in cui si<br />

articola il processo <strong>di</strong> programmazione strategica: un primo livello corporate, identificabile<br />

con la <strong>di</strong>mensione politica <strong>dell</strong>’organizzazione; un secondo livello business, che coincide<br />

con la <strong>di</strong>rigenza <strong>di</strong> vertice; un terzo livello funzionale, rappresentato dagli organi<br />

burocratici chiamati a dare attuazione concreta ai programmi.<br />

65 S. RUSSO, Il management amministrativo, cit., 113.<br />

66 Così G. FERRARA, Pianificazione strategica, in L. CASELLI (a cura <strong>di</strong>), Le parole<br />

<strong>dell</strong>’impresa, II, Milano, FrancoAngeli, 1995, 361, che afferma che “le analisi finalizzate<br />

alla formulazione <strong>dell</strong>a strategia sono essenzialmente incentrate sull’in<strong>di</strong>viduazione <strong>dell</strong>e<br />

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