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BarbecueCon Expo 2015 Milano rinnovale sue tradizioni nelle carnidi Rolando GiustiCome si cucina la veracostoletta alla milanese?E, soprattutto, la costolettaè proprio milanese?Un’interessante contributoa riguardo è stato scr<strong>it</strong>torecentemente da RobertoPerrone sul Corriere dellaSera. Nel servizio c<strong>it</strong>ato,si parte addir<strong>it</strong>tura dalMedioevo per ricordarela grande tradizione di unpiatto ancora oggi cosìfortunato – Una ricettamilanese che l’Austria ciinvidia.Carlo Cracco.m<strong>Foodmeat</strong><strong>Foodmeat</strong><strong>Foodmeat</strong><strong>Foodmeat</strong>ilano. Come si cucina la veracostoletta alla milanese? E,<strong>Foodmeat</strong> 20 maggio 2013soprattutto, la costoletta è propriomilanese? Un’interessante contributoa riguardo è stato scr<strong>it</strong>to recentementeda Roberto Perronesul Corriere della Sera. Nel servizioc<strong>it</strong>ato, si parte addir<strong>it</strong>tura dalMedioevo per ricordare la grandetradizione di un piatto ancora oggicosì fortunato.Secondo gli esperti di cucina storica,non ci sarebbe plagio, ma solodue percorsi differenti, in ciòche ha portato a definire la WienerSchn<strong>it</strong>zel, vero e proprio orgoglioaustriaco, e la costoletta milanese.Quest’ultima, chiamatain latino maccheronico “lomboloscum pan<strong>it</strong>o”, è c<strong>it</strong>ata peraltroin un pranzo organizzato dall’abatedi Sant’Ambrogio per i canonicinel 1134. Tuttavia, “<strong>mo</strong>lti secolidopo – racconta Perrone - sonoarrivati gli austriaci ed è iniziata lacontesa. I sudd<strong>it</strong>i milanesi dell’imperatore,accusati di aver copiatola Wiener Schn<strong>it</strong>zel, quasi insorseroe ci volle una lettera ufficialedi Radetzky all’aiutante di campodi Francesco Giuseppe, il contedi Attems, per placare gli animi.Il feldmaresciallo ammise “di nonaver mai mangiato una simile pietanzain Austria”. Attems rispose:“Basta una cotoletta a fortificarel’ani<strong>mo</strong> del ribelle lombardo”. Piùche l’argent , è il cibo che provocale guerre più cruente”.A parte l’aneddotica storica, c’èuna differenza fondamentale chepassa tra la Wiener Schn<strong>it</strong>zel e lacostoletta tradizionale milanese:la prima non prevede l’osso, mentrela seconda sì, almeno nella ricettapiù tradizionale. Non è invececosì assoluta la distinzione intermini di varietà di carne; in ognicaso, quella milanese privilegia ilv<strong>it</strong>ello, mentre quella austriaca ilmaiale.Prendendo quindi per valida la tesiche la costoletta milanese sisia sviluppata in totale autonomiarispetto alla ricetta viennese,il problema si sposta sull’altezzadella fetta di carne. Anche quile divers<strong>it</strong>à non mancano e, perla ver<strong>it</strong>à, la scelta sullo spessorepuò essere fatta rientrare nello“stile” del cuoco, perché dellespecifiche a riguardo non sonoscr<strong>it</strong>te in alcun disciplinare. Comunque,i dettagli non vanno trascurati:la carne non deve essereinfatti battuta eccessivamente,“altrimenti con la panatura – ricordaPerrone - si rischia di perdere ilgusto della carne e mangiare solo(Carlo Cracco dix<strong>it</strong>) pane e uovofr<strong>it</strong>to. Li<strong>mo</strong>ne e rosmarino, po<strong>mo</strong>dorinie rucola, poi, sono da bandire.La costoletta è effervescentenaturale. Negli ultimi vent’anni– prosegue Perrone - la costolettaha avuto storiche rivis<strong>it</strong>azioni, comeracconta Carlo Cracco nel suo«Se vuoi fare il figo usa lo scalogno»(Rizzoli): «Mi piace ricordaredi quando con Marchesi (...) sifece la prima “costoletta alla milanesescomposta”: in pratica siprendeva una costoletta di v<strong>it</strong>ellointera e la si tagliava in quattroo cinque pezzi. Si impanava esi cuoceva anche l’osso e poi, coni vari pezzi, si ricostruiva la costolettanel piatto, ridandole la formaoriginale». Sia il Maestro Gualtieroche Carlo, negli ultimi anni, l’hannoulteriormente rivis<strong>it</strong>ata. Crac-Segue a pag 59➥

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