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Pri<strong>mo</strong> pianoOccupazione, in soli 2 anni5.000 posti di lavoro in menoL’occupazione del settore alimentarechiude il 2012 con un valoredi segno negativo per il 6,6 percento delle imprese. Una erosionedei livelli occupazionali, derivantedalla mancata sost<strong>it</strong>uzionedel turn over fisiologico, che s<strong>it</strong>raduce in circa 5mila posti di lavoroin meno negli ultimi due anni.Secondo l’analisi congiunturaleFormat Research-Federalimentare,condotta su un campione di1.000 imprese del settore distribu<strong>it</strong>enell’intero terr<strong>it</strong>orio nazionale,sono infatti circa il 10 per centole aziende che hanno dichiaratodi aver dovuto ridurre l’organico.Va però rilevato che, di contro,circa il 4 per cento delle impreseprevede nuove assunzioninel 2013.➥Segue da pag 40le imprese che effettueranno investimentinel prossi<strong>mo</strong> biennio),dell’occupazione (persi 5.000 postidi lavoro) e dell’accesso al cred<strong>it</strong>o(1/3 delle imprese che hannochiesto un fido ha avuto un es<strong>it</strong>onegativo, con risposte inferiorialle richieste o con richieste nonaccolte).A lanciare il grido d’allarme è Federalimentare,in occasione dellapresentazione del bilancio 2012dell’Industria alimentare Italianae della valutazione delle prospettiveper il 2013.«Nella crisi non esistono isole felici– dichiara Filippo Ferrua Magliani,presidente di Federalimentare– finora l’industria alimentareha saputo confermare la sua vocazionealla qual<strong>it</strong>à, ma l’erosionedell’occupazione, la riduzione dellapropensione agli investimenti ela difficoltà nell’accesso al cred<strong>it</strong>osono il riflesso di una spirale involutivadel Paese che ci fa guardareal futuro con preoccupazione.Per sostenere l’Industria buona,portia<strong>mo</strong> all’attenzione del nuovoGoverno un documento programmaticosu alcune aree di interventodi rilancio del settore (fisco, internazionalizzazione,pol<strong>it</strong>iche europee,educazione alimentare e ricercae innovazione)».«Bisogna in particolare ridurre lapressione fiscale fermando ogn<strong>it</strong>assazione impropria, come foodtax o accise, contrastare l’aumentodell’aliquota del 21 per centoprevisto a luglio 2013 e ridurrel’incidenza fiscale dei costi d<strong>it</strong>rasporto e dell’energia; sostenerel’internazionalizzazione, adottareuna pol<strong>it</strong>ica fieristica chiarae lungimirante e lottare contro lacontraffazione; partecipare attivamenteal dibatt<strong>it</strong>o sulla revisionedella Pac, in particolare riguardoai temi dell’approvvigionamento edella secur<strong>it</strong>y alimentare».<strong>Foodmeat</strong> 42 maggio 2013Format: calano le imprese cheinvestiranno nel biennio 2013-14Emerge anche il ruolo dell’industriaalimentare come driver deltessuto economico <strong>it</strong>aliano perquanto concerne gli investimenti:il 45 per cento delle impresealimentari ha dichiarato di essereintenzionato ad effettuare investimentinel prossi<strong>mo</strong> biennio, conun calo di circa 13 punti percentualerispetto al 2011-2012.Accesso al cred<strong>it</strong>o cr<strong>it</strong>ico,1/3 di risposte negative dallebancheE anche per i più “coraggiosi” chedecidono di investire nonostantetutto, l’accesso al cred<strong>it</strong>o si fasempre più difficile: la ricerca Format/Federalimentarerivela chein un anno 1/3 delle aziende chehanno fatto richiesta di accessoal cred<strong>it</strong>o hanno visto accordatoun am<strong>mo</strong>ntare inferiore a quellorichiesto o hanno visto la richiestanon accolta. Va anche rilevatoche ad essere penalizzate sonosoprattutto le piccole realtà, datoche le condizioni del cred<strong>it</strong>o applicatealle aziende alimentari peggioranoman mano che la dimensioneoccupazionale di queste ultimediminuisce.Fatturato 2012 a 130 miliardi dieuro, produzione tiene a -1,4 percentoSecondo le stime del Centro StudiFederalimentare, nell’anno appenaconcluso il fatturato dell’industriaalimentare ha raggiuntoi 130 miliardi di euro, con unaumento del +2,3 per cento sul2011 legato esclusivamenteall’effetto prezzi. Infatti la produzionein termini quant<strong>it</strong>ativi è calatadel -1,4 per cento sull’annoprecedente a par<strong>it</strong>à di giornate lavorative.Va sottolineato comun-Segue a pag 44➥

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