Pri<strong>mo</strong> piano➥Esportazioni di prodotti del Made in Italy agroalimentareIn milioni di euroProdottomilioni euro Peso % 1 Saldo norm. Var. % annue2012 08/07 09/08 10/09 11/10 12/11- Vini e spumanti, di cui: 4.655 22,0 88,0 3,8 - 4,6 11,4 12,4 6,6- Vini 4.031 19,1 91,9 2,3 - 3,0 11,0 11,0 5,5- Spumanti 624 3,0 66,3 15,0 - 15,6 14,5 23,5 13,8- Frutta fresca e secca (escl. banane, noci di cocco,datteri, fichi, ananassi, avocadi, manghi)2.873 13,6 28,9 9,0 - 19,2 21,7 2,1 4,7- Preparazioni di ortaggi, legumi e frutta, di cui: 2.848 13,5 47,3 14,4 - 1,4 3,3 5,4 6,1- Conserve di po<strong>mo</strong>doro 1.351 6,4 86,1 21,8 8,6 - 1,7 0,4 3,2- Succhi di frutta e agrumi 555 2,6 40,7 11,7 - 17,4 14,7 12,8 6,7- Pasta 2.067 9,8 93,7 29,8 - 9,5 - 1,8 8,0 6,7- Formaggi e latticini, di cui: 1.975 9,4 9,8 8,1 - 0,9 15,0 15,1 3,5- Formaggi grana/parmigiano 768 3,6 99,5 5,5 1,1 25,9 20,5 - 0,7- Pecorino/fiore sardo 117 0,6 91,6 0,2 - 6,0 - 13,4 7,9 17,9- Gorgonzola 89 0,4 99,9 1,5 - 5,6 4,4 13,0 3,4- Prodotti della panetteria, della biscotteria e dellapasticceria1.441 6,8 40,1 9,7 2,1 10,9 7,2 8,7- Prodotti dolciari a base di cacao 1.265 6,0 40,1 2,1 - 2,4 14,7 9,0 17,1- Olio d’oliva 1.202 5,7 3,9 4,0 - 13,2 15,0 6,1 2,4- Preparazioni e conserve suine, di cui: 1.068 5,1 71,6 1,1 2,4 13,6 6,7 6,9- Prosciutti, speck, culatelli 572 2,7 86,2 - 2,2 2,2 12,1 6,4 6,1- Salumi e insaccati 344 1,6 73,4 5,4 3,2 15,0 6,4 5,7- Ortaggi freschi (escl. patate, cipolle e cetrioli) 931 4,4 33,4 3,7 - 0,7 32,6 - 9,9 2,7- Riso semilavorato e lavorato 406 1,9 86,3 44,0 - 2,8 - 6,2 - 2,9 - 0,3- Aceti commestibili 224 1,1 83,9 - 0,4 - 3,4 19,7 8,1 5,9- Ver<strong>mo</strong>uth 172 0,8 97,6 - 10,4 - 10,1 9,8 2,0 11,6Totale made in Italy agroalimentare 21.127 66,3 47,3 9,6 - 6,2 11,4 6,9 6,2Totale agroalimentare 31.851 - 10,8 8,7 - 6,2 12,8 8,7 5,4 6,51Il peso % dei singoli prodotti si riferisce alla voce “totale made in Italy agroalimentare”, quello del totale made in Italy agroalimentare alla voce “totaleagroalimentare”.Fonte: elaborazione Ismea su dati IstatSegue da pag 58ticolare tra i paesi terzi sono diminu<strong>it</strong>ein misura consistente le importazioniprovenienti dall’Argentina(-30,4 per cento), dagli StatiUn<strong>it</strong>i (-15,1 per cento) e dalla Cina(-10,2 per cento), mentre risultanoin incremento quelli provenientidall’Indonesia (+6,6 per cento),sull’onda di un trend pos<strong>it</strong>ivo chedura da anni e che ha portato ilpaese ad essere il secondo forn<strong>it</strong>orenon comun<strong>it</strong>ario, dopo il Brasile.Quasi l’80 per cento delle importazioniprovenienti dall’Indonesiaè cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da olio di palma, dicui quasi il 60 per cento è per usotecnico o industriale non alimentare.L’incremento delle importazionidi olio di palma ha riguardatosia quello per uso alimentare chequello per uso tecnico e industrialenon alimentare, per cui l’importè centuplicato negli ultimi 10 anni,probabilmente anche in relazioneall’utilizzo nell’industria del biodiesel.La riduzione degli scambi conl’Argentina è generalizzata e derivadalle pol<strong>it</strong>iche protezionistichemesse in atto recentemente dalgoverno, quella delle importazionidagli Stati Un<strong>it</strong>i è imputabile in largaparte al calo delle importazionidi cereali. In amb<strong>it</strong>o comun<strong>it</strong>ario,invece, alla riduzione delle importazionidalla Francia (-5,6 per cento),dai Paesi Bassi (-3,1 per cento)e dalla Spagna (-0,8 per cento),è corrisposto un incremento diquelle austriache (+6,2 per cento)e la stazionarietà di quelle tedesche(+0,02 per cento).Le dinamiche degli scambi agroalimentaridell’ulti<strong>mo</strong> anno hannofatto sì che il disavanzo dellabilancia commerciale si riducesse,soprattutto per quanto riguardagli scambi extracomun<strong>it</strong>ari.Il saldo normalizzato, che misurala dipendenza dall’estero di unsettore, è migliorato, soprattuttoper quanto riguarda i paesi terzi(è passato dal -11,2 del 2011 al-2,6 del 2012). Permane tuttaviauna s<strong>it</strong>uazione generale di dipendenzadall’estero dell’agroalimentare<strong>it</strong>aliano, con un saldo normalizzatopari a -10,8.gli scambi per prodottoI settori per cui l’Italia presentaun livello di export nettamente superioreall’import sono: “vino e<strong>mo</strong>sti”, “frutta fresca e trasformata”,“ortaggi freschi e trasformati”.Quelli per cui è particolarmentedefic<strong>it</strong>aria sono: “<strong>it</strong>tico”, “coltureindustriali e derivati” e “animalie carni”.<strong>Foodmeat</strong> 60 maggio 2013
Pri<strong>mo</strong> pianoNel 2012, “vino e <strong>mo</strong>sti”, “cereali,riso e derivati” e “colture industrialie derivati” sono stati i settoriche maggiormente hanno trainatola cresc<strong>it</strong>a delle esportazioni<strong>it</strong>aliane di prodotti agroalimentari.In contrazione sono risultate solole esportazioni di prodotti <strong>it</strong>tici.Tra i principali prodotti importati,solo “colture industriali e derivati”(cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e per il 56 per centoda tabacchi lavorati), e “vino e<strong>mo</strong>sti” presentano una variazionepos<strong>it</strong>iva degli acquisti dall’estero,mentre tutti gli altri settori hannoregistrato una riduzione, in particolareil “florovivais<strong>mo</strong>”, il “lattiero-caseario”e le “altre bevande”.Stazionarie le importazioni di“frutta fresca e trasformata”.<strong>Foodmeat</strong> 61 maggio 2013l’export del made in ItalyagroalimentareTra i prodotti agroalimentari ve nesono alcuni che rappresentanol’eccellenza dell’agroalimentarenazionale e cost<strong>it</strong>uiscono il cosiddettomade in Italy. Il made in Italyagroalimentare può essere identificatoin quell’insieme di prodottisia freschi, sia trasformati, ai qualiviene riconosciuta una forte tipic<strong>it</strong>à,dato lo stretto legame con ilterr<strong>it</strong>orio, e per i quali l’Italia puògodere di vantaggi compet<strong>it</strong>ivi legatiall’ambiente, ai sistemi produttivie alle tradizioni locali. Nelcomplesso si tratta di prodottie/o comparti fortemente orientatiall’export o, comunque, con un’elevataincidenza sulle esportazioniagroalimentari nazionali.I prodotti made in Italy hanno rappresentatonel 2012 il 66,3 percento delle esportazioni agroalimentaricomplessive. Maggiormenteesportati sono i vini e glispumanti (cost<strong>it</strong>uiscono il 22 percento del made in Italy agroalimentare),segu<strong>it</strong>i dalla frutta frescae secca, dalle preparazioni diortaggi, legumi e frutta, dalla pastae dai formaggi e latticini.Nel 2012 le esportazioni in valoredi prodotti del made in Italy agroalimentarehanno <strong>mo</strong>strato una dinamicaleggermente migliore rispettoa quella dell’export agroalimentarecomplessivo (+6,2 percento per il made in Italy e +5,4per cento per l’agroalimentare nelsuo complesso). I prodotti che piùdegli altri hanno presentato unadinamica pos<strong>it</strong>iva delle esportazionisono stati quelli dell’industriadolciaria e dei prodotti daforno (l’export dei prodotti dolciaria base di cacao è aumentatodel 17,1 per cento e quellodei prodotti della panetteria, dellabiscotteria e della pasticceriadell’8,7 per cento). Bene sono andateanche le esportazioni di ver<strong>mo</strong>uth(+11,6 per cento), preparazionie conserve suine (+6,9 percento), vini e spumanti (+6,6 percento, soprattutto grazie agli spumantiche sono cresciuti del 13,8per cento), pasta (+6,7 per cento)e preparazioni di ortaggi, legumie frutta (+6,1 per cento).Per i vini e spumanti, le preparazionidi ortaggi, legumi e frutta eper il ver<strong>mo</strong>uth, tuttavia, i quant<strong>it</strong>ativiesportati sono diminu<strong>it</strong>i (rispettivamentedell’8,8 per cento,dell’1,7 per cento e del 7,5 percento) segno che sono aumentatii prezzi all’export. In lieve calo sonorisultate le esportazioni in valoredi riso lavorato e semilavorato,confermando, su livelli meno accentuati,le dinamiche del 2011.I quant<strong>it</strong>ativi esportati sono peròaumentati del 4,6 per cento.Rispetto agli anni precedenti haperso slancio l’export in valore diformaggi e latticini (che ha segnatoun +3,5 per cento dopo due annidi incrementi di circa il 15 percento), di olio di oliva (che ha segnatoun +2,4 per cento dopo il+15 per cento del 2010 e il +6,1per cento del 2011) e di aceto(che ha segnato +5,9 per centodopo il +19,7 per cento del 2010e il +8,1 per cento del 2011). Piùconsistenti sono state le esportazioniin volume di prodotti lattiero-casearie olio di oliva (rispettivamentein cresc<strong>it</strong>a del 7,1per cento, del 4 per cento). Sonocresciute di più, invece, rispettoalla dinamica del 2011, le esportazioniin valore delle preparazionidi ortaggi, legumi e frutta (trainatesoprattutto dall’incrementodelle vend<strong>it</strong>e all’estero delleconserve di po<strong>mo</strong>doro, nonostanteun rallentamento di quelle deisucchi di frutta e agrumi), di prodottidolciari a base di cacao, difrutta fresca e secca (escluse banane,noci di cocco, datteri, fichi,ananassi, avocadi e manghi) e diver<strong>mo</strong>uth.n
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