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Pri<strong>mo</strong> piano➥Segue da pag 42que che, rispetto al livello di «picco»pre-crisi del 2007, la produzione2012 dell’industria alimentarecede “solo” 2,5 punti, a fronte dei22,9 punti dell’industria <strong>it</strong>aliananel suo complesso.Consumi alimentari in calo:persi 20 miliardi di euro in 5anni (-10 per cento)D’altra parte, rispetto alla solid<strong>it</strong>àdi<strong>mo</strong>strata dal settore a livelloproduttivo, la crisi dei consumiinterni ha colp<strong>it</strong>o il settore in <strong>mo</strong>dopiù pesante rispetto alla mediadel Paese. I consumi alimentaridegli ultimi 12 mesi hanno registratouna flessione del -3 percento. Un dato a prima vista noncosì eclatante rispetto alle perd<strong>it</strong>esub<strong>it</strong>e da altri comparti industriali(uno tra tutti, l’auto<strong>mo</strong>bilistico).Ma che corrisponde – vistigli enormi volumi che muove questaindustria - ad una perd<strong>it</strong>a invalore di -6,8 miliardi di euro. Paria 10 volte il mercato di computer,smarthphone e tablet, 10 volte gliincassi dell’industria cinematografica,3 volte il business del calcioe il doppio di quello del libro.Ma se consideria<strong>mo</strong> l’arco gli ultimi5 anni (2007-2012), il calodella spesa alimentare toccai 10 punti percentuali (-20 miliardidi euro), il doppio rispetto allacontrazione dei consumi nazionalicomplessivi, che, in valuta costante,hanno accumulato una perd<strong>it</strong>adi 5 punti in termini concatenati(come se non fossi<strong>mo</strong> mai andatial ristorante e in pizzeria nell’ulti<strong>mo</strong>anno e mezzo).La crisi colpisce il valoreaggiunto dell’alimentare:-4 punti dal 2007Il “dimagrimento” dei consumi hainnescato, negli ultimi anni, il calodi una variabile strategica come ilvalore aggiunto espresso dal settorealimentare, sceso, dal 2007a oggi, di quattro punti in valoriconcatenati. Compria<strong>mo</strong> di menoe sceglia<strong>mo</strong> prodotti più economici.Il prezzo è ormai la principalevariabile di scelta del consumatore,ma neanche le pro<strong>mo</strong>zionioperate dalla Gdo riescono adincentivare i consumi. La perd<strong>it</strong>adi capac<strong>it</strong>à di acquisto delle famiglieha portato quindi, pesanti penalizzazionia un settore che giocasulla qual<strong>it</strong>à la propria ident<strong>it</strong>àe la propria immagine detenendoil record UE per numero di prodottia denominazione garant<strong>it</strong>a, conoltre 210 un<strong>it</strong>à riconosciute Dope Igp e 530 prodotti nella piramidedel vino.Eppure anche in un <strong>mo</strong>mento difficileper l’economia del Paese,l’industria alimentare è riusc<strong>it</strong>a acontenere i prezzi dei prodotti alimentari,confermando il suo ruolocalmieratore: nel tempo, infatti, ledinamiche dei prezzi alimentari alconsu<strong>mo</strong> (e più ancora a <strong>mo</strong>nte,a livello di prezzi alla produzione)sono state inferiori all’inflazione.E questo, malgrado le due impennate(2007-2008 e 2011-2012)delle quotazioni delle com<strong>mo</strong>d<strong>it</strong>yagricole, tanto più gravi per un paesestrutturalmente importatoredi materie prime come il nostro.Secondo elaborazioni del CentroStudi Federalimentare, i prodottidell’industria alimentare hannoregistrato nel gennaio scorso un+2,0 per cento sullo stesso mesedel 2012, confermandosi sottoil tasso di inflazione (+2,2 percento). Diversa la dinamica dell’alimentare“fresco”, che invece haregistrato a gennaio una netta accelerazione,segnando un +4,8per cento sui dodici mesi. In realtà,sono ben altre le voci che gravanosul “carrello della spesa” degli<strong>it</strong>aliani. Basta dire che, sull’arcogennaio 2012 - gennaio 2013,i prodotti energetici sono sal<strong>it</strong>i del+5,4 per cento.Export (24,8 miliardi di euro)+8 per cento: estre<strong>mo</strong> oriente epaesi arabi sugli scudi, anche invista dell’expo 2015Con i consumi interni in recessione,l’export rappresenta una importantevalvola di sfogo e di red-Segue a pag 46Nuova Pac, Federalimentare: dal parlamento europeo decisioni più equilibrate➥Roma. Il testo approvato dalParlamento Europeo consolida,secondo il giudizio delpresidente FederalimentareFilippo Ferrua Magliani, iprogressi registrati con gliemendamenti approvati all’iniziodell’anno. Rispetto alleproposte della Commissionedi fine 2011, il quadrocomplessivo della riformaappare perciò più equilibratoin termini di distribuzionedelle risorse. E più flessibilesu un fronte delicato e onerosoper le aziende comequello del “greening”.Rimangono tuttavia alcunecr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à che richiedonodi essere risolte nel proseguimentodel trilogo, e cioèin occasione del ConsiglioAgricoltura del 18-19 marzoprossimi e dell’incontrotriangolare fra le tre Ist<strong>it</strong>uzionicomun<strong>it</strong>arie previsto perl’11 aprile prossi<strong>mo</strong>.«Occorre – sottolinea Ferrua– che il budget dedicato allaPac, soprattutto in temadi Ocm unica, trovi assestamentosui livelli individuatidal Parlamento UE, chesono meno severi rispettoa quelli decisi dal ConsiglioAgricoltura».Secondo Federalimentare,dovrebbe essere cancellata,come anticipato dal ConsiglioAgricoltura, l’esenzionedal capping – reintrodottodal Parlamento Europeo,a favore del <strong>mo</strong>ndo cooperativo,recuperandone la volontarietà– che discriminagli operatori agroalimentari epenalizza le aziende più produttiveed efficienti. Inoltre,andranno corrette anche alcunedistorsioni ed alcunivincoli imposti alle organizzazionidei mercati. n<strong>Foodmeat</strong> 44 maggio 2013

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