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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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dovuto esserci alberi di nessun<br />

genere. Non mancavano però<br />

roccoli, anche tra i migliori,<br />

circondati da boscaglia: in questo<br />

caso però erano provvisti di<br />

“sotto tondo” e di “passate” cioè<br />

di reti sussidiarie. La rete veniva<br />

posizionata verticalmente come<br />

per la bressana, ma era, come<br />

detto, di maggiore altezza. Anche<br />

il casello aveva gli stessi requisiti<br />

e corrispondeva agli stessi<br />

scopi ma, mentre quello della<br />

bressana poteva essere costituito<br />

dal solo piano terreno perché<br />

l’uccellatore era in grado benissimo<br />

di disimpegnare tutte le sue<br />

funzioni anche stando sul piano<br />

dell’uccellanda, quello del roccolo<br />

aveva sempre il piano dove<br />

sostava l’uccellatore, in posizione<br />

più alta delle piante del roccolo<br />

stesso. Inoltre il ballatoio aveva<br />

una grande apertura sul davanti<br />

per permettere il lancio degli<br />

spauracchi.<br />

Gli zimbelli erano sempre posti<br />

sopra il corridoio, utilizzando un<br />

prato aereo artificiale.<br />

I richiami erano gli stessi della<br />

bressana e disposti come nella<br />

bressana, colla differenza che,<br />

data la formazione interna a<br />

bosco, si potevano appendere<br />

seminascosti anche all’interno<br />

dell'apprestamento.<br />

Normalmente non si usavano al<br />

suo interno “corridorie” (passegine)<br />

o gabbioni (gabiòns)<br />

perché non era necessario che gli<br />

uccelli entrassero all’interno del<br />

roccolo, bastava che si posassero<br />

sulla sommità degli alberi che<br />

costituivano il boschetto interno,<br />

oppure che li sfiorassero.<br />

Quando gli uccelli vi si fossero<br />

posati, o fossero passati sfiorando<br />

gli alberi, l’uccellatore simulava<br />

con un fischio (pivadôr) il verso<br />

del falco e nello stesso tempo<br />

lanciava gli spauracchi che erano<br />

delle specie di racchette della<br />

lunghezza di circa 50-60 centimetri,<br />

muniti all’estremità di un tondo<br />

di vimini intrecciato a guisa di<br />

ventaglio che simulava le ali del<br />

rapace. Lo spauracchio serviva<br />

a simulare l'aggressione di un<br />

uccello rapace nei confronti degli<br />

uccelli posati o che stavano per<br />

posarsi; doveva, perciò, essere<br />

lanciato in modo che andasse a<br />

cadere verticalmente sul centro<br />

del roccolo, cosicché gli uccelli si<br />

abbassavano al suo interno e si<br />

insaccavano nella rete.<br />

Se lo spauracchio non veniva lanciato<br />

correttamente si rischiava<br />

di far fuggire gli uccelli di lato,<br />

sopra il corridoio evitando la<br />

rete. In pratica il roccolo presentava<br />

una possibilità tecnica in più<br />

• 99<br />

di catturare uccelli, vale a dire<br />

agiva sia su quelli posati sugli<br />

alberi o sfioranti gli stessi, sia<br />

su quelli posati eventualmente a<br />

terra o sugli arbusti.<br />

L’individuazione<br />

del sito<br />

Stabilire la località dove far sorgere<br />

una bressana non era una<br />

cosa di poco conto.<br />

Occorreva, innanzitutto, essere<br />

sicuri, considerato l’investimento<br />

necessario ed i tempi di attesa<br />

dovuti alla crescita delle piante<br />

(4-5 anni), che in quel sito<br />

transitassero con continuità gli<br />

uccelli migratori: si sa, d'altro<br />

canto, che gli uccelli tendono a<br />

fare sempre lo stesso percorso<br />

nei loro movimenti migratori.<br />

In effetti le bressane venivano<br />

Vista interna della bressana di Walter Moretti in località Pasc (Ara di Tricesimo).<br />

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