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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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Itinerari nel Gemonese<br />

Tra le numerose pubblicazioni realizzate dall’Ecomuseo delle Acque<br />

c’è una collana (Le Guide dell’Ecomuseo) che presenta una nutrita<br />

serie di itinerari – spesso inediti, certamente mai scontati – alla<br />

scoperta del Gemonese, in grado di soddisfare le esigenze del turista<br />

o dell’escursionista curioso e motivato. È come se si trattasse<br />

di un’unica pubblicazione, perché gli itinerari descritti costituiscono<br />

i tanti tratti di un percorso generale che attraversa il territorio<br />

dell’ecomuseo. Solo la necessità di non appesantire le tasche o lo<br />

zaino del visitatore ha indotto a fare uso di guide di piccolo formato,<br />

praticissime, che si avvalgono di una veste grafi ca originale: le<br />

pagine si aprono in verticale consentendo la lettura delle cartine<br />

che riportano i percorsi e raccontano le manifestazioni naturali e<br />

culturali dei luoghi.<br />

La proposta di visita del territorio del Gemonese contenuta nelle<br />

guide si sviluppa lungo il fi lo conduttore delle acque territoriali.<br />

L’itinerario comincia nell’alveo del fi ume Tagliamento: ampia distesa<br />

di ghiaie calcaree, di sabbie grossolane e di depositi limosi, che le<br />

acque fl uviali hanno accumulato nel perenne defl uire dalle valli e<br />

dai versanti delle Prealpi e delle Alpi Carniche e Giulie. La natura<br />

peculiare dell’ambiente, con la sua ampiezza e luminosità, con la<br />

natura prevalentemente ghiaiosa del substrato e soprattutto con<br />

l’azione fi sica e chimica delle acque correnti, che modellano e<br />

rimodellano le forme del greto ad ogni evento di piena, costituisce<br />

il primo, ma non il solo motivo d’interesse. In questo luogo<br />

affascinante è il perenne confronto tra le forze naturali e la vita<br />

vegetale a costituire un interessante spunto d’indagine. L’eterno<br />

confronto tra il fi ume e la foresta si manifesta nell’alveo nei diffi cili<br />

tentativi di colonizzazione fl oristica e nella tenacia del bosco ripario,<br />

che contrappone alla violenza dell’acqua la facile propagazione e<br />

la rapida crescita delle sue componenti arbustive ed arboree. Il<br />

complesso mosaico ambientale del greto offre peraltro l’opportunità<br />

di osservare e di analizzare contestualmente tutte le successioni<br />

ecologiche relative alla stessa colonizzazione vegetale.<br />

Sono presenti, ai margini della grande fascia alveale, splendidi<br />

biotopi come le Sorgive dai Bars, dove il fenomeno del percorso<br />

ipogeo delle acque fl uviali ed il successivo rifl usso in superfi cie,<br />

causa la presenza di strati di sedimento impermeabile, può essere<br />

effi cacemente valutato. La stessa biocenosi delle polle e dei ruscelli<br />

di risorgiva, che in breve restituiscono le proprie acque al fi ume,<br />

è un ulteriore, interessante argomento d’indagine. Le opere di<br />

sbarramento e di canalizzazione idraulica, infi ne, offrono lo spunto<br />

per osservazioni relative alla gestione della risorsa idrica da parte<br />

dell’uomo.<br />

Anche il torrente Orvenco, affl uente di sinistra del fi ume Ledra in<br />

cui confl uisce, offre apprezzabili spunti. Il confronto tra il fi ume di<br />

risorgiva (il Ledra / la Ledre) ed il torrente (l’Orvenco / l’Orvenc),<br />

con la marcata stagionalità del regime di quest’ultimo, la velocità e<br />

la forza delle sue acque, la diversa dimensione media dei materiali<br />

litici che intasano l’alveo e soprattutto le opere di difesa e di<br />

canalizzazione dell’alveo stesso, consentono di valutare aspetti che<br />

spaziano dall’erosione fl uviale al rischio idraulico. Dal Tagliamento<br />

traggono origine le rogge ed i canali che attraversano la piana e<br />

muovono le ruote idrauliche di mulini, battiferro, segherie. Lungo<br />

il loro corso si dispongono in successione i tanti lavatoi pubblici<br />

un tempo utilizzati dalle comunità di borghi e paesi, sorti in luoghi<br />

strategici al riparo da piene ed esondazioni.<br />

Di carattere più squisitamente naturalistico sono gli spunti offerti<br />

dai biotopi del rio Gelato / Orzelât e delle sue sorgenti e del rio<br />

Bosso / Bues. In questo caso gli aspetti oggetto della visita sono<br />

costituiti dalla relazione tra ambiente e biocenosi, con la peculiare<br />

dotazione fl oristica e faunistica delle acque correnti, con l’analisi<br />

del rapporto forma-funzione nella fauna acquatica e con l’approfondimento<br />

dei ruoli ecologici e delle relazioni trofi che tipici delle<br />

risorgive.<br />

Nel lussureggiante lago di Ospedaletto, invece, si può osservare<br />

la comunità vivente dell’ambiente stagnale e, soprattutto, la<br />

straordinaria capacità degli organismi viventi e in particolare delle<br />

piante, di modifi care i caratteri fi sici e chimici dell’ecosistema. In<br />

altre parole si può assistere, in tempo reale, all’estinzione di un<br />

lago prealpino, che dopo essere stato trasformato in palude ed in<br />

acquitrino, si appresta ad essere conquistato, nel volgere breve<br />

di qualche anno, dalla vegetazione igrofi la di tipo forestale. Il lago<br />

di Ospedaletto può essere considerato la tappa intermedia di un<br />

processo di successione ecologica, di cui altre stazioni distribuite<br />

nel comprensorio costituiscono momenti salienti, come le numerose<br />

torbiere situate a ridosso delle colline moreniche (è il caso<br />

di Fontana Abisso / l’Abìs ad Andreuzza di Buja e della palude di<br />

Casasola a Majano, siti di interesse comunitario dove la sedimentazione<br />

della materia organica è quasi completata).<br />

Il percorso alla scoperta delle “acque del Gemonese” e delle<br />

mille relazioni tra l’elemento idrico, l’ambiente, la vita vegetale<br />

e animale e la vita dell’uomo, termina opportunamente presso il<br />

mulino Cocconi il cui recupero ha rappresentato l’evento principale<br />

per la valorizzazione didattica e turistica del territorio del Campo<br />

di Osoppo-Gemona. Qui il visitatore può scoprire un frammento<br />

autentico e suggestivo della propria storia e della propria cultura:<br />

quello rappresentato dalla “civiltà dell’acqua”, che ha lasciato segni<br />

importanti e densi di signifi cato nell’ambiente territoriale, addomesticando<br />

le acque fl uenti e sfruttandone la perenne energia.<br />

Il lavatoio di Codesio a Buja. Eretto in epoca fascista, si<br />

presenta come una struttura a pianta rettangolare fornita di<br />

una copertura a terrazza con impluvio centrale aperto sulle<br />

due vasche. Il fronte principale è sovrastato da tre torrette<br />

decorative, quella centrale sostiene una nicchia in cui si<br />

colloca una statuetta della Madonna del Carmine. Una<br />

risorgiva garantisce la presenza costante di acqua corrente.

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