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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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16 •<br />

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Nel settembre 1884 si tenne in<br />

Gorizia una Esposizione provinciale<br />

organizzata dalla imperial<br />

regia Società agraria; nella relazione<br />

sui vini presentati l’agronomo<br />

Giovanni Bolle accennò alla<br />

Gleria la quale “dà un’uva ordinaria<br />

assai, con grappoli spargoli,<br />

però più lassi e più grandi ancora<br />

della Gargania, portanti sempre<br />

un maggior o minore numero di<br />

crudini” (Atti e memorie dell’i. r.<br />

Società agraria di Gorizia, 1884,<br />

pag. 440).<br />

Nel 1891 si teneva nella medesima<br />

città il IV Congresso enologico<br />

austriaco e, in quel consesso,<br />

Giovanni Bolle ripetè la medesima<br />

descrizione: “Se ne hanno<br />

[di Ribolla] diverse sottovarietà,<br />

così il Ribolla verde, il Ribolla<br />

giallo, la Gargania e la cosiddetta<br />

Glera o Gleria, che spesso<br />

è confusa col Ribolla e che è uva<br />

quasi simile alla Gargania, ma<br />

più grande e più spargola e frammischiata<br />

sempre ad un certo<br />

numero di acini verdi o crudini;<br />

quest’ultima si dimostra più ferace<br />

di tutte, ma facile a marcire e<br />

produce un vino assai mediocre,<br />

povero d’alcole e senza corpo; il<br />

Ribolla verde poi stenta a maturare<br />

e dà vino ricco d’acidi”.<br />

Alla “Esposizione delle uve friulane”<br />

del 1921 a Udine vennero<br />

presentate almeno due tipologie<br />

di Glera (chiamata anche Uva<br />

Pissona) che la Commissione<br />

così descrive: “Fertile. Grappolo<br />

spargolo. Acino medio o piccolo,<br />

rotondo o allungato, carnoso,<br />

dolce. Buccia tannica, sottile.<br />

Molto soggetta alle crittogame,<br />

marcisce. - Altro campione: grappolo<br />

serrato; acino meno dolce,<br />

allungato; buccia più tannica”.<br />

Alla stessa Esposizione c’era<br />

anche una Glera del Collio:<br />

“Verde, molle. Acino allungato”<br />

e, tra le uve da tavola, un Clera<br />

Mostoza.<br />

Nel 1935 il Perusini ricorda la<br />

Glere, il cui inserimento nei nuovi<br />

impianti è assolutamente da<br />

sconsigliarsi, la quale, pur dando<br />

un prodotto scadentissimo, viene<br />

vinificata con la Ribolla gialla e<br />

venduta sotto tale nome (Perusini<br />

1935, 4; si veda anche Perusini<br />

1972, 71); come sopra accennato<br />

nello stesso uvaggio poteva<br />

entrare il Prossec. Nel medesimo<br />

anno si esprime anche l’agronomo<br />

e valente ampelografo Guido<br />

Poggi: “Filtrati dolci di Ribolla e<br />

di alcune altre varietà di minor<br />

pregio quale il Gran Rapp, la<br />

Glère, l’Agadène erano quotatissimi<br />

avanti guerra nell’ex Impero<br />

Austro Ungarico. Oggi ad unità<br />

compiuta, i viticoltori debbono<br />

persuadersi che il mutare indirizzo<br />

rappresenta per loro una<br />

ineluttabilità assiomatica: il che<br />

sta avvenendo” (Poggi 1935, 2).<br />

Per la provincia di Trieste, nel<br />

1932, la Glera è data come presente<br />

nei comuni di Muggia e San<br />

Dorligo della Valle, nonchè nel<br />

Sesanese (Costa 1932, 14, 17).<br />

La Ribolla verde o Glera figura<br />

tra le varietà più diffuse nel Goriziano<br />

all’inizio del secolo scorso<br />

(Tonizzo 1924, 100).<br />

Glera secca<br />

Nel Catalogo del di Maniago<br />

del 1823 troviamo Glera secca:<br />

Bianca da botte. Vegetazione<br />

mediocre; foglia ordinaria;<br />

grappolo idem, acini doratocariche,<br />

un poco lucenti, dolci<br />

pasta poco resistente, da buon<br />

vino. Ne colli del <strong>Friuli</strong>.<br />

Nell’Elenco dei vitigni friulani<br />

presentati alla “Mostra d’uve”<br />

di Udine del 1863 si ha Glera<br />

secca, coltivata a Rutars (attuale<br />

comune di Dolegna del Collio,<br />

prov. di Gorizia).<br />

Di Rovasenda 1877 ha Glera<br />

bianca coltivata a Trieste e Glera<br />

secca coltivata a Udine.<br />

Nel 1972 Gaetano Perusini ricorda<br />

che, fino agli anni Trenta del<br />

Novecento, la Glere secje poteva<br />

entrare, assieme a molte altre<br />

varietà (fra cui il Prossec!), nella<br />

composizione del vino Ribolla<br />

(Perusini 1972, 71).<br />

Glera grossa o mostosa, e<br />

spunta un rosso<br />

Nel Catalogo del di Maniago<br />

del 1823 si ha Glera mostosa:<br />

Bianca da botte, e gli acini<br />

più grossi e succolenti con la<br />

scorza più sottile, ed il sapore<br />

dolce melato. Ne colli del distretto<br />

di Cividale in <strong>Friuli</strong>.<br />

Nel Vocabolario botanico<br />

friulano del 1871, allegato al<br />

Vocabolario friulano di Jacopo<br />

Pirona, il nipote Giulio Andrea<br />

scrive Glere grosse o mostòse<br />

“Bianca da botte. Somiglia alla<br />

Glere secje, ma ha gli acini più<br />

grossi e succulenti, con la buccia<br />

più sottile, ed ha sapore dolcemelato.<br />

In colle a Cividale”.<br />

Nell’Elenco delle uve presentate<br />

alla Mostra di Udine del 1863 si<br />

ha Glera grassa [probabile errore<br />

per grossa], coltivata a Rutars.<br />

Sempre a Rutars, nel 1871, è<br />

ricordata una Glere rosse e Della<br />

Bona 1844, 32 cita un Prosecco<br />

rosso: “Uva rossa-grigia dolce<br />

in Ronchi di Monfalcone”. Può<br />

essere un ulteriore segnale della<br />

fama e del prestigio raggiunto dal<br />

Prosecco: ci sono dei Tocai rossi<br />

e dei Refoschi bianchi!

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