Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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sistente fetta di mercato.<br />
La birreria fu modernizzata e<br />
ampliata compatibilmente con<br />
gli spazi disponibili, essendo lo<br />
stabilimento situato in quella che<br />
all’epoca era la prima periferia<br />
della città. I nuovi impianti<br />
consentivano di avere una sala<br />
cottura capace di produrre giornalmente<br />
1.500 hl, erano dotati<br />
di un impianto di imbottigliamento<br />
triplicato nelle sua potenzialità<br />
(oltre 75.000 bottiglie/ora),<br />
nonchè di moderne cantine di<br />
fermentazione e di maturazione<br />
con una capacità di circa 60.000<br />
hl. A 15 anni dal suo passaggio<br />
alla Peroni la Dormisch aveva<br />
triplicato la produzione. Altro<br />
prestigio derivò alla Dormisch<br />
nel 1965, quando il suo prodotto<br />
trionfò alla selezione mondiale<br />
della birra, promossa dalla Selection<br />
de la qualité di Bruxelles.<br />
Gli anni Sessanta furono anni<br />
di grande sviluppo, gli anni del<br />
“boom economico”, che favorirono<br />
anche la birra. Tuttavia,<br />
nonostante negli anni Settanta e<br />
Pubblicità della Birra Dormisch nello<br />
Strolic furlan del 1956.<br />
Ottanta il consumo della birra sia<br />
aumentato in modo considerevole<br />
(dai 5 litri pro capite del 1960<br />
agli 11 del 1970, sino ad arrivare<br />
ai 25 del 1990), il vertiginoso<br />
aumento dei costi energetici<br />
e la necessità di una sempre<br />
maggiore concentrazione della<br />
produzione in pochi, più grandi<br />
ed efficienti stabilimenti per far<br />
fronte ai costi di produzione, affievolirono<br />
la competitività della<br />
fabbrica che lentamente cominciò<br />
a ridurre la produzione annua<br />
fino a quando, nel 1989, la casa<br />
madre di Roma, decise che era<br />
venuto il momento di interrompere<br />
la produzione e, quindi, di<br />
chiudere lo stabilimento. La direzione<br />
dello stabilimento era stata<br />
nelle mani del dott. Ivo Cardinali,<br />
che resse le redini della fabbrica<br />
sin dal 1962 con l’ausilio del mastro<br />
birraio lussemburghese Jean<br />
Joseph Kauth.<br />
Lo stabilimento di piazzale Cavedalis,<br />
ancora oggi è presente con<br />
i segni visibili dell’incendio che lo<br />
danneggiò gravemente nel 1999.<br />
Curiosamente i destini delle due<br />
birrerie udinesi si contrappongono:<br />
se la birra Moretti è ancora<br />
presente, ma la fabbrica non<br />
esiste più, al contrario la birra<br />
Dormisch è purtroppo scomparsa<br />
dal mercato, ma lo stabilimento<br />
è ancora lì, vestigia del passato<br />
il cui destino non è dato sapere.<br />
Infatti, nessuna delle amministrazioni<br />
cittadine che<br />
si sono succedute<br />
dalla sua chiusura<br />
hanno intrapreso<br />
azioni per sfruttare<br />
al meglio,<br />
ristrutturandolo<br />
per altre destinazioni<br />
d’uso, questo<br />
enorme dinosauro di ferro e<br />
cemento che giace nei pressi del<br />
centro città.<br />
Birreria Dreher<br />
Dai documenti conservati nell’archivio<br />
di Stato di Trieste apprendiamo<br />
che con atto costitutivo<br />
redatto il 10/7/1865 nasce la<br />
“Prima Società per la fabbrica di<br />
birra in Trieste” che solo successivamente<br />
prenderà il nome di<br />
Dreher. L’iniziativa è il frutto di<br />
un accordo tra il praghese Carlo<br />
Voelckner e Pasquale Rivoltella<br />
il quale, grazie al prestigio e<br />
alla notorietà di cui godeva in<br />
città, riuscì a convincere alcuni<br />
esponenti dell’economia locale<br />
ad aderire al progetto. Il ruolo<br />
fondamentale fu però svolto dal<br />
cav. Elio De Morpurgo il quale, a<br />
capo della “Ditta Morpurgo e Parente”,<br />
che annoverava tra i soci<br />
addirittura la Banca Rotschild di<br />
Parigi, ebbe la forza di raccogliere<br />
i capitali necessari alla realizzazione<br />
del progetto. I lavori<br />
per la costruzione della fabbrica<br />
iniziarono nel maggio del 1865<br />
e meno di un anno dopo, il<br />
15/1/1866, fu inaugurata.<br />
L’avvio della birreria in realtà<br />
non fu incoraggiante, la birra non<br />
venne subito apprezzata dai triestini<br />
e i volumi annui di produzione<br />
rimasero di molto inferiori<br />
alle potenzialità dell’impianto.<br />
Dopo soli pochi anni Giuseppe<br />
Morpurgo, rimasto unico proprietario,<br />
si vide quasi costretto<br />
ad accettare l’offerta