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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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☞<br />

considerare perle preziose consegnateci<br />

dalla tradizione, una gioia<br />

per il nostro palato e un punto a<br />

favore della nostra salute.<br />

Liliacee<br />

Aglio e cipolla sono tra le poche<br />

orticole regionali documentate in<br />

tempi antichi; le prime attestazioni,<br />

infatti, risalgono al XIII sec.<br />

Qui ne riportiamo un paio degne<br />

di tanta storia.<br />

Ai di Resie / Rozajanski<br />

strok (Aglio di Resia). È un<br />

aglio che si caratterizza per le<br />

piccole dimensioni del bulbo,<br />

il quale presenta delle tuniche<br />

esterne di colore rosato, e dei<br />

Venditori ambulanti resiani. Da Ciceri<br />

A., Rilievi etnografici in Val Resia, Ce<br />

fastu?, 1968-1971.<br />

bulbilli che, invece, sono di colore<br />

bianco.<br />

Si coltiva in diverse località della<br />

Val Resia. Rispetto ai comuni agli<br />

si caratterizza per l’odore e per il<br />

sapore più accentuati.<br />

La coltivazione, a carattere<br />

amatoriale, inizia con la semina<br />

dei bulbilli in autunno, prima dei<br />

freddi, o a fine inverno, e si conclude<br />

con la raccolta effettuata<br />

nella tarda estate.<br />

Le buone cure colturali, e l’adattamento<br />

dell’ecotipo agli ambienti<br />

di coltivazione, permettono di<br />

raggiungere produzioni simili a<br />

quelle dei tipi commerciali. Vedi<br />

anche <strong>Tiere</strong> <strong>furlane</strong> n. 2, 2009.<br />

Cevòle di Cjastelnóuf (Cipolla<br />

rosa della Val Cosa).<br />

È una cipolla con tuniche esterne<br />

rosate che si caratterizza<br />

per avere un bulbo appiattito di<br />

medie dimensioni ed uno o più<br />

apici vegetativi.<br />

È apprezzata per la dolcezza,<br />

nonché per la buona conservabilità.<br />

Si coltiva in tutte le località<br />

della Val Cosa, ma principalmente<br />

nei comuni di Castelnovo<br />

e Cavasso. La coltivazione si<br />

effettua a partire dal mese di<br />

marzo-aprile e si conclude con<br />

la raccolta dei bulbi nella tarda<br />

estate.<br />

Luciana Not, scrivendo dei prodotti<br />

che le contadine vendevano<br />

a Maniago, non manca di<br />

accennare alle cipolle di Cavasso:<br />

La cigòla biela, sana, cuasi<br />

rossa, a la puartin a Manià li<br />

feminis da Cjavàs. A è buna<br />

chi mai, fata par durâ un biel<br />

toc sa si la met su un grisulin<br />

(in I mostra delle mele antiche,<br />

Circolo culturale Castel<br />

Mizza, 2004).<br />

Cipolla rosa della Val Cosa.<br />

Crucifere<br />

È la famiglia dei cavoli, ma anche<br />

della senape, delle rape e del<br />

rati. In passato erano spesso<br />

cibo visto come sante scugne.<br />

Ora, grazie agli studi che ne<br />

hanno messo in evidenza le virtù<br />

dietetico-salutiste, stanno vivendo<br />

una nuova giovinezza.<br />

Bròcul di Cjastelnóuf (Cavolo<br />

broccolo della Val Cosa). È un<br />

cavolo broccolo di cui si utilizzano<br />

le foglie e non l’infiorescenza come<br />

succede, invece, per i tipi detti<br />

“Calabresi” ora molto diffusi in<br />

Cavolo broccolo di Castelnovo<br />

pronto per la raccolta.

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