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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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28 •<br />

Alvise Comel partecipò alla campagna d’Albania nel periodo 1941 - 1943.<br />

Nonostante l’incalzare degli eventi bellici, egli riuscì a compiere osservazioni<br />

geo-pedologiche sulla diffusione e sulle caratteristiche della terra rossa in quel<br />

paese.<br />

☞<br />

Monografia sui terreni della<br />

pianura friulana – monumentale<br />

opera di poco meno di<br />

novecento pagine, distribuite su<br />

quattro volumi, pubblicati tra il<br />

1954 e il 1957 – costituisce la<br />

summa del suo sapere di geologo<br />

e di pedologo.<br />

La prima parte tratta della genesi<br />

della pianura friulana: quali siano<br />

state le correnti fluvioglaciali e<br />

fluviali che le dettero origine,<br />

quali le proprietà litologiche e<br />

chimiche delle alluvioni fluitate e<br />

i relativi territori di spaglio, quale<br />

l’età dei vari tratti di pianura e<br />

dei rispettivi terreni.<br />

Il quarto volume contempla la<br />

descrizione dei terreni agrari,<br />

classificandoli in rapporto alla<br />

loro origine, età e costituzione.<br />

Tuttora la Monografia costituisce<br />

un punto di partenza capitale<br />

per ogni ulteriore studio sull’argomento.<br />

Direttore a Udine<br />

In quegli anni egli riuscì anche<br />

ad analizzare quei campioni di<br />

terra rossa che si era portato<br />

a casa dall’Albania, continuando<br />

ad approfondire quel tema,<br />

dandone conto con puntuali<br />

comunicazioni.<br />

Nel 1956 Comel fu nominato<br />

direttore della Stazione Chimico<br />

- Agraria Sperimentale di Udine:<br />

succedeva così a Domenico<br />

Feruglio, collocato a riposo dopo<br />

aver diretto l’Istituzione per un<br />

cinquantennio.<br />

Iniziò a studiare i terreni della<br />

montagna friulana: sebbene le<br />

indagini – sovvenzionate dal Consiglio<br />

Nazionale delle Ricerche<br />

attraverso la Fondazione per i<br />

Problemi Montani dell’Arco Alpino<br />

– avessero lo scopo precipuo<br />

di dare indicazioni pratiche, volte<br />

al miglioramento della fertilità,<br />

egli non trascurò gli aspetti geolitologici<br />

e pedogenetici, coerente<br />

con la propria convinzione che<br />

ogni studio dovesse basarsi su<br />

salde basi teoriche.<br />

Metodico e ordinato, egli volle<br />

inoltre concludere quei lavori<br />

che, iniziati da tempo, le vicissitudini<br />

della storia e le passioni<br />

degli uomini avevano impedito di<br />

proseguire.<br />

Primi, tra tutti, i rilievi geoagronomici<br />

del Veneto, in ossequio<br />

al mandato assegnato tanti anni<br />

prima dalla Fondazione per la<br />

sperimentazione e la ricerca<br />

agraria alla Stazione.<br />

Rilevato l’ultimo lembo della<br />

pianura friulana, quella zona inferiore<br />

della Bassa, il cui studio era<br />

stato preannunciato nel 1922, ma<br />

che poi non aveva avuto corso,<br />

egli affrontò quindi lo studio dei<br />

terreni delle provincie venete,<br />

con l’intento di realizzare la<br />

carta dei suoli del territorio fino<br />

all’Adige.<br />

I lavori iniziarono senza indugio

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