Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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34 •<br />
il falegname Giuseppe Comisso e<br />
il meccanico Giuseppe Sartorello,<br />
cui subentrò Luciano Domeneghini.<br />
Costoro provvedevano alla<br />
riparazione dei pezzi danneggiati<br />
con competenza e senso di responsabilità.<br />
Alle operaie spettavano<br />
la pesatura e la confezione<br />
dei pacchi e, nel complesso, tutti<br />
i lavori faticosi che richiedevano<br />
diligenza e precisione. Carico<br />
e scarico dei camion adibiti al<br />
trasporto delle farine e della pasta<br />
erano effettuati dagli operai<br />
addetti. Fra tutto il personale<br />
regnava un clima di affettuosa<br />
amicizia anche perché il lavoro<br />
stesso richiedeva la fattiva collaborazione<br />
di tutti.<br />
Quasi ogni anno si effettuavano<br />
lungo il corso della Roggia lavori<br />
di sgombro dai detriti e dalle<br />
erbe che potevano ostacolarne<br />
il corso. I piccoli pesci, pescati<br />
dagli addetti muniti di pale,<br />
picconi e vanghe, venivano fritti<br />
e mangiati in allegra compagnia<br />
presso l’albergo Commercio che<br />
sorgeva di fronte al pastifi cio.<br />
Il prodotto<br />
La produzione giornaliera di<br />
pasta era circa di 80 quintali. Si<br />
utilizzava “pura semola di grano<br />
duro” che era fornita dai Mulini<br />
Variola di Cordovado. Veniva prodotta<br />
pasta comune e all’uovo di<br />
vari formati indicati da un numero<br />
in catalogo, purtroppo andato<br />
perduto. I principali tipi di pasta<br />
erano: spaghetti di vario numero;<br />
una pasta per minestra di fagioli<br />
denominata “Pater Noster”; rigatoni;<br />
tempestine per brodo.<br />
Il mercato della pasta “Quadruvium”<br />
si estendeva anche<br />
fuori dai confi ni regionali, fi no<br />
a <strong>Venezia</strong>, essendo il prodotto<br />
apprezzato dai consumatori e di<br />
conseguenza dai negozianti e dai<br />
ristoratori. Il “Cavallo di Battaglia”,<br />
marchio usato sulle confezioni,<br />
caratterizzava e distingueva<br />
la qualità. Costato ben venticinque<br />
lire, era opera di un noto<br />
grafi co pubblicitario dell’epoca.<br />
Il processo<br />
Il processo produttivo era articolato<br />
in diverse fasi che prevedevano:<br />
- l’impasto di acqua e farina nelle<br />
“giuste proporzioni”;<br />
- la “trafi lazione”, che permetteva<br />
di ottenere vari formati di pasta;<br />
- l’“incarto”, eseguito in un fl usso<br />
di aria calda dal basso verso<br />
l’alto, che aveva lo scopo di<br />
asciugare tempestivamente la<br />
superfi cie esterna della pasta,<br />
evitando così che potesse “appiccicarsi”<br />
nelle fasi successive<br />
di lavorazione;<br />
- l’essiccazione vera e propria,<br />
che era la fase più delicata perché<br />
i macchinari di quell’epoca<br />
richiedevano una costante<br />
sorveglianza per evitare sbalzi<br />
di umidità;<br />
- il taglio della pasta lunga, anche<br />
per eliminare gli “archetti”.<br />
Il processo si concludeva con le<br />
fasi di pesatura, impacchettamento<br />
delle confezioni singole,<br />
l’imballaggio, l’immagazzinamento<br />
e la spedizione.<br />
Il declino<br />
Sul fi nire degli anni Sessanta la<br />
forbice tra costi e ricavi si fece<br />
sempre più sottile e questo è<br />
senz’altro il motivo di fondo che<br />
portò alla cessazione dell’attività.<br />
Vari suggerimenti, che tuttora<br />
si rivelerebbero validi, volti<br />
a diversifi care e aumentare la<br />
Il Principe dei Cuochi<br />
allegro e rubicondo<br />
lasciò pentole e fuochi<br />
volle girare il mondo.<br />
E dopo aver girato<br />
quasi l’Italia intera<br />
trovò il caval QUADRUVIUM<br />
la pasta più sincera.<br />
Saltò il gran cuoco in sella<br />
al magico destriero,<br />
per dar questa novella<br />
all’universo intero.<br />
Pubblicità in rima del pastifi cio<br />
Quadruvium. Si trova nel numero<br />
unico Quadruvium pubblicato per<br />
il XXXVII Congresso della Società<br />
fi lologica friulana, 1952.<br />
produzione, non furono all’epoca<br />
recepiti. Nel 1970, quando<br />
venne a mancare Gino De Nobili,<br />
l’impianto fu affi ttato al Pastifi cio<br />
Tomadini di Pordenone che per<br />
pochi anni (circa due o tre) continuò<br />
la produzione, dopodiché<br />
l’impianto venne defi nitivamente<br />
chiuso. Nel frattempo, in data 30<br />
luglio 1970, la Società per Azioni<br />
fu trasformata in società in accomandita<br />
semplice costituita dai<br />
soci: De Nobili cav. Attilio, Lotti<br />
Giuseppe, Lotti Roberto, Salvi<br />
Lidia in Lotti, Lotti dr. Ennio,<br />
Gaggia Olga in Lotti, Lotti Francesca,<br />
De Nobili Linda in Ciani<br />
Seren, De Nobili Maria.