27.02.2013 Views

Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

☞<br />

64 •<br />

malintenzionati. Le vacche garantivano<br />

latte, formaggio e fertilità<br />

dei terreni, oltre che benessere<br />

economico e prestigio sociale. I<br />

ruoli erano ben chiari anche tra i<br />

componenti umani: i maschi adulti<br />

si occupavano dell’agricoltura e<br />

del bosco, le donne curavano la<br />

casa e i bambini, gli anziani mettevano<br />

a disposizione la propria<br />

esperienza per lavori specifici,<br />

mentre ai più giovani era affidato,<br />

fin dalla più tenera età, il pascolo<br />

delle mucche, ruolo di grande<br />

responsabilità, vista l’importanza<br />

dell’allevamento nell’economia<br />

familiare.<br />

Dalla pastorizia alla<br />

zootecnia moderna: la<br />

rivoluzione Ceconi<br />

Lo stesso Giacomo Ceconi, che<br />

avrebbe poi fatto fortuna come<br />

imprenditore e che sarebbe<br />

divenuto conte, cominciò la sua<br />

precoce carriera lavorativa a<br />

otto anni, portando al pascolo le<br />

mucche di famiglia a Pielungo e<br />

scolpendo tàlminas, gli zoccoli<br />

di legno tipici della Val d’Arzino.<br />

Poi Giacomo si trasferì a<br />

Trieste, spiccando il volo verso<br />

una carriera di fama e ricchezza<br />

nell’Impero asburgico, tuttavia<br />

mai dimenticandosi delle sue<br />

umili origini di pastore. Quando<br />

tornò a Pielungo, infatti, era<br />

deciso a strappare la sua gente<br />

dall’arretratezza di un’economia<br />

di pura sussistenza; intervenne,<br />

così, nella zootecnia della valle e,<br />

com’era nel suo stile, lo fece con<br />

un piano complesso e ambizioso.<br />

Nel materiale ritrovato in varie<br />

fonti documentali, non si è<br />

riusciti a risalire ad una cronologia<br />

che indichi l’inizio esatto di<br />

ciascun intervento, ma possiamo<br />

Vista generale delle costruzioni della malga Pala. Da I pascoli alpini dei distretti<br />

di Spilimbergo e Maniago, “Bullettino dell’Associazione agraria friulana”, 1903.<br />

realisticamente dedurre che il<br />

primo progetto a essere messo<br />

in opera fu l’edificazione di un<br />

sistema di quattro malghe sui<br />

monti Rossa e Jovet, individuati<br />

come i pascoli più adatti a sviluppare<br />

la pastorizia in valle. Ceconi<br />

edificò in primo luogo due<br />

malghe di dimensioni maggiori<br />

per la monticazione estiva: quella<br />

di Rossa, nel comune di Tramonti<br />

di Sotto (circa 50 capi) e quella<br />

di Jovet, nel comune di Clauzetto<br />

(40 capi). Quindi approntò due<br />

malghe di minori dimensioni per<br />

il pascolo autunnale, entrambe<br />

nel comune di Clauzetto: quella<br />

di Albarìet (sui 30 capi) e quella<br />

di Battistin (sui 20 capi). Poste<br />

sullo stesso monte ad altitudini<br />

differenti, le quattro malghe venivano<br />

utilizzate alternativamente<br />

lungo l’arco della bella stagione<br />

per avere sempre foraggio fresco.<br />

Ma questi interventi rappresentavano<br />

solamente il primo passo<br />

del progetto che aveva in mente<br />

Ceconi: così, ai primi del Novecento,<br />

acquistò dal comune di<br />

Vito d’Asio un’ampia malga posta<br />

sul versante sud-est del monte<br />

Pala, che in seguito avrebbe<br />

preso il suo nome, e avviò i lavori<br />

per ristrutturarla in maniera<br />

profonda e sostanziale.<br />

I soli ricoveri che insistevano<br />

sull’area erano dei rifugi di fortuna,<br />

e in stato fatiscente, dispersi<br />

sui pascoli. Venne creata una<br />

struttura polifunzionale destinata<br />

ad ospitare un gruppo di quasi<br />

200 bovini e alcuni suini: ne<br />

facevano parte stalle, concimaie,<br />

porcilaia, alloggi e cucina per il<br />

personale, una legnaia, un’enorme<br />

cisterna per l’acqua piovana<br />

che serviva le stalle ed un caseificio.<br />

La struttura, perfettamente<br />

autosufficiente, rappresentava,<br />

nei progetti del conte, il primo<br />

passo per consolidare e rilanciare<br />

in maniera organizzata la<br />

zootecnia nella valle e agevolare<br />

la transizione da un’economia di<br />

puro sostentamento a un’attività<br />

più improntata alla moderna imprenditorialità<br />

aziendale. Era un<br />

periodo di gran fervore all’inter-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!