Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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malintenzionati. Le vacche garantivano<br />
latte, formaggio e fertilità<br />
dei terreni, oltre che benessere<br />
economico e prestigio sociale. I<br />
ruoli erano ben chiari anche tra i<br />
componenti umani: i maschi adulti<br />
si occupavano dell’agricoltura e<br />
del bosco, le donne curavano la<br />
casa e i bambini, gli anziani mettevano<br />
a disposizione la propria<br />
esperienza per lavori specifici,<br />
mentre ai più giovani era affidato,<br />
fin dalla più tenera età, il pascolo<br />
delle mucche, ruolo di grande<br />
responsabilità, vista l’importanza<br />
dell’allevamento nell’economia<br />
familiare.<br />
Dalla pastorizia alla<br />
zootecnia moderna: la<br />
rivoluzione Ceconi<br />
Lo stesso Giacomo Ceconi, che<br />
avrebbe poi fatto fortuna come<br />
imprenditore e che sarebbe<br />
divenuto conte, cominciò la sua<br />
precoce carriera lavorativa a<br />
otto anni, portando al pascolo le<br />
mucche di famiglia a Pielungo e<br />
scolpendo tàlminas, gli zoccoli<br />
di legno tipici della Val d’Arzino.<br />
Poi Giacomo si trasferì a<br />
Trieste, spiccando il volo verso<br />
una carriera di fama e ricchezza<br />
nell’Impero asburgico, tuttavia<br />
mai dimenticandosi delle sue<br />
umili origini di pastore. Quando<br />
tornò a Pielungo, infatti, era<br />
deciso a strappare la sua gente<br />
dall’arretratezza di un’economia<br />
di pura sussistenza; intervenne,<br />
così, nella zootecnia della valle e,<br />
com’era nel suo stile, lo fece con<br />
un piano complesso e ambizioso.<br />
Nel materiale ritrovato in varie<br />
fonti documentali, non si è<br />
riusciti a risalire ad una cronologia<br />
che indichi l’inizio esatto di<br />
ciascun intervento, ma possiamo<br />
Vista generale delle costruzioni della malga Pala. Da I pascoli alpini dei distretti<br />
di Spilimbergo e Maniago, “Bullettino dell’Associazione agraria friulana”, 1903.<br />
realisticamente dedurre che il<br />
primo progetto a essere messo<br />
in opera fu l’edificazione di un<br />
sistema di quattro malghe sui<br />
monti Rossa e Jovet, individuati<br />
come i pascoli più adatti a sviluppare<br />
la pastorizia in valle. Ceconi<br />
edificò in primo luogo due<br />
malghe di dimensioni maggiori<br />
per la monticazione estiva: quella<br />
di Rossa, nel comune di Tramonti<br />
di Sotto (circa 50 capi) e quella<br />
di Jovet, nel comune di Clauzetto<br />
(40 capi). Quindi approntò due<br />
malghe di minori dimensioni per<br />
il pascolo autunnale, entrambe<br />
nel comune di Clauzetto: quella<br />
di Albarìet (sui 30 capi) e quella<br />
di Battistin (sui 20 capi). Poste<br />
sullo stesso monte ad altitudini<br />
differenti, le quattro malghe venivano<br />
utilizzate alternativamente<br />
lungo l’arco della bella stagione<br />
per avere sempre foraggio fresco.<br />
Ma questi interventi rappresentavano<br />
solamente il primo passo<br />
del progetto che aveva in mente<br />
Ceconi: così, ai primi del Novecento,<br />
acquistò dal comune di<br />
Vito d’Asio un’ampia malga posta<br />
sul versante sud-est del monte<br />
Pala, che in seguito avrebbe<br />
preso il suo nome, e avviò i lavori<br />
per ristrutturarla in maniera<br />
profonda e sostanziale.<br />
I soli ricoveri che insistevano<br />
sull’area erano dei rifugi di fortuna,<br />
e in stato fatiscente, dispersi<br />
sui pascoli. Venne creata una<br />
struttura polifunzionale destinata<br />
ad ospitare un gruppo di quasi<br />
200 bovini e alcuni suini: ne<br />
facevano parte stalle, concimaie,<br />
porcilaia, alloggi e cucina per il<br />
personale, una legnaia, un’enorme<br />
cisterna per l’acqua piovana<br />
che serviva le stalle ed un caseificio.<br />
La struttura, perfettamente<br />
autosufficiente, rappresentava,<br />
nei progetti del conte, il primo<br />
passo per consolidare e rilanciare<br />
in maniera organizzata la<br />
zootecnia nella valle e agevolare<br />
la transizione da un’economia di<br />
puro sostentamento a un’attività<br />
più improntata alla moderna imprenditorialità<br />
aziendale. Era un<br />
periodo di gran fervore all’inter-