Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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14 •<br />
Prosecco tondo a Gagliano presso<br />
Cividale, settembre 2009.<br />
Acini di Prosecco tondo.<br />
Grappolo di Prosecco lungo.<br />
☞<br />
mediocri, rotondi, assai dolci,<br />
saporiti, scorza grossa e dura.<br />
Colli Trevigiani) e un Proseccon<br />
o prosecco tondo (Bianca<br />
mangereccia, e da botte. Pianta<br />
vigorosa, tralci con nodi<br />
piuttosto fitti, foglie trilobe alquanto<br />
lanuginose al rovescio,<br />
grappoli allati, lunghi alquanto<br />
sottili, acini rari, giallastri,<br />
pochissimo ovali, alquanto<br />
grossi, dolci poco fragranti,<br />
polpa spessa, scorza grossa e<br />
dura. Colli Trevigiani).<br />
La spiegazione di ciò può essere<br />
duplice:<br />
- il di Maniago, nella sua indagine,<br />
non ha preso in considerazione<br />
il <strong>Friuli</strong> austriaco, ma solo<br />
quello ex-veneto. Se nell’attuale<br />
provincia di Gorizia, sul Collio,<br />
nel Vipacco, o nella attuale provincia<br />
di Trieste vi fosse stato un<br />
vitigno chiamato Prosecco il di<br />
Maniago, anche se edotto di ciò,<br />
non lo avrebbe inserito nel suo<br />
Catalogo;<br />
- può darsi benissimo che nel<br />
<strong>Friuli</strong> ex-veneto il vitigno fosse<br />
noto con un altro nome (Glera?).<br />
Nella “Mostra d’uve” tenutasi a<br />
Udine nel 1863 non compare il<br />
Prosecco.<br />
Nel 1871 Giulio Andrea Pirona<br />
ristampa il Vocabolario botanico<br />
friulano inserendolo nel Vocabolario<br />
friulano dell’abate Jacopo<br />
Pirona. In esso troviamo menzionato<br />
e brevemente descritto<br />
il Prosecco (Bianca da bottiglia<br />
e da botte. Foglie mediocri,<br />
verde-pallide, glabre; peduncolo<br />
verde, tenace; acini sferici,<br />
dorati, dolcissimi, acromatici<br />
[aromatici?]. In colle ed in piano)<br />
con parole che, a differenza della<br />
maggioranza degli altri vitigni,<br />
non sono prese dal di Maniago. Il<br />
breve lemma riguarda, quindi, un<br />
vitigno friulano e non veneto, anche<br />
perchè il Pirona non avrebbe<br />
avuto motivo di inserire un vitigno<br />
non friulano. Tanto più che<br />
chiude con l’abusata citazione<br />
pliniana che non avrebbe senso<br />
per un vitigno veneto: “Vuolsi<br />
che di questa varietà fosse il<br />
vin Pucino tanto amato da Livia<br />
imperatrice”.<br />
La varietà Prosecco (bianca) si<br />
trova nel catalogo dello Stabilimento<br />
agro-orticolo di Udine<br />
dell’anno 1864 dove si legge:<br />
“dà un vino piccante e di lunga<br />
conservazione, preferisce<br />
il colle”. Viene riproposta nel<br />
catalogo del 1867. Non sappiamo,<br />
però, se si tratta di un vitigno<br />
friulano o veneto; propendiamo<br />
per la seconda ipotesi perchè lo<br />
Stabilimento agro-orticolo faceva<br />
arrivare materiale vivastico dal<br />
resto d’Italia e anche dall’estero.<br />
L’uva detta Prosecca è sicuramente<br />
coltivata nel Cividalese nel<br />
1893 (Bullettino 1893, 3).<br />
Nella “Esposizione delle uve<br />
friulane” del 24 settembre 1921<br />
il Prosecco presentato viene così<br />
descritto: “Uva bianca a grappolo<br />
spargolo, matura. Pare il Prosecco<br />
Balbi”.<br />
In un opuscolo edito a Manzano<br />
nel 1922 dai Vivai Dott.<br />
Domenico Dorigo si legge che il<br />
Prosecco è: “Vitigno a uva bianca<br />
rustico e fertile per collina. Dà<br />
vini di pregio sul Carso presso<br />
Trieste e sulle colline di Conegliano”<br />
(Dorigo 1922, 15). Non è<br />
specificata la provenienza delle<br />
barbatelle.<br />
In uno scritto del 1972 Gaetano<br />
Perusini ricorda che, fino agli<br />
anni Trenta del Novecento (“Una<br />
quarantina di anni fa, quando