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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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22 •<br />

In alto: Domenico Pecile, dalla Carta di San Giorgio della Richinvelda, 1899;<br />

al centro: AA.V.V, dalla Carta del Podere d’Istruzione del R. Istituto Tecnico,<br />

1900; in basso: Domenico Feruglio e Giovanni Battista De Gasperi, dalla<br />

Illustrazione geologica dei dintorni di Cividale del <strong>Friuli</strong>, 1909. Evoluzione<br />

registrata nell’arco di un decennio dalle prime carte geognostico-agrarie<br />

realizzate in <strong>Friuli</strong>.<br />

☞<br />

L’iniziativa rimase lettera morta;<br />

l’esigenza però continuava ad<br />

essere avvertita in modo pressante.<br />

Pacifi co Valussi, nel 1885,<br />

invocava uno studio sistematico<br />

del terreno su tutto il <strong>Friuli</strong>,<br />

così da poter formare la Carta<br />

agraria – come egli ebbe a<br />

chiamarla – il più completa pos-<br />

sibile. “I terreni – diceva – vanno<br />

studiati circa alla loro natura<br />

e profondità, meccanicamente<br />

e chimicamente anche sotto il<br />

punto di vista degli ammendamenti<br />

e delle concimazioni da<br />

poter usare in essi e quindi della<br />

loro adattabilità alle diverse<br />

condizioni”.<br />

In <strong>Friuli</strong> tra i primi<br />

Qua e là fi orirono diverse iniziative,<br />

alcune delle quali conseguirono<br />

importanti risultati pratici.<br />

Particolare rilievo assumono gli<br />

studi avviati in <strong>Friuli</strong>, perché<br />

furono tra i primi ad essere intrapresi<br />

e per gli esiti raggiunti.<br />

Fu nel 1896 che il consiglio della<br />

Stazione agraria di Udine decise<br />

di iniziare la compilazione di una<br />

carta agronomica del <strong>Friuli</strong>. In<br />

seguito, l’Associazione agraria<br />

friulana nominò una commissione<br />

speciale per lo studio del problema.<br />

Le due istituzioni procedettero<br />

con sinergia e incaricarono<br />

Domenico Pecile di compiere gli<br />

studi preliminari e di avviare il<br />

lavoro. Fu convenuto che questo,<br />

da principio, non dovesse comprendere<br />

tutto il territorio della<br />

provincia, ma essere piuttosto<br />

limitato a piccole aree, caratteristiche<br />

di superfi ci più ampie, per<br />

consentire al metodo d’indagine<br />

di evolversi e perfezionarsi.<br />

Pecile prese in considerazione<br />

una zona poco più ampia di un<br />

chilometro quadrato, situata nel<br />

comune di San Giorgio della<br />

Richinvelda, a lui ben nota. A<br />

San Giorgio, infatti, era ubicata<br />

l’azienda di famiglia, sede di<br />

numerose esperienze colturali,<br />

eseguite prima dal padre Gabriele<br />

Luigi e poi da lui stesso.<br />

Ciò gli permetteva di conoscere<br />

molto bene le condizioni agricole<br />

della località. Fra i modelli<br />

di carte agronomiche allora<br />

maggiormente usate in Europa,<br />

fu preferito quello prussiano,<br />

perché, rispetto a quelli francese<br />

e belga, manteneva una veste più<br />

scientifi ca. Questa scelta decise<br />

implicitamente del carattere dato<br />

allo studio geoagronomico: non

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