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Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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Una ottantenne signora di Peonis<br />

afferma che la samença si<br />

faceva una vora bessôi e, per il<br />

resto, a vignivin a vendi; arrivava<br />

una femina in plaça cui<br />

sacuts, a veva una coputa (un<br />

misurino) e nus faseva paiâ un<br />

tant par coputa.<br />

Defi niamo il nostrano<br />

Che cosa c’è di “nostrano” tra gli<br />

ortaggi attualmente coltivati in<br />

<strong>Friuli</strong>? Sicuramente molto poco.<br />

Qui, in modo volutamente arbitrario,<br />

consideriamo “nostrana”:<br />

“una varietà orticola tradizionalmente<br />

coltivata in una o più<br />

località della nostra regione,<br />

o nell’intera regione, e la cui<br />

memoria si possa far risalire ad<br />

almeno due generazioni addietro;<br />

possono rientrare varietà<br />

di introduzione più recente, ma<br />

con caratteristiche peculiari,<br />

tanto da farle ritenere “tipiche” e<br />

“caratteristiche” di una zona ben<br />

determinata alla quale rimangono<br />

legate”.<br />

A maggior suffragio di questa<br />

scelta c’è la denominazione della<br />

varietà, che può fregiarsi di una<br />

specifi cazione (ad es. Cjapût<br />

di Culino, Brocul di Orçan)<br />

o di un aggettivo etnico (ad es.<br />

Rozajanski strok), oppure di un<br />

nome popolare coniato nell’idioma<br />

locale (ad es. Lidric cul poc,<br />

quasi tutti i fagioli).<br />

In questo scritto introduciamo<br />

l’argomento trattando delle<br />

specie orticole note in <strong>Friuli</strong> a<br />

partire dall’Ottocento.<br />

In campo varietale ci atteniamo<br />

alla documentazione linguistica,<br />

in pratica i nomi delle varietà in<br />

friulano che abbiamo reperito in<br />

fonti scritte; si tratta, praticamente,<br />

del solo fagiolo, specie<br />

• 77<br />

che ha al suo<br />

attivo moltissimi<br />

nomi varietali di<br />

conio locale. Per<br />

le varietà di altre<br />

specie il lettore<br />

potrà trovare soddisfazione<br />

nel contributo<br />

del dott. Costantino<br />

Cattivello che segue il nostro:<br />

in esso si tratta delle varietà tut- tut- Il fagiolo Cea nera di Barcis ha<br />

tora reperibili sul territorio. un nome che esprime in modo<br />

effi cace ed icastico le caratteristiche<br />

cromatiche della varietà. Villa Sulis,<br />

Costa di Castelnovo, seconda<br />

Specie orticole<br />

Mostra regionale delle vecchie varietà<br />

di ortaggi, 7 agosto 2005.<br />

Gli ortaggi sono scarsamente<br />

documentati nelle epoche passate;<br />

nelle carte relative a censi o<br />

compravendite si trovano soprattutto<br />

cereali e, in minor misura,<br />

leguminose da granella in quanto<br />

derrate conservabili anche a lungo,<br />

quindi suscettibili di commercializzazione.<br />

La maggior parte<br />

dei prodotti orticoli non gode di<br />

tale vantaggio e, non a caso, le<br />

prime testimonianze, nel Duecento,<br />

sono relative ad aglio e cipolla<br />

che hanno una buona durata nel<br />

tempo. Nel Trecento fanno capolino<br />

i cavoli e la brovada.<br />

Nel Quattrocento compaiono i<br />

piselli, le verze e le rape, nel<br />

Cinquecento i cappucci, il porro,<br />

lo scalogno... (Costantini 2009,<br />

28-35). Risulta ovvio che tali orticole,<br />

e molte altre, erano coltivate<br />

anche precedentemente, ma<br />

non esistono prove scritte di ciò.<br />

Nel Settecento si apre uno spiraglio<br />

più ampio con il “Catapano<br />

Pasqualis” che contiene alcune<br />

indicazioni orticole concernenti<br />

il territorio della Pieve d’Asio:<br />

“A San Martino l’estensore del<br />

documento consiglia di seminare<br />

piselli, fave e aglio; in primavera<br />

erbette, spinaci, di nuovo piselli,<br />

aglio e fave, prezzemolo, cipolle,<br />

rape, insalata, radicchio e verze;<br />

ai primi di aprile fagioli e zucche<br />

e ancora insalata; in maggio le<br />

verze per l’inverno; alla metà di<br />

giugno cavolfi ori e broccoli, rape<br />

per l’inverno; in agosto radicchio<br />

resistente al freddo e ancora<br />

verze” (Zannier 1992, 600).<br />

Dal Vocabolario botanico<br />

friulano<br />

Non ci sono noti esaustivi elenchi<br />

di specie orticole coltivate<br />

in <strong>Friuli</strong> che siano anteriori a<br />

quanto pubblicato da Giulio<br />

Andrea Pirona nel suo Vocabolario<br />

botanico friulano del 1862.<br />

Nelle 81 pagine di tale pionieristico<br />

lavoro abbiamo trovato le<br />

piante orticole che proponiamo<br />

nella tabella 1 con il brevissimo<br />

commento dell’illustre naturalista.<br />

Comparando l’elenco del<br />

1862 all’attualità possiamo fare<br />

alcune osservazioni:<br />

1. Alcune piante da orto sono<br />

scomparse o si sono estremamente<br />

rarefatte. La cartùfule ☛

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