Tiere furlane 3 - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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che sarebbe comunque stato<br />
molto difficile spuntarla con tali<br />
e tanti acerrimi rivali. Si accordò,<br />
così, con Zannier affinché battesse<br />
l’asta fino alla cifra necessaria<br />
ad acquistare i terreni, anche se<br />
non era in possesso della cifra<br />
necessaria. L’accordo prevedeva<br />
che la contessa avrebbe poi<br />
preteso da lui solo la base d’asta<br />
di 50.000 lire.<br />
Così avvenne e Pietro, grazie<br />
a quell’accordo segreto con la<br />
contessa, poté tenere testa ai<br />
robusti rilanci dei concorrenti ed<br />
aggiudicarsi tutte le proprietà del<br />
conte Ceconi in Valle di Preone,<br />
liquidando poi alla contessa unicamente<br />
la somma concordata.<br />
Da allora quei terreni si chiamano<br />
“La stalla di Cecon” e sono di<br />
proprietà di diversi rami familiari<br />
dei Boter.<br />
Una Valle in fiera<br />
Il veloce sviluppo della pastorizia,<br />
positivamente influenzato anche<br />
dalle conoscenze politiche del<br />
Ceconi, stimolò l’organizzazione<br />
di una fiera-esposizione bovina.<br />
Questa, forte del positivo esempio<br />
di un’analoga manifestazione<br />
tenutasi a Meduno nel 1902, venne<br />
promossa dal Comizio agrario<br />
di Spilimbergo-Maniago e dalla<br />
Cattedra ambulante d’Agricoltura<br />
dell’Alto <strong>Friuli</strong> occidentale ed<br />
ebbe luogo a Casiacco nel 1904.<br />
La localizzazione dell’evento fu<br />
particolarmente felice perché<br />
questa frazione di fondovalle rappresenta<br />
il naturale collegamento<br />
col mondo esterno. Qui convennero<br />
numerosi gli allevatori di<br />
Clauzetto, Vito d’Asio, Forgaria<br />
e Pinzano e le strade del paese<br />
furono invase da 270 dei migliori<br />
esemplari bovini della zona.<br />
Il mercato del bestiame a Casiacco agli inizi del Novecento. Si nota<br />
l’eterogeneità razziale dei capi presenti.<br />
Nell’idea degli organizzatori la<br />
fiera aveva principalmente lo<br />
scopo di favorire lo scambio<br />
di tecniche ed esperienze per<br />
accelerare lo sviluppo di zone<br />
ancora legate ai sistemi tradizionale<br />
di allevamento. Così, per<br />
favorire il successo dell’iniziativa,<br />
pensarono bene di abbinarvi un<br />
concorso di bellezza per esemplari<br />
bovini, per la precisione<br />
“riproduttori maschi e femmine<br />
di razza alpina, con attitudine<br />
alla produzione di latte”. Vennero<br />
valutati torelli e vacche<br />
da latte di diverse fasce d’età,<br />
vitelle, giovenche, poi esemplari<br />
da riproduzione, da lavoro e da<br />
carne. Come testimonia l’analisi<br />
effettuata dal “Bullettino”<br />
dell’Associazione agraria friulana<br />
la giuria riscontrò l’ottima qualità<br />
del bestiame proveniente dalla<br />
Val d’Arzino, circostanza dovuta<br />
principalmente a due fattori: la<br />
ricchezza dei terreni della zona<br />
che permetteva un ingrassamento<br />
migliore rispetto ad altre<br />
zone con allevamenti analoghi e<br />
l’incrocio di molte generazioni<br />
con la razza “Brunnek” (cioè<br />
‘Brunico’; razza ora meglio nota<br />
come Pustertaler) proveniente<br />
dalla Carnia e molto adatta all’ingrasso.<br />
È curioso notare come<br />
anche il conte Ceconi avesse<br />
partecipato al concorso con un<br />
torello, classificatosi terzo nella<br />
sua categoria.<br />
All’atto delle premiazioni, presenti<br />
tutti i partecipanti e un folto<br />
pubblico, il relatore del concorso,<br />
Vito d’Asio, fine anni Cinquanta.<br />
La persona al centro è GioBatta<br />
Pasqualis, ultimo titolare della<br />
stazione di monta attiva fino<br />
al terremoto del 1976. Lo<br />
accompagnano il figlio Antonio e la<br />
moglie Antonia Gerometta.