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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

<strong>mare</strong> con acqua inquinata, invalidando la pratica della stabulazione. Per questa<br />

ragione in sei mesi sono stati sequestrati e distrutti, sempre in provincia di<br />

Napoli, oltre 45 quintali di frutti di <strong>mare</strong>.<br />

Il governo va a pesca<br />

Se questi sono risultati che possono essere archiviati come esempi<br />

d’illegalità, non meno preoccupanti sono, per l’ambiente marino, i<br />

provvedimenti messi in campo dal nostro Governo in materia di pesca. A<br />

cominciare dalla famigerata circolare sul cianciolo: un regalo di Natale fatto<br />

dal Ministero delle Politiche Agricole a poche imbarcazioni che, in virtù del<br />

provvedimento, possono calare le proprie reti fin sulle praterie di Posidonia<br />

distruggendo uno dei più importanti habitat di riproduzione delle specie<br />

marine. Con la decisione di liberalizzare la pesca dei piccoli pelagici in<br />

Adriatico, invece, è stata fatta piazza pulita dei timidi tentativi di gestione<br />

comune della risorsa che si stavano tentando in quell’area.<br />

Nel frattempo proprio quest’anno sono stati pubblicati i risultati di una<br />

ricerca dell’Università di Siena che evidenziano le quantità considerevoli di<br />

diossina e Pcb accumulate dai grandi pelagici, tonno e pesce spada in primo<br />

luogo. I valori riscontrati sono allarmanti: si va dai 990 ai 2070 pg/kg p.f.<br />

(picogrammi per chilogrammo di peso fresco) nei tonni ai 1470 e 1660 pg/kg<br />

p.f. nei pesce spada, concludendo che è consigliabile un’assunzione settimanale<br />

di questi prodotti che non superi i 500 g. a persona.<br />

I nuovi “ecomostri”<br />

I “pirati” del cemento selvaggio continuano l’assalto alle nostre coste.<br />

Dall’abusivismo sulle aree demaniali marittime (monitorato dalle forze<br />

dell’ordine e dalle Capitanerie di Porto) agli “ecomostri”.<br />

Nel corso del 2001 la Sicilia è diventata la prima regione italiana per<br />

reati relativi all’abusivismo sulle aree demaniali costiere. E non solo: i reati per<br />

abusivismo edilizio sul demanio marittimo siciliano sono passati dai 480 del<br />

2000 agli 857 del 2001, per un aumento percentuale di oltre il 78%.<br />

Coincidenza o conseguenza dei proclami a favore del condono da parte del<br />

Governatore siciliano? I dati storici sul fenomeno dell’abusivismo edilizio in<br />

Italia fanno ovviamente propendere per la seconda ipotesi.<br />

La classifica, per il secondo anno consecutivo, non si discosta affatto<br />

per quanto riguarda il quadro emerso lo scorso anno. I primi quattro posti sono<br />

ben presidiati: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia primeggiano per numero di<br />

infrazioni accertati sul demanio costiero. La Calabria scende al secondo posto<br />

con 654 reati (più o meno gli stessi consumati nel 2000), mentre Campania<br />

(557 reati) e Puglia (554) si confermano in terza e quarta posizione. Da<br />

segnalare il passo in avanti compiuto dall’Emilia Romagna, che<br />

dall’undicesimo posto del 2000 sale al quinto nel 2001, e quello all’indietro<br />

delle Marche, che dalla settima posizione scendono all’undicesima.<br />

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