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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

sui bacini fluviali e all’asporto di sedimenti che dalle spiagge, attraverso<br />

canyon sottomarini, raggiungono fondali molto profondi.<br />

Calabria<br />

Il litorale della Calabria che si affaccia sul <strong>mare</strong> Tirreno si estende per<br />

246 chilometri, 188 dei quali di costa bassa, ed è in condizioni piuttosto<br />

precarie. Il 64 per cento delle spiagge, infatti, è a rischio molto elevato di<br />

erosione per la realizzazione, a breve distanza dalla battigia, di strutture<br />

connesse ad insediamenti urbani. Lungo il versante ionico, costituito da 56<br />

chilometri di costa alta e da 384 di spiagge, il fenomeno erosivo risulta essere<br />

meno diffuso e più recente: i tratti a rischio molto elevato, pari al 44 per cento<br />

dei litorali sabbiosi, sono concentrati nella zona più meridionale, dove le<br />

spiagge sono fortemente irrigidite dagli insediamenti urbani e dalle vie di<br />

comunicazione, mentre nella zona settentrionale la situazione è più tranquilla.<br />

In questa area, caratterizzata da una scarsa diffusione di insediamenti urbani, il<br />

30 per cento delle spiagge è, infatti a rischio basso.<br />

Emilia Romagna<br />

La riduzione del trasporto solido fluviale e dei fenomeni di subsidenza<br />

si sono sommati lungo il litorale romagnolo agli effetti provocati da<br />

manomissioni profonde dell’assetto naturale della costa. Ben 77 chilometri dei<br />

130 di litorale sono difesi da opere di vario tipo, e la Regione ha stanziato di<br />

recente quasi 20 miliardi per finanziare il piano di interventi elaborato dalle<br />

province di Ferrara e Ravenna allo scopo di combattere l’arretramento delle<br />

spiagge, che in alcuni punti procede ad un ritmo preoccupante. Il 13 per cento<br />

dei litorali è considerato a rischio molto elevato e i tratti che suscitano più<br />

timori sono quelli in corrispondenza delle Valli di Comacchio, fra i fiumi Savio<br />

e Rubicone e a nord del fiume Conca. Nel complesso, sono 32 i chilometri di<br />

costa interessati dall’arretramento, ma d’altro canto altri 98 chilometri sono<br />

stabili o, addirittura, in accrescimento. All’erosione contribuisce anche<br />

l’estrazione del gas al largo dell’Adriatico, che interessa diversi punti davanti<br />

alle coste romagnole.<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Il rischio erosione in Friuli Venezia Giulia riguarda principalmente la<br />

fascia costiera che si estende dai litorali lagunari al lembo più occidentale della<br />

regione. Lungo tutto il litorale della regione, costituito da una quindicina di<br />

chilometri a costa alta, nel settore orientale, e da 90 chilometri di costa bassa e<br />

sabbiosa, non sono comunque presenti tratti a rischio molto elevato. La<br />

modesta intensità di rischio, che a est delle lagune di Marano e Grado è<br />

addirittura nullo o basso, è dovuta al fatto che i due maggiori centri urbanoportuali,<br />

vale a dire Trieste-Muggia e Monfalcone, sono protetti rispetto alle<br />

<strong>mare</strong>ggiate più violente, mentre i centri turistici possono contare sull’ampiezza<br />

della spiaggia, è il caso di Lignano, o su opere quali frangiflutti e dighe, come<br />

avviene a Grado. I lidi delle lagune, inoltre, sono pressoché disabitati e<br />

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