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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

mitili vari: sui banchetti improvvisati, gli uomini del gruppo speciale hanno<br />

ritrovato di tutto e tutto conservato male. L’organizzazione della task force si è<br />

resa necessaria in seguito all’esame dei dati in possesso della Procura di Torre<br />

Annunziata, secondo i quali la città del Corallo sarebbe il comune con il più<br />

alto numero di ammalati di epatite virale di quanti se ne possano contare in<br />

tutto Napoli e provincia. È il fiume più inquinato d'Europa, è la causa di tutti i<br />

mali del Golfo di Napoli, è la prima ragione per cui il turismo da Pozzuoli a<br />

Castellam<strong>mare</strong> fa tanta fatica a decollare. Eppure, proprio qui, alla foce del<br />

fiume Sarno, c'è chi ha pensato di allevare frutti di <strong>mare</strong> e filari di cozze (il<br />

sequestro ha riguardato circa 15 quintali). E se non fosse che all'alba del 26<br />

luglio 2001, il comando provinciale dei Carabinieri, in collaborazione con gli<br />

uomini del Nas, avesse provveduto a rompere quei filari e a sequestrare tutto<br />

quanto di abusivo vi era coltivato, con ogni probabilità quelle cozze sarebbero<br />

finite sulle nostre tavole. E magari anche sulle tavole di qualche<br />

insospettabilissimo ristorante. Non è una novità. È già accaduto in passato. Non<br />

è un caso, d'altra parte, nello stesso mese di luglio, la Procura di Torre<br />

Annunziata, per violazione alle norme igienico sanitarie in fatto di<br />

alimentazione, denunciava la provincia di Napoli come la più "sporca" d'Italia,<br />

con dodicimila procedimenti giudiziari avviati nei confronti di ristoratori,<br />

ambulanti e commercianti.<br />

I quindici quintali di mitili sequestrati nella foce del fiume Sarno, sono<br />

tanti, tantissimi, niente, tuttavia, se rapportati ai duemila messi sotto chiave in<br />

tutta la costa da Pozzuoli fino a Massalubrense, in seguito all'operazione «a<br />

tavola sicuri» è cominciata nel mese di giugno 2001. E si è avvalsa della<br />

collaborazione dei carabinieri subacquei e di tutte le motovedette dell'Arma.<br />

Dai risultati dello screening marino è emerso un dato che la dice lunga su come<br />

vengono rispettate le norme igienico sanitarie soprattutto nell'area stabiese e<br />

torrese e come da queste parti sia particolarmente facile restare vittime di<br />

malattie infettive. La costa di Torre Annunziata e Castellam<strong>mare</strong> vanta, infatti,<br />

il record dell'allevamento abusivo: su duemila quintali di cozze sequestrate,<br />

millecinquecento vengono, infatti, coltivate proprio dove sorge la foce del<br />

fiume Sarno. Appena settanta quintali a Pozzuoli, qualche decina in penisola<br />

Sorrentina e nel porto di Napoli, sparso qua e là qualche filare anche nella<br />

provincia di Caserta, tra Teverola e Casaluce. I mitili sono stati distrutti, portati<br />

in alto <strong>mare</strong> e gettati nei fondali. Nessuna denuncia.<br />

Restano i consigli da dare ai consumatori: i mitili vanno comprati in<br />

confezioni sigillate, garantiti dal cartellino ove sono indicate le norme Cee.<br />

Perchè per chi non lo sapesse ancora le cozze vanno coltivate esclusivamente<br />

in acque depurate. Altro, allora, che fiume Sarno, con tutto il suo carico di<br />

veleni. Guai, dunque, ad affidarsi ai venditori ambulanti. E se oltre a stare<br />

attenti alla salute qualcuno volesse anche rendersi utile alla società,<br />

denunciando qualsiasi violazione delle norme igienico sanitarie, l'Asl Napoli 5<br />

quest'anno ha istituito il numero verde 800/306042, al quale oltre alle denunce<br />

si possono anche chiedere consigli su come tutelarsi da alimenti a rischio<br />

infezioni. Lo scorso settembre è stata violata anche la Riserva di Punta<br />

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