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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

localmente, accomunati dalle iniziative ai danni della fascia costiera. Sono loro<br />

i pirati del terzo millennio, quelli che partono all’arrembaggio saccheggiando il<br />

futuro degli abitanti della fascia costiera. Contro questi nuovi pirati viaggerà la<br />

campagna di Goletta Verde di quest’anno, per riconquistare alla legalità anche<br />

questo pezzo di territorio, per restituire una possibilità di futuro ai suoi abitanti.<br />

I numeri del <strong>mare</strong> illegale<br />

Sono state 23.474 le infrazioni lungo la fascia costiera rilevate dalle<br />

forze dell’ordine nel corso del 2001, 501 in più rispetto a quelle rilevate nel<br />

2000. Nel merito di ciascuna tipologia di reato le violazioni al codice della<br />

navigazione e alla normativa da diporto restano al primo posto fra i reati<br />

consumati in questo territorio con 9.009 reati accertati (pari al 43,4% del<br />

totale). A seguire nella classifica del demerito sono i reati contestati per pesca<br />

di frodo (7.207) pari al 34,8% del totale e quelli per abusivismo edilizio sulle<br />

aree demaniali costiere (3.898). A guidare incontrastata la classifica del <strong>mare</strong><br />

illegale la Sicilia, con 4.648 infrazioni accertate, seguita da Puglia (2.513),<br />

Campania (2.442) e Calabria (1.992). L’ordine cambia se si considerano invece<br />

i reati in rapporto ai chilometri di costa: in questo caso al primo posto sale il<br />

Veneto con più di 8 reati per chilometro di costa, seguito dall’Emilia Romagna<br />

(6,9 reati) e dalle Marche (6,36).<br />

I frutti di <strong>mare</strong> della malavita organizzata<br />

In Campania è la camorra. Ma anche in Veneto sono vere e proprie<br />

organizzazioni criminali a tenere le fila della pesca illegale delle vongole e del<br />

commercio dei frutti di <strong>mare</strong>. La spiegazione è abbastanza semplice: il giro<br />

d’affari garantito da queste attività. Si spiegano così episodi clamorosi, dalla<br />

vera e propria guerra che si combatte fra le forze dell’ordine e i cosiddetti<br />

“caparozzolanti” nelle aree della laguna vietate alla pesca dei molluschi ai dati<br />

della Guardia Costiera napoletana, secondo i quali a marzo <strong>2002</strong> su 10 controlli<br />

effettuati solo uno è risultato in regola. E se il Procuratore Generale di Venezia<br />

ha ritenuto, nella relazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, di<br />

doversi soffer<strong>mare</strong> diffusamente sull’illegalità che caratterizza il settore della<br />

pesca delle vongole, a Napoli secondo una denuncia avanzata da numerosi<br />

ristoratori la camorra impone i propri fornitori di frutti di <strong>mare</strong> ai ristoranti del<br />

capoluogo. E’ comunque la costa campana a detenere i record in questo settore:<br />

da quello delle denunce per violazione delle norme igienico sanitarie (12.000<br />

procedimenti giudiziari nella sola provincia di Napoli) a quelle sugli<br />

allevamenti abusivi (su duemila quintali di cozze sequestrate in Campania<br />

1.500 vengono coltivate alla foce del Sarno, un fiume noto per l’alto livello<br />

d’inquinamento.<br />

Quest’anno inoltre si è andata affermando ulteriormente la pratica del<br />

pesce all’acqua pazza, così come è stata battezzata nello scorso dossier Mare<br />

Monstrum, ovvero l’abitudine tutta napoletana di rinfrescare pesce e frutti di<br />

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