mare monstrum 2002 - Legambiente
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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />
ittici di Bari, Barletta, Brindisi, dove ogni mattina finivano i costosissimi ricci<br />
di <strong>mare</strong>, prelibati come condimento per gli spaghetti, nonché come antipasto.<br />
Di qui la decisione di procedere ad un blitz combinato terra-<strong>mare</strong>: in azione<br />
due vedette, che hanno sorpreso sei subacquei intenti a scippare molluschi dalle<br />
scogliere, ed alcune pattuglie mobili che hanno bloccato un furgone dei<br />
commercianti pugliesi.<br />
Grazie agli sforzi profusi attualmente la pesca illegale dei datteri è<br />
diminuita del 20% circa, ma c’è ancora molto da fare.<br />
La costa di Siracusa<br />
Il fenomeno della pesca di frodo del dattero di <strong>mare</strong>, in Sicilia assume<br />
proporzioni devastanti soprattutto in provincia di Siracusa a causa della<br />
conformazione geologica della costa, costituita da roccia calcarea. Anche se<br />
sono aumentati i controlli da parte degli organi di sorveglianza preposti alla<br />
repressione del consumo del mollusco nei ristoranti, il prelievo doloso del<br />
dattero è ancora molto praticato.<br />
Si stimano fra i 15 e i 25 bracconieri che quotidianamente (dati non<br />
ufficiali scaturiti da notizie fornite dalle stazioni di ricarica), armati di mazza e<br />
pinzette, in un tratto di <strong>mare</strong> che va da Brucoli – Augusta a Capo Murro di<br />
Porco, in provincia di Siracusa, praticano la pesca distruttiva del bivalve,<br />
riuscendo a raccogliere dagli 8 ai 15 chili di molluschi al giorno, su una<br />
batimetrica che va dai 3 ai 10 metri di profondità. Attraverso l’utilizzo di una<br />
bibombola di 20 litri, i datterai riescono a rimanere sott’acqua per oltre due ore,<br />
distruggendo un tratto di fondale procapite di oltre 50 metri. Da questo calcolo<br />
sono esclusi i “dilettanti”, datterai dell’ultima ora che pescano, seppur<br />
occasionalmente, con metodi molto più sbrigativi e distruttivi quali<br />
compressori e martelletti pneumatici. Gli organi di vigilanza, Capitaneria di<br />
Porto, Polizia, Guardia di Finanza ecc., sono in assoluta difficoltà nel<br />
fronteggiare tale fenomeno, anche perché, oltre al fatto che i bracconieri del<br />
<strong>mare</strong> svolgono la loro “attività” dalle sette alle dieci del mattino, mentre le<br />
motovedette cominciano la perlustrazione di turno routinaria dopo le ore 9, la<br />
pesca del dattero avviene su un fondale abbastanza basso dove le motovedette<br />
delle forze dell’ordine non possono giungere. Nel 1999 sono stati colti in<br />
fragranza di reato appena tre bracconieri e sequestrati solo 60 kg di datteri,<br />
oltre alle attrezzature subacque ( dati Questura di Siracusa). Ad oggi non ci<br />
sono novità di rilievo.<br />
Il quadro già di per sé sconfortante, si completa se si aggiunge alla<br />
pesca al mollusco la pesca di frodo con l’autorespiratore, praticata e a volte<br />
“tollerata”, e la pesca con gli esplosivi.<br />
Da Porto Cesareo a Gallipoli<br />
La pesca dei datteri è uno dei problemi più gravi che interessa la zona<br />
che va da Porto Cesareo a Gallipoli, in Puglia. L’area in questione è stata<br />
oggetto di una vera e propria spartizione, cosicchè ogni pescatore di dattero ha<br />
il suo perimetro dove operare. Sembra che i datterai utilizzino circa 20<br />
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