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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

Campania siamo in presenza da anni ad un danno ambientale diretto, cagionato<br />

dallo scarso grado di concentrazione dei reflui agli impianti di trattamento.<br />

Secondo il I Rapporto Ambientale dell' Arpac (Agenzia Regionale per la<br />

Protezione Ambientale della Campania) su un campione rappresentativo, che<br />

include quasi l'intero comune di Napoli, e che rappresenta il 48% del totale<br />

della popolazione regionale ed il 52% dell'acqua erogata, si riscontra un<br />

coefficiente di ritorno globale in fognatura, con collettamento sino all'ingresso<br />

negli impianti di trattamento, pari ad appena al 44% dell' immesso in rete con<br />

un valore aerale minimo del 31% per il comprensorio Acerra- Pomigliano.<br />

All'interno del dato complessivo, inoltre, esistono comuni per i quali non è<br />

ancora realizzato il collegamento alla rete dei collettori intercomunali di<br />

collegamento agli impianti, cioè comuni per i quali il coefficiente di ritorno<br />

alla rete di depurazione è nullo. Basti pensare che i cittadini di Portici, San<br />

Giorgio a Cremano, Ercolano in provincia di Napoli e circa 300 mila<br />

napoletani sversano nei propri wc quotidianamente nel giro di pochi minuti<br />

giunge tal quale in <strong>mare</strong>. A tal proposito bisogna terminare al più presto il<br />

collegamento di queste aree con il depuratore di Napoli est. Basti pensare che<br />

circa 8000 mc/h che tratta tale depuratore vengono attualmente sversati<br />

attraverso un alveo sul litorale di S. Giovanni. Il depuratore di Napoli Est,<br />

secondo stime dell’assessore alla difesa del suolo del Comune di Napoli,<br />

Ferdinando Di Mezza, sarà in grado di filtrare cinquecento litri di liquami al<br />

secondo. Il depuratore sarà ingrandito anche qui con un operazione di project<br />

financing (quasi 75milioni di euro) il cui promotore sarà presto individuato<br />

ufficialmente. A Napoli, l’ultimo impianto di sollevamento (che pompa i<br />

liquami nei collettori fino ai depuratori) è stato inaugurato poco tempo fa nel<br />

rione Pazzigno. Ma non basta, oggi almeno 300mila abitanti del capoluogo fra<br />

il Ponte dei Francesi e Via Duomo, sversano quotidianamente reflui che<br />

arrivano in <strong>mare</strong> tal quale attraverso le vecchie fogne. La regione Campania,<br />

attraverso il Commissariato per l'emergenza rifiuti, bonifiche e tutela delle<br />

acque si è impegnato ad intervenire con un piano articolato che prevede il<br />

completamento del depuratore Napoli Est (entro il 2003), di un vero e proprio<br />

lifting alle fognature ed al sistema di depurazione del litorale fino alla foce<br />

Sarno ed il riordino dei collettori principali nella zona oprientale di Napoli.Non<br />

diversa la situazione del Golfo di Napoli. Non diversa la situazione nell’intera<br />

provincia di Napoli, Infatti, dopo due anni di pazienza ricerca, la Provincia di<br />

Napoli ha presentato uno studio completo della situazione, un vero e proprio<br />

catasto degli scarichi inquinanti che vanno dalla Campanella a Capo Misero.<br />

Un dossier allucinante: con 500 sbocchi inquinanti rilevati da Cuma a Foce del<br />

Sarno. Ben 96 sono risultati i casi che sono stati definiti “significativi” ossia ad<br />

alto rischio inquinante. Napoli è in testa con il censimento di ben90 scarichi a<br />

<strong>mare</strong>e, seguito da Pozzuoli e Castellam<strong>mare</strong> con 41 scarichi, segue Forio<br />

d’Ischia con 35 e Torre del Greco con 32. Di ogni scarico la Provincia di<br />

Napoli ha dati precisi di rilevamento, caratteristiche inquinanti, tipologia e<br />

volume annuo di refluo. Nel complesso della regione, dunque, dei circa 714<br />

milioni mc/anno prelevati a scopo civili ed industriali, ben 385 milioni<br />

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