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mare monstrum 2002 - Legambiente

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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />

legati alla produzione agricola (magazzini agricoli ed opifici per la<br />

trasformazione dei prodotti agricoli), ma in realtà finalizzate alla costruzione di<br />

ville e villette da usare come residenze stagionali.<br />

Solo in pochi casi tali abusi vengono denunciati e pertanto difficilmente<br />

possono essere censiti. Nonostante la sottovalutazione di questo fenomeno,<br />

possiamo senza retorica affer<strong>mare</strong> che si tratta della nuova frontiera di un<br />

abusivismo edilizio contro il quale, purtroppo, si fa sempre meno.<br />

Anzi, va denunciato il fatto che proprio questa nuova recrudescenza<br />

dell’abusivismo edilizio trova negli uffici tecnici comunali coperture e<br />

complicità, come sta venendo a galla nell’inchiesta giudiziaria relativa alla<br />

lottizzazione abusiva denunciata da <strong>Legambiente</strong> ad Agrigento, in località<br />

“Timpa dei Palombi”.<br />

Si tratta di un caso veramente emblematico: in un’area di particolare<br />

pregio a ridosso della fascia costiera, zona agricola del PRG vigente, negli anni<br />

che vanno dal 1997 al 2000, quattro grandi lotti di terreno sono stati frazionati<br />

in oltre cento particelle di circa 2.500 mq ognuna. Dimensione certamente poco<br />

adatta alla localizzazione di aziende agricole, ma coincidente con il lotto<br />

minimo comunale.<br />

Con una solerzia mai vista prima, l’Ufficio tecnico ha rilasciato nel<br />

periodo a cavallo tra la fine del 1999 e l’anno 2000 oltre settanta concessioni<br />

ricadenti su questi lotti. Le concessioni hanno formalmente ad oggetto la<br />

costruzione di magazzini agricoli ed opifici per la trasformazione dei prodotti<br />

agricoli, ma come è facile immaginare, basta dare un’occhiata agli elaborati<br />

grafici per rendersi conto che si tratta di ville, in molti casi anche di lusso.<br />

Alla denuncia di <strong>Legambiente</strong> è seguito il sequestro da parte<br />

dell’Autorità Giudiziaria di trenta cantieri già aperti ed in fase di ultimazione.<br />

Nonostante tutto però, nemmeno in un momento in cui l’attenzione era<br />

massima, il fenomeno si è arrestato. Nelle zone limitrofe a Timpa dei Palombi,<br />

nelle ultime settimane, sono stati aperti decine di cantieri per la costruzione di<br />

ville al <strong>mare</strong> o meglio, come recitano le concessioni, di “manufatti per la<br />

trasformazione di prodotti agricoli”.<br />

Questo fenomeno, ormai diffusissimo in tutta la Regione, sta<br />

stravolgendo il paesaggio rurale ed il fisiologico equilibrio tra aree urbane,<br />

periurbane ed agricole, urbanizzando di fatto l’intero territorio.<br />

Le motivazioni che spingono l’abusivismo verso questa “nuova<br />

frontiera” sono strettamente connesse alle complicità degli uffici comunali, non<br />

solo perché questi rilasciano scientemente concessioni fasulle, ma soprattutto<br />

perché la presenza di una concessione crea comunque un alibi per la completa<br />

assenza di controlli sulle reali destinazioni d’uso degli immobili.<br />

Questo fenomeno è stato peraltro incoraggiato anche dal Governo<br />

regionale, che con la finanziaria 2001 ha emendato la legge regionale 17/94<br />

che escludeva la possibilità di variare la destinazione d’uso degli immobili<br />

costruiti in zona agricola, trasformandola in “abitativa, alberghiera o ricettiva<br />

in genere”. L’Art. 89 della finanziaria, infatti, sopprimendo le parole<br />

alberghiera o ricettiva in genere, ha di fatto sanato surrettiziamente tutti quegli<br />

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