mare monstrum 2002 - Legambiente
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<strong>Legambiente</strong> - Mare <strong>monstrum</strong> <strong>2002</strong><br />
<strong>Legambiente</strong> di Sanremo, l’amministrazione comunale fa finta di nulla,<br />
considerando, anche, che non è il primo caso. Nel gennaio 1996, infatti, dopo<br />
la realizzazione di un primo lotto delle opere a terra del porto privato di<br />
Portosole, scoppia il precedente: una interpellanza consiliare solleva la<br />
questione dirompente delle altezze per un’altra infrastruttura di servizio al<br />
porto. I controlli successivi rilevarono che l’altezza del volume realizzato<br />
superava l’altezza della passeggiata e dei giardini di circa 1 metro, per un<br />
errore nelle tavole del Piano Particolareggiato e precisamente nell’indicazione<br />
della quota della passeggiata. Intanto la Soprintendenza sollecita<br />
l’Amministrazione Comunale ad “adottare provvedimenti cautelativi” e davanti<br />
all’inerzia della Giunta Comunale nell’agosto del 1997 esprime un severo<br />
giudizio di irregolarità delle opere eseguite e caldeggia il ripristino delle<br />
inquadrature panoramiche alterate. Inoltre, lo stesso Piano Particolareggiato L1<br />
Portosole, per la realizzazione delle opere a terra a completamento del porto<br />
privato, prescrive esplicitamente la necessità di salvaguardare il litorale<br />
prevedendo che la localizzazione delle nuove volumetrie deve tener conto delle<br />
visuali godibili sia da <strong>mare</strong> che da terra nei confronti dei giardini di Villa<br />
Ormond.<br />
Dall’Amministrazione comunale ancora nulla; anzi alla richiesta del<br />
Circolo di <strong>Legambiente</strong> di rivedere il Piano risponde affidando un incarico per<br />
un parere tecnico ad uno noto professionista, il quale - pur riconoscendo<br />
l’errore - arriva a sostenere che l’interesse pubblico attuale è quello di<br />
mantenere ciò che è costruito, seppure viziato. La storia si ripete, sperando che<br />
in questo caso, alla fine non cali il sipario.<br />
Teatro del Mare: l’ecomostro 2 di Sanremo<br />
E’ li tronfio ed imponente, oscura oscenamente il paesaggio da tutte le<br />
angolazioni, occupa prepotente una zona di libero accesso al <strong>mare</strong>, fiero della<br />
ingombrante modernità. Una scelta scellerata, contro ogni regola e buon gusto.<br />
Sono queste alcune delle considerazioni fatte sul Teatro del Mare, l’Ecomostro<br />
2, come è stato immediatamente etichettato, costruito in riva al <strong>mare</strong> di fronte<br />
alla Passeggiata Imperatrice, davanti ai Grandi Alberghi, al Casinò, Chiesa<br />
Russa, sul lungo<strong>mare</strong> sanremese. La stessa Soprintendenza per i Beni<br />
ambientali di Genova ha dichiarato, fermo restando la provvisorietà che “la<br />
costruzione è molto avanzata sul <strong>mare</strong>, particolarmente vistosa, ingombrante e<br />
tipologicamente anomala, in contrasto con vincolo ambientale”. Di fronte a<br />
tale scempio la città si è indignata e mobilitata, come dimostrano le oltre<br />
tremila firme raccolte dal Circolo locale di <strong>Legambiente</strong>, in prima linea contro<br />
l’ecomostro, su di un esposto trasmesso alla magistratura e agli organismi<br />
regionali di controllo, per verificare la regolarità della struttura. Di fronte a<br />
tanto fervore, l’amministrazione comunale si affretta a dichiarare che si tratta<br />
di una struttura che non necessità di concessione edilizia, visto che è<br />
caratterizzata dalle condizioni di precarietà, eccezionalità, e di provvisorietà. I<br />
tecnici comunali ribadiscono che la struttura è “precaria” in quanto smontabile<br />
senza “atti demolitori”; la rete di putrelle sarebbe imbullonata e il basamento in<br />
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